Fuori da qui

In diretta dall’Egitto: le donne della Rivoluzione

8 Marzo 2012 3 min lettura

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In diretta dall’Egitto: le donne della Rivoluzione

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2 min lettura
Jasmine Isam 
@valigiablu - riproduzione consigliata 
Jasmine Isam è nata a Roma da padre egiziano e madre italiana. Dal 1997 vive al Cairo con il marito archeologo col quale gestisce un'AGENZIA DI VIAGGI. Mamma di due bambini sostiene la Rivoluzione alla quale partecipa in piazza e attraverso un suo BLOG che stiamo ospitando.  


Le donne della Rivoluzione

Nel mondo Occidentale, oggi, si festeggIA la festa della donna.
Donne di ogni età andranno fuori a cena, riceveranno mimose, saranno "trattate meglio" perché è la loro festa.
Qui, in Egitto, la festa della donna non si è mai festeggiata ed è meglio così.
Ci hanno provato l'anno scorso con una fallimentare manifestazione in piazza Tahrir, derisa dai pochi (ignoranti e conservatori) uomini presenti e terminata prima di iniziare.
Io desidero trascorrere questa giornata ricordando le donne che hanno lasciato un segno nella Rivoluzione egiziana.
Ne citerò solo alcune, le più famose, anche se in realtà piazza Tahrir ha ospitato tante, tantissime donne che sono rimaste dietro i riflettori ma davanti e dentro la Rivolta. 

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Sally Zahran, la prima Martire della Rivoluzione.  È deceduta all'età di 20 anni colpita da un proiettile
mentre dal balcone di casa guardava piazza Tahrir 
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Samira Ibrahim, giovane attivista che fu sottoposta
al test della verginità nelle carceri militari.
Grazie alle sue denunce,
al suo coraggio e alla sua determinazione, questa pratica è stata condannata e proibita
donne_3.png
Mona Seif, attivista e membro del Gruppo
"No ai processi militari per i civili".
Mona è stata arrestata
e picchiata molte volte, ma continua la sua lotta
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La madre di Khaled Said, chiamata "la mamma di ogni egiziano". Ha sostenuto la Rivoluzione di cui suo figlio Khaled è stato uno dei simboli 
                

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Bouthaina Kamel, unica donna candidata alla Presidenza del nuovo Egitto
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Ghada, la 28enne brutalmente picchiata e denudata dai militari
lo scorso dicembre
"Chiamare la donna il sesso debole è una calunnia; è un'ingiustizia nei confronti della donna. Se per forza si intende la forza bruta, allora sì, la donna è meno brutale dell'uomo. Se per forza si intende la forza morale, allora la donna è infinitamente superiore all'uomo. Non ha maggiore intuizione, maggiore abnegazione, maggiore forza di sopportazione, maggior coraggio? Se la non violenza è la legge della nostra esistenza, il futuro è con la donna. Chi può fare appello al cuore più efficacemente della donna?", Mahatma Gandhi
    

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