In diretta dall’Egitto: Morsy vs Shafik, analizziamo la situazione
5 min letturaContinuano gli spogli dei seggi,
continua la lettura dei voti, la televisione continua a dare numeri e
nomi.
Morsy del gruppo dei Fratelli (non) Musulmani è sempre in
testa. È il numero 1, il più votato in tutto l'Egitto. Al suo
fianco, al ballottaggio del 16 e 17 giugno, purtroppo Shafik.
Hamdeen
Sabahi, colui che avrei voluto vedere presidente, è risultato invece
votatissimo nelle regioni del Cairo, Giza e Alessandria
d'Egitto.
Dato significativo in quanto proprio Alessandria
d'Egitto è la patria dei salafiti e dei Fratelli (non)
Musulmani.
Questi dati non sono naturalmente ufficiali, vi informo
solamente "in diretta" dell'attuale situazione elettorale
così come la riceviamo qui al Cairo.
La situazione popolare è
invece più complicata.
Da ieri continuano interminabili e
lunghissimi scontri/confronti in tutto l'Egitto e in tutta la
rete.
C'è chi urla al tradimento e chi all'imbroglio, nessuno è
contento di avere Morsy e Shakik tra i finalisti.
È ovviamente
comprensibile, io per prima non ne sono felice, e capisco come molta
gente in questo esatto momento stia già immaginando un Egitto
"talebano" o una nuova Rivoluzione, a seconda dei probabili
vincitori.
Ma analizziamo la situazione.
Chi ha votato Shafik?
Come abbiamo
già detto, Shafik rappresenta un "ritorno alle origini", o
meglio un ritorno al vecchio regime. Il suo "idolo" e
ispirazione è Moubarak e le sue ambizioni sono quelle di riportare
il paese a quello che era. In moltissimi si chiedono chi ha potuto
votarlo. Come è possibile che un personaggio del genere, dopo una
Rivoluzione, dopo centinaia di morti, possa essere tra i preferiti
degli egiziani?
La maggioranza dei voti a Shafik è stata data nel
sud dell'Egitto. Chi ha seguito la Rivoluzione, si sarà accorto di
come NESSUNA piazza del sud del paese si sia riempita nei 18 giorni
di Rivoluzione e come la gente di quel posto, tranne in poche e rare
occasioni, non abbia mai fatto sentire la propria voce. Come mai? Il
sud dell'Egitto è un po' come il sud dell'Italia: infestato di
criminalità organizzata. E come in Italia, la criminalità
organizzata cammina a braccetto con la politica. Durante i vecchi
regimi, si è sempre fatto finta di non sapere quello che succedeva
da quelle parti, delle faide, delle "guerre" tra cittadine,
del grande traffico di droga ed armi. Ogni tanto naturalmente, un
telegiornale parlava di qualche arresto, per garantire al Popolo che
il regime lo teneva al sicuro. Ma la realtà era completamente
diversa.
La Rivoluzione ha spaventato questa gente. Avere Shafik
al potere garantisce avere di nuovo l'appoggio degli "alleati".
Chi
dà loro, invece, la garanzia che un Morsy o un Sabahi continuino a
collaborare?
Non solo questa realtà ha nettamente inciso sulla
posizione elettorale di Shafik. C'è anche la comunità copta che
spinta dalla chiesa lo ha votato. I cristiani egiziani, infatti, gli
hanno dato il loro voto per sicurezza, perché il "conosciuto" è
meglio dello "sconosciuto", sopratutto se islamico.
Ma perché,
però, non votare Amr Mousa oppure Sabahi? Perché la chiesa ha
dato invece indicazione di votare Shafik?
Eppure sono tantissimi i
Martiri della Rivoluzione di religione cristiana.
musulmani chi lo ha votato? Ovviamente i business men, chi ha perso
potere e prestigio, nonché soldi dalla Rivoluzione e chi non ama il
cambiamento. È risultato che anche una grande fetta di donne
egiziane abbia votato Shafik perché "con lui siamo sicuri che la polizia tornerà nelle strade".
Che succederà se Shafik
diverrà presidente?
Personalmente mi aspetto il peggio. I
rivoluzionari, chi ha perso i figli durante la Rivoluzione, chi
sognava e sperava nella libertà di questo paese non starà zitto.
E
scenderà in piazza, nuovamente. Solo che questa volta Shafik ha già
avvertito che non sarà gentile e clemente e che con il pugno duro
ripulirà le strade da delinquenti e manifestanti.
Prevedo quindi
settimane in cui il sangue egiziano ricomincerà a scorrere nelle
strade e quattro anni duri e lunghissimi che inizieranno con la
lotta e termineranno con la rassegnazione.
Chi ha votato
invece il Dr. Morsy?
Il gruppo dei Fratelli (non) Musulmani è
immenso. Non solo di "iscritti ufficialmente", ma di
sostenitori.
Più volte abbiamo parlato di come si siano occupati
del Popolo durante gli ultimi anni di regime, portando cibo, cure
mediche, scolarizzazione e aiuti a chi non ne aveva.
E chi non ne
aveva, e non ne ha, è un numero grandissimo, pari al 40% della popolazione.
Nelle elezioni parlamentari, questo 40% li ha votati.
Ad oggi, sicuramente, questa maggioranza avrà dato loro il voto.
Ma
non solo. Il gruppo dei Fratelli (non) musulmani ha un seguito enorme
anche tra egiziani laureati, impiegati nel turismo, donne e uomini.
Persone che hanno bisogno letteralmente di sentirsi al sicuro tra le
braccia della religione e non solo della politica.
Gente che
ricerca la propria identità politica nella religione.
Nonostante
questo il partito dei Fratelli (non) Musulmani ha perso molta
credibilità in questi ultimi mesi sia perché costantemente
incoerente, sia perché non ha rispettato gli accordi e le promesse pronunziate.
Che succederà se Morsy diverrà
presidente?
Nulla. Non ci saranno bagni di sangue, questo è
certo. Ci saranno malcontento e molte manifestazioni, ma in
definitiva, il Popolo finirà per accettarlo perché se Morsy sarà alla presidenza sarà perché sarà stato voluto dalla maggioranza. Ovviamente
c'è già chi paragona l'Egitto all'Iran, senza pensare che la
mentalità e la cultura egiziane sono anni luce lontane da quelle
iraniane. Certamente il futuro è al momento un'incognita, ma non
farei pronostici così disastrosi..
Proprio in questi minuti si sta
parlando di un grande incontro domani tra il Gruppo dei Fratelli
(non) Musulmani e i grandi eliminati: Hamdeen Sabahi, Aboul Fotohu e
forse Mousa. L'incontro, che coinvolgerà ogni partito egiziano, è
stato richiesto dai Fratelli (non) Musulmani. Lo scopo è salvare
la Rivoluzione egiziana. Sembra, infatti, che vari partiti
vogliano indirizzare i propri elettori a dare il loro voto a Morsy
anziché a Shafik. Anche Alaa Aswani, grande scrittore egiziano
conosciuto internazionalmente, dice che la scelta giusta al momento è
quella di votare Morsy.
Shafik alla presidenza sarebbe la
morte certa non solo di altre persone, ma della Rivoluzione
stessa. Morsy non rappresenta di certo la riuscita della
Rivoluzione, ma se un passo si deve fare, deve essere quello scelto
dal Popolo. Ed anche se io non lo condivido, devo accettarlo. La
democrazia è questo.
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