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Siamo ormai animali polemici alla ricerca della cazzata del giorno da trasformare in un caso

21 Maggio 2012 2 min lettura

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Siamo ormai animali polemici alla ricerca della cazzata del giorno da trasformare in un caso

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Antonio Scalari

@valigiablu - riproduzione consigliata

Siamo diventati degli animali polemici alla ricerca della cazzata del giorno da trasformare in un caso.

 

Invece, che so, di condividere in migliaia un appello al governo per un piano di tutela del patrimonio storico e la messa in sicurezza degli edifici non a norma o per impedire che si muoia sotto un cazzo di capannone

 

Siamo diventati paranoici, alla ricerca di un complotto, di coincidenze, somiglianze, incongruenze su cui costruire teoremi utili solo a nutrire il nostro narcisismo e abbellire la torre eburnea da cui scagliamo pietre contro i nemici che passano di sotto. E i fatti, la realtà, scompaiono.

 

Uno spreco di energie mentali ed emotive continuo che col tempo ci rende peggiori, si dice. Sì, ma non è colpa della Santanché, è colpa nostra e basta.

 

Ore, energie, impegno passate dietro l'ultima 'trollata' di Pontifex o la battuta dell’esponente della Lega Nord sul terremoto (oltre 11mila condivisioni per disapprovazione). E vai a inondare le nostre bacheche e le nostre menti di sputi e indignazione.

 

E se invece 11.135 persone condividessero qualcos’altro, qualcosa di costruttivo? Qualcosa di più costruttivo anche dell’incitamento perenne a improbabili rivoluzioni a bruciare il parlamento e alla caccia al politico?

 

E se invece ci impegnassimo a informarci con responsabilità e cura, e se invece investissimo la nostra 'passione' nel condividere in decine di migliaia, su Facebook, Twitter e altri social, un appello al Governo per un piano nazionale di tutela del patrimonio storico e artistico, come la Costituzione imporrebbe. Patrimonio spesso abbandonato nell'incuria e che, come nel terremoto di queste ore, viene danneggiato o distrutto, privando dei cittadini di un territorio dei loro punti di riferimento, della loro memoria. "La messa in sicurezza degli edifici storici di tutta Italia rappresenta forse la più grande opera pubblica che il nostro paese può finanziare. Preservare il nostro patrimonio storico può essere un volano per l'economia. Tuttavia la nostra classe dirigente non ha mai posto la messa in sicurezza degli edifici storici nell'agenda delle priorità"scrive il sismologo Enzo Boschi. E Salvatore Settis afferma che un piano per la protezione del patrimonio artistico dal rischio sismico fu deciso già negli anni '80 ma non è mai stato attuato. Per non parlare della prevenzione antisismica delle abitazioni e delle strutture industriali. È il capo della protezione civile Franco Gabrielli a dichiarare"Che nel 2012 crollino coperture di capannoni costruiti negli anni 2000 deve fare riflettere più di tante altre cose". Non deve solo far riflettere, deve fare agire, di fronte alle morte di quei lavoratori. Tanto più dovrebbe far riflettere ed agire un governo "tecnico", verrebbe da dire.

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 Ecco, il famoso "popolo della rete" invece di sprecare energie scagliandosi contro gli 'scemi del villaggio' di turno, potrebbe dare una mano affinché quegli auspici si trasformino in un risveglio della coscienza civica di noi tutti e poi, soprattutto, in fatti. Ma questo può avvenire solo se la smettiamo di sprecare tempo alimentando la nostra vis polemica e la nostra paranoia. Forse non servirà a nulla ma almeno avremo provato a stare sulla Rete facendo qualcosa di diverso dal flame permanente in cui viviamo.

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342 Comments
  1. Manuel F.

    Distruggere (indignarsi)è più facile (meno faticoso) che costruire (proporre). Dovrebbero essere due fasi, una conseguente all'altra, ma in molti ci fermiamo alla prima (che è condizione necessaria, ma non sufficiente, per il cambiamento).

  2. ClaudioC

    Così invece di incazzarsi per la bestialità di permettere una discarica a Corcolle accanto a Villa Adriana e in grado di inquinare l'acqua di mezza Roma, questa notizia passa sotto silenzio, passano gli anni e nessuno si muove per rendere effettiva a Roma la raccolta differenziata, attuare provvedimenti e comportamenti che limitino il volume della mondezza da portare in discarica. Un doppio ordine di criteri storico-artistici e ambientali e paesaggistici calpestati!!! Non solo ha ragione anche Manuel F. che quoto, ma secondo me il fatto vero è che conviene (a chi conviene) costruire in emergenza che mantenere (tutti) quello che abbiamo in sicurezza.

  3. oliviero

    Appunto , oggi per il patrimonio artistico, domani per cosa ti indegni ? vedi che sei come tutti

  4. Antonio S.

    Oliviero: il post-sfogo non è una critica all'indignazione che anche se giustificata rimane forse fine a se stessa perchè viene indirizzata oggi su un problema e domani su un altro, a seconda di quello che fa notizia. Il tema è la futilità di un certo utilizzo della Rete, specialmente nei social network, ovvero, come ho scritto, la trasformazione in notizia di siocchezze, provocazioni, "sparate", di qualche personaggio o altre pseudo-notizie che più che indignare attirano solo insulti e sberleffi. Quello della tutela del patrimonio artistico e della prevenzione antisismica è un esempio di modo diverso in cui si potrebbe impiegare le energie spese nella Rete(e per questa questione ero "indignato" ieri e lo sono anche oggi,ma è evidente che non posso imporre la percezione di un problema).

  5. Piero

    no ti prego, non diteci pure per cosa dobbiamo indignarci che tra poco ci dite pure quante volte dobbiamo andare al cesso

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