Marco, il compagno di Lucio Dalla, e i suoi diritti negati
3 min letturaDino Amenduni - @doonie
Le parole di #marcoalemanno in ricordo di #Lucio sono state una testimonianza molto bella di amicizia e di affetto
— PierferdinandoCasini (@Pierferdinando) Marzo 4, 2012
Lo abbiamo letto e detto tutti: le espressioni con cui i media nazionali hanno definito Marco Alemanno, il compagno di Lucio Dalla, a commento della sua lettura de 'Le rondini' durante il funerale del cantante bolognese ha spesso attinto all'ipocrisia, come ha sottolineato Michele Serra su Repubblica.
'Amico', 'stretto collaboratore', 'persona vicina': non chiamare le cose con il loro nome dipende solo marginalmente dalla volontà (legittima e secondo me non contestabile) dei due di non rendere pubblica la loro relazione. C'è un aspetto che secondo me è stato sottolineato ancora troppo poco: per lo Stato italiano Marco Alemanno non ha diritti. Perché per lo Stato italiano la loro non era una coppia, non era una famiglia. Per lo Stato italiano Lucio Dalla e Marco Alemanno non erano e non potevano essere niente.
Io penso che se non ci sono leggi che tutelano le coppie dello stesso sesso ci sarà sempre l'idea che quelle coppie siano di serie B o addirittura non-coppie. Questo autorizza gli omofobi di ogni forma e natura, consapevoli e inconsapevoli, a mantenere le loro posizioni e rende più difficile una vita serena per chi convive, che sia omosessuale o eterosessuale.
Nelle ore immediatamente successive alla scomparsa di Lucio Dalla molti personaggi politici hanno ricordato il cantante (il quale, a sua volta, dichiarò che non avrebbe voluto politici al suo funerale).
Se vogliono dimostrare di aver voluto bene a Lucio Dalla c'è una grande occasione da cogliere: proporre un'iniziativa parlamentare per regolare le unioni civili (sia tra persone di sesso diverso che tra persone dello stesso sesso) sul modello francese del Pacte Civil de Solidaritè.
Citando Wikipedia, il PACS:
a. offre ampia tutela alla convivenza (diritti di rilevanza pubblicistica, regola il rapporto di locazione, contempla misure fiscali e altro). In particolare, il Pacs è un contratto, concluso con una dichiarazione congiunta scritta alla cancelleria del Tribunal d'instance nella giurisdizione di residenza. Il testo della convenzione è iscritto in un registro tenuto presso la cancelleria.
b. comporta una serie di obblighi per i partner, quali:
- impegno a condurre una vita in comune
- aiuto reciproco materiale
- responsabilità comune per i debiti contratti dalla firma del Pacs.
c. non garantisce l'adozione, termina per la morte di uno dei partner, con il matrimonio per le coppie eterosessuali o dopo tre mesi dalla richiesta di entrambi i partner. I benefici del welfare e la riduzione delle tasse si acquisiscono dopo tre anni dalla stipulazione del PACS.
La legge francese prevede anche la convivenza (in francese "concubinage", da non confondere con l'italiano concubinaggio) (capitolo II, art. 515-8), che offre diritti molto limitati (affitto, immigrazione, salute ed assicurazione) ai partner che coabitano.
d. non sono rivolti soltanto alle persone omosessuali, ma anche alle coppie di sesso diverso che non vogliono contrarre matrimonio e preferiscono utilizzare uno strumento giuridico diverso dal matrimonio civile o religioso, senza però essere prive delle tutele e delle prerogative di cui gode una coppia "regolarmente" unita (assistere il proprio partner in ospedale, partecipare alle decisioni che riguardano la sua salute e la sua vita, lasciare in eredità il proprio patrimonio alla persona con cui si è condivisa l'esistenza, ottenere l'avvicinamento se un partner è extracomunitario e così via).
La situazione politica che si è creata in Italia col Governo Monti potrebbe favorire un'iniziativa bipartisan. I partiti, terrorizzati dall'idea di perdere l'appoggio del Vaticano, potrebbero 'socializzare le perdite', come già è accaduto per le nuove regole sull'Ici alle attività religiose con preminente finalità commerciale. Se la proposta fosse promossa dai due partiti principali, Pd e Pdl, si otterebbe anche un interessante effetto politico: il Terzo Polo si spaccherebbe tra i favorevoli (Fli) e i contrari (Udc).
I numeri, forse, ci sono. Basta sommare il 70% dei parlamentari progressisti del Pd (143), il 50% dei parlamentari liberali del Pdl (106), i gruppi di Fli e Idv (25+21) e il 50% del Gruppo Misto (24) per giungere a quota 319.
Provarci è doveroso. Una bocciatura parlamentare sarebbe un ennesimo atto di ipocrisia.
Giacomo Boschi
C'è una cosa che mi sfugge sempre. Ma la naturale "associazione d'idee" fra la discriminazione omosessuale e i diritti non dovrebbe portare all'allargamento del matrimonio già esistente a coppie dello stesso sesso?
RosaLouise
Se la chiesa non avesse trovato sempre il terreno ben spianato avrebbe perso molta della sua credibilità. Se questo non è ancora successo non è colpa solo della chiesa. Non è mica colpa della chiesa se tutti i giornali tranne La Stampa (e la Repubblica con Serra ma solo dopo, quando ormai era chiaro a tutti chi fosse il 'collaboratore, l'amico del cuore') raccontando la morte e i funerali di Dalla non hanno mai scritto, a precedere il nome della persona che era vicino a lui non da semplice amico, la parola “compagno”. Non è colpa della chiesa se in questo paese i diritti degli omosessuali non vengono considerati tali quanto quelli di chi omosessuale non è o semplicemente non dice di esserlo. Non è colpa della chiesa se basta pagare per essere considerati degni di partecipare a quella mensa anche quando le referenze non sono come dire? secondo i dettami di santa madre (di chi?) chiesa, quelle giuste. C’è stato chi, da fervente credente (Welby) è rimasto in una bara sul sagrato antistante ad una chiesa e non è stato fatto entrare, ci sono stati i tre vescovi che hanno officiato il funerale di un dittatore sanguinario (pinochet). Questo e molto altro che taccio per non flagellarmi ulteriormente le meningi chiuso in quella cornice di disgustosa ipocrisia che è il pensiero cattolico circa l’omosessualità che però, se non fosse stato e non fosse ampiamente condiviso anche dalla gente avrebbe perso molta della sua “autorevolezza”. Nel regno di Dio, come c’insegnano c’è posto per tutti. Soprattutto per gli ‘ultimi’, mi pare di ricordare. Io non ce l’ho mica con quelli che sacrificano il bene di questa vita a beneficio di quella che verrà; ognuno è libero di credere alle superstizioni che vuole, ai gatti neri, al malocchio e a quanto di altro è stato inventato dalla mente umana per rimbecillirsi oltremodo. Io, oggi più che mai condanno tutta la politica, uno come giovanardi e le cose che gli si permette di dire sono, ad esempio, solo una delle naturali conseguenze del clima che la politica ha creato nel tempo in questo paese quando ha deciso la sua resa e che per non turbare le eminenze ed evitare di entrare in conflitto con la chiesa per mera opportunità politica, in Italia si sarebbe potuto fare a meno di diritti importantissimi e del loro riconoscimento. Dei diritti di e per tutti, dunque anche di quelli degli omosessuali. E questo è un fatto politico, non di opinione. Giuseppe Patroni Griffi fu costretto ad adottare da figlio l’uomo che invece era stato il suo compagno: una follia, un delirio subumano. C’è gente che pur dovendo rispettare e sottostare a tutti i doveri si vede negare diritti normalissimi che dovrebbero essere uguali per tutti. E non può essere. Io spero, invece, che di questo se ne parli sempre e molto. Monicelli non aveva mai manifestato pubblicamente il desiderio di togliersi la vita, il suo gesto estremo ha però permesso che si tornasse a parlare del diritto a scegliersi una fine dignitosa. E in questo paese non possiamo permetterci il lusso di abbassare la guardia su nulla, in fatto di diritti negati. Non tutti per fortuna parlano o scrivono per morbosità e voyeurismo, c’è anche chi lo fa, giustamente, per non spegnere mai la luce sulla questione dei diritti negati.
Nick
@RosaLouise: concordo su tutta la linea, ma sottolineo solo che tra i quotidiani si è distinto particolarmente Il Resto del Carlino (non è un caso, è testata bolognese come i redattori). Ecco lo splendido articolo - privo di giri di parole - scritto oggi da L. Sani: http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2012/03/05/676316-marco_vede_andar.shtml
maria cristina ilari
FORSE BISOGNA FARE IL TESTAMENTO PER COMPENSARE LA LEGGE MA NON è FACILE PENSARE ALLA MORTE CHE SI AVVICINA
maria cristina ilari
spero in una legge
massimo
salve a tutti.Volevo sapere se dopo la morte Lucio Dalla avrebbe potuto essere seppellito con i criteri della chiesa cristiana come chiunque quando muore.Il perchè lo chiedo è che mi ha dato fastidio la storia della annunziata che lo ha tirato in ballo per strumentalizzarlo.Ma è così? non c'è il perdono neanche dopo la morte da parte della chiesa?grazie