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Non chiamiamo pazzi i nostri Breivik

14 Dicembre 2011 4 min lettura

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Non chiamiamo pazzi i nostri Breivik

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Colpa di uno o colpa di tutti di Stefano Menichini | Europa

Parliamo di un paese, una comunità da ricostruire: per poterla ricostruire davvero, dobbiamo prima scavare fino alle radici di ciò che siamo diventati. Calarci nella frattura non solo politica ma morale che ci si apre sotto i piedi. Con le rotture politiche possiamo e dobbiamo convivere, per una rottura morale rischiamo di morire, o di uccidere.

La semina dei diritti (malepiante, veleni e libertà di Paolo Ermini | Corriere Fiorentino
Neppure le lenzuola bianche distese sui
corpi degli africani morti ammazzati hanno frenato il diluvio delle
parole, talora usate senza un briciolo di saggezza. All’accorato
appello del presidente Napolitano contro la xenofobia ha fatto eco
uno sciagurato comunicato della Lega che addita tra le cause della
tragedia il commercio abusivo. Come se una morte per violenza potesse
essere più giustificabile di un’altra. Speculazioni e
veleni. Firenze ha bisogno di altro.  

L'uomo nero a Firenze di Marianna Rizzini | Il Foglio
Un pazzo, o un pazzo razzista. Un uomo uccide due senegalesi in preda a una furia xenofoba. Per Luigi Manconi è la caduta del tabù del razzismo che genera gli “imprenditori dell’intolleranza”. Figure più che mai attuali: “Il disagio dell’impatto tra migranti e residenti è un dato incontestabile”, dice, “ed è incontestabile anche che il disagio si scarichi sulle fasce più deboli”. Ma il problema è “se la politica disinnesca o incentiva, se razionalizza le angosce e trova soluzioni intelligenti o esalta la conflittualità”.

Il Mostro a Firenze di Sergio Ragone | TrentaMag
Quello che noi dobbiamo fare, perchè possiamo, è convincerci fino in fondo che non è questo il Paese nel quale vogliamo continuare a vivere, che faremo di tutto per provare a cambiarlo abbattendo ogni steccato identitario che ci recinta e non ci lascia vivere in libertà con gli altri. Perchè è razzismo anche incolpare gli immigrati di uno stupro che non c’è mai stato, è razzismo il raid al campo nomadi del giorno dopo a Torino ed il titolo del giornale “La Stampa”.
A volte bisogna avere il coraggio della banalità: i matti vivono fra noi, sono numerosi e spesso non fanno nulla di male. Alcuni di essi di tanto in tanto esplodono e allora sono guai. A Firenze ieri un tizio si è lasciato trascinare dalla follia e ha ucciso due segalesi. Altri ne ha feriti. 

Non chiamiamo pazzi i nostri Breivik di Adriano Sofri | La Repubblica


Immagino che in molti diranno, ora, che “Firenze non merita questo”. Certo. Il mondo non merita questo. Ma dopo aver pronunciato convintamente e compuntamente questo scongiuro, mordiamoci la lingua. Diciamo che quei nostri fratelli senegalesi non meritano questa Firenze e questo mondo. E ricominciamo a pensare.


Con la crisi tornano i veleni peggiori di Gianni Riotta | La Stampa

I leader politici che cercassero di sfruttare questa epidemia per un voto in più, i giornalisti che spargono odio e populismo per una copia o un click in più, preparano una bevanda da streghe che può fare molto male. Non è il temuto ritorno di un passato autoritario che deve spingerci a difendere benessere, crescita, dialogo e tolleranza. E' la paura dei demoni futuri che l'intolleranza evoca: non vestono in orbace, ma dalla strage degli studenti a Oslo a quella dei senegalesi a Firenze, mostrano già il loro volto orrendo.

Dove porta la follia razzista  di Sergio Givone | Il Messaggero
Quando la follia si tinge di ideologia, come sembra il caso in questione, e la seduzione di annientamento (come chiamarla altrimenti?) si colora di bruno o di nero, e si carica di simboli mortiferi allora non siamo più di fronte al gesto isolato di un malato di mente, ma ad un virus che viene immesso nel corpo sociale e opera il contagio. 


Spedizione da Ku Kux Klan, ma di un'anima disgraziata di David Allegranti | Corriere Fiorentino

I frutti dell'odio di Furio Colombo | Il Fatto Quotidiano
Vinca la storia di Elvira di Marina Corradi | Avvenire
La feroce follia di Firenze, il segno buono di Lampedusa

L'ossessione del diverso di Michele Ciliberto | L'Unità

Dedichiamo la nostra piccola opera di controinformazione a Samb Modou, Diop Mor, Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike, vittime dell'odio fascista. Mentre scriviamo, gli ultimi tre lottano ancora per la vita

Minisemantica del razzismo (da) quotidiano di Jumpinshark | jumpinshark.blogspot.com
 


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