In diretta dall’Egitto: il turismo scende di nuovo in piazza
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2 min lettura
egizio del Cairo, c'è stata un'importante manifestazione.
giorni di organizzazione via internet, su facebook, nei gruppi creati
dalle guide turistiche e dagli egittologi, il turismo è di nuovo
sceso in piazza.
Dopo le prime due manifestazioni pacifiche del
14 febbraio 2011 e dell'8 dicembre 2011 (ne parlammo QUI) tenutesi di
fronte le Piramidi di Giza, coloro che di turismo vivono, o meglio
vivevano, hanno deciso di farsi nuovamente sentire, ma in maniera più
massiccia.
Una grande partecipazione di guide ed egittologi, la
presenza delle televisioni e di giornalisti, nonché l'appoggio
di alcuni politici, hanno segnato la manifestazione come la prima di
una lunga e consecutiva serie se non si giungerà ad un punto
di accordo.
Se nelle due precedenti l'attenzione ed il messaggio
erano rivolti ai turisti, stavolta l'interlocutore è stato il
governo.
Chiare le richieste:
- che il turismo venga
rappresentato nella nuova Costituzione;
- che il Governo aiuti
economicamente le guide ferme a casa da più di un anno, come
aveva promesso un anno fa.
Il turismo in Egitto impiega quasi il
25% della popolazione egiziana, una percentuale enorme.
Tra guide
turistiche, albergatori, negozianti, egittologi, operatori turistici,
più di 8 milioni di famiglie vivono grazie al turismo.
È
impensabile quindi che il turismo non venga rappresentato nella nuova
Costituzione egiziana.
Dal lato economico invece, chi lavora nel
turismo si è sentito completamente abbandonato dallo stato.
Tutte le categorie professionali hanno ricevuto aumenti di stipendio
o indennizzi, tranne quell'enorme fascia di persone che lavora nel
settore turistico.
Da più di un anno più di 8
milioni di famiglie egiziane non hanno un'entrata economica.
C'è
chi ha scelto di cambiare mestiere (conosco molte guide che ora
lavorano nei phone center), chi di chiudere l'attività e chi si è
potuto permettere di attingere dai risparmi.
Il turismo in Egitto
ha avuto una scossa incredibile ed ancora oggi non riesce a
riprendersi.
Nel sud dell'Egitto, più del 30% delle
motonavi è fermo, navi spente ed attraccate.
Gli alberghi
al Cairo e nelle altre località sono sopravvissuti grazie al
turismo interno, a quello arabo e grazie anche alle poche ma importanti
presenze internazionali (per lo più russe, tedesche ed
inglesi).
Se state per organizzare un viaggio, pensate all'Egitto
come vostra destinazione.
Credetemi, non c'è nessun
pericolo, anzi.
Non ci sono file ai monumenti, non ci sono lotte
per l'ombrellone in spiaggia, non c'è tanta gente ai
siti.
Viaggiare in Egitto ora significa scegliere di sostenere
questo Paese, il suo Popolo e la Rivoluzione egiziana.
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