Siamo ormai animali polemici alla ricerca della cazzata del giorno da trasformare in un caso
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Antonio Scalari
@valigiablu - riproduzione consigliata
Siamo diventati degli animali polemici alla ricerca della cazzata del giorno da trasformare in un caso.
Invece, che so, di condividere in migliaia un appello al governo per un piano di tutela del patrimonio storico e la messa in sicurezza degli edifici non a norma o per impedire che si muoia sotto un cazzo di capannone
Siamo diventati paranoici, alla ricerca di un complotto, di coincidenze, somiglianze, incongruenze su cui costruire teoremi utili solo a nutrire il nostro narcisismo e abbellire la torre eburnea da cui scagliamo pietre contro i nemici che passano di sotto. E i fatti, la realtà, scompaiono.
Uno spreco di energie mentali ed emotive continuo che col tempo ci rende peggiori, si dice. Sì, ma non è colpa della Santanché, è colpa nostra e basta.
Ore, energie, impegno passate dietro l'ultima 'trollata' di Pontifex o la battuta dell’esponente della Lega Nord sul terremoto (oltre 11mila condivisioni per disapprovazione). E vai a inondare le nostre bacheche e le nostre menti di sputi e indignazione.
E se invece 11.135 persone condividessero qualcos’altro, qualcosa di costruttivo? Qualcosa di più costruttivo anche dell’incitamento perenne a improbabili rivoluzioni a bruciare il parlamento e alla caccia al politico?
E se invece ci impegnassimo a informarci con responsabilità e cura, e se invece investissimo la nostra 'passione' nel condividere in decine di migliaia, su Facebook, Twitter e altri social, un appello al Governo per un piano nazionale di tutela del patrimonio storico e artistico, come la Costituzione imporrebbe. Patrimonio spesso abbandonato nell'incuria e che, come nel terremoto di queste ore, viene danneggiato o distrutto, privando dei cittadini di un territorio dei loro punti di riferimento, della loro memoria. "La messa in sicurezza degli edifici storici di tutta Italia rappresenta forse la più grande opera pubblica che il nostro paese può finanziare. Preservare il nostro patrimonio storico può essere un volano per l'economia. Tuttavia la nostra classe dirigente non ha mai posto la messa in sicurezza degli edifici storici nell'agenda delle priorità", scrive il sismologo Enzo Boschi. E Salvatore Settis afferma che un piano per la protezione del patrimonio artistico dal rischio sismico fu deciso già negli anni '80 ma non è mai stato attuato. Per non parlare della prevenzione antisismica delle abitazioni e delle strutture industriali. È il capo della protezione civile Franco Gabrielli a dichiarare: "Che nel 2012 crollino coperture di capannoni costruiti negli anni 2000 deve fare riflettere più di tante altre cose". Non deve solo far riflettere, deve fare agire, di fronte alle morte di quei lavoratori. Tanto più dovrebbe far riflettere ed agire un governo "tecnico", verrebbe da dire.
Ecco, il famoso "popolo della rete" invece di sprecare energie scagliandosi contro gli 'scemi del villaggio' di turno, potrebbe dare una mano affinché quegli auspici si trasformino in un risveglio della coscienza civica di noi tutti e poi, soprattutto, in fatti. Ma questo può avvenire solo se la smettiamo di sprecare tempo alimentando la nostra vis polemica e la nostra paranoia. Forse non servirà a nulla ma almeno avremo provato a stare sulla Rete facendo qualcosa di diverso dal flame permanente in cui viviamo.
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