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Dell’Utri assolto in Cassazione. Storia di una notizia bucata

4 Aprile 2012 4 min lettura

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Dell’Utri assolto in Cassazione. Storia di una notizia bucata

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3 min lettura

di Federico Pignalberi
@valigiablu - riproduzione consigliata 

Non è vero che il processo per concorso esterno in associazione mafiosa di Marcello Dell’Utri è stato rinviato a un nuovo appello. Non tutto. La notizia clamorosa, che nessun giornale ha riportato, è che la Cassazione ha confermato in via definitiva l’assoluzione del senatore per i fatti che gli venivano contestati dopo il 1992: essere stato il tramite di un’alleanza politica tra Cosa nostra e Forza Italia. 

Proprio l’accusa di un patto tra Forza Italia e la mafia siciliana è il motivo per cui tutta la stampa aveva gli occhi puntati sul processo; l’udienza in Cassazione era stata annunciata sui quotidiani da giorni. Com’è stato possibile, poi, che nessuno abbia riportato la notizia corretta (e la più importante) sulla sentenza? Procediamo con ordine. 
Alle 10.30 di venerdì 9 marzo, al quarto piano dello storico Palazzaccio di Piazza Cavour, si aprono le porte dell’aula. Gli avvocati, che sono arrivati da quasi due ore, si fanno strada e prendono posto. I giornalisti li seguono. Sono pochi, anzi pochissimi. Insieme a tre corrispondenti delle agenzie ci sono solo gli inviati di due network televisivi (Rai News e Sky), Francesco Viviano di Repubblica e altre due giornaliste. 
Un guasto all’impianto di fonoregistrazione interrompe l’udienza, ma viene subito risolto. Prende la parola il consigliere relatore, Maria Vessicchelli, che riepiloga la sentenza di appello ed i ricorsi delle parti. Poi tocca al pg Iacoviello. Le agenzie iniziano a battere alcune frasi del suo intervento. Tanto è deserta l’aula che per giorni saranno tutto quello che si conosce della requisitoria. Persino il Corriere della Sera e Il Fatto Quotidiano per commentarla dovranno fare riferimento alle annotazioni del pg pubblicate dalla rivista Diritto Penale Contemporaneo. Ma Iacoviello parla soprattutto a braccio, e gran parte della sua requisitoria rimane un segreto custodito dai pochissimi presenti. 
Alle 16.30, dopo l’interruzione per la pausa pranzo, prende la parola l’avvocato Krogh. Il suo intervento dura meno del previsto (“Ha già detto quasi tutto il procuratore generale”), ma termina comunque dopo le 17. La corte però ancora non si riunisce: resta da discutere un altro processo. I giornalisti capiscono che le cose vanno per le lunghe, e alcuni se ne vanno (“Devo andare a prendere mia figlia”, dice una collega). Eppure si sapeva dalla mattina che la sentenza ci sarebbe stata in serata o addirittura l’indomani. 
Alla fine arriva appena dopo le 20. Gli avvocati vengono avvertiti che la Corte ha concluso la camera di consiglio. Gli unici giornalisti rimasti, oltre a quelli delle agenzie, sono Manuela Lasagna di Rai News e Fulvio Viviano di Sky Tg 24. Le porte dell’aula si aprono. La Corte entra poco dopo. Il presidente Grassi inizia a leggere. Ci sono ventuno processi a ruolo questo giorno. Quello a Dell’Utri è il diciannovesimo. Dopo un paio di minuti di attesa, alle 20 e quattro minuti, ecco il verdetto. Il ricorso del procuratore generale che chiedeva la condanna per Dell’Utri anche per le imputazioni successive al 1992, cioè per l’accusa di essere stato il portatore politico degli interessi di Cosa nostra in Forza Italia, è inammissibile. 
La sentenza è annullata, e il processo rinviato a un nuovo appello a Palermo, ma solo “nel capo relativo al reato del quale l’imputato è stato dichiarato colpevole, ossia le accuse di collusione mafiosa fino al 1992, che verranno discusse ancora in un nuovo processo di appello. L’assoluzione per l’accusa di concorso esterno per il periodo successivo, quello della cosiddetta “stagione politica”, invece, è confermata.In via definitiva. E nessuno potrà più metterci mano. Marcello Dell’Utri è stato assolto. Il nuovo processo d’appello potrà condannarlo, ma solo per il capo di imputazione che si conclude prima della fine 1992. Cioè prima che Dell’Utri convincesse Berlusconi a far scendere in politica la Fininvest. Ogni macchia criminale sulla nascita di Forza Italia è cancellata. Per sempre. 
La notizia è eclatante, ma le agenzie sbagliano, e nei lanci sulla sentenza della Cassazione scrivono solo che la sentenza è annullata con rinvio a un nuovo appello. Così tutte le testate online, e il giorno dopo tutti i quotidiani in edicola, senza eccezioni, non possono che fidarsi. E bucano la notizia del giorno: l’assoluzione definitiva di Dell’Utri per l’accusa di concorso esterno con la mafia nella stagione di Forza Italia. 
Se ne discute per giorni, sulla stampa e in televisione, tra colpevolisti e innocentisti, giornalisti e politici. Nessuno, però, che sappia cos’è davvero successo in Cassazione. E cosa dice il dispositivo della sentenza che Valigia Blu, a tre settimane da quel giorno, pubblica per la prima volta.

Aggiornamento: Grazie alla redazione palermitana di liberainformazione, che è stata l'unica a dare la notizia, pur non potendo essere presente in aula a Roma, per avere dimostrato che la notizia esatta, con un po' di sforzo (per esempio seguendo la diretta twitter di AgoraVox Italia), i giornali la potevano dare. Grazie a Claudio Reale per la segnalazione

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