In diretta dall’Egitto: staremo a vedere
3 min letturaJasmine Isam è nata a Roma da
padre egiziano e madre italiana. Dal 1997 vive al Cairo con il marito
archeologo col quale gestisce un'AGENZIA DI VIAGGI. Mamma di due
bambini sostiene la Rivoluzione alla quale partecipa in piazza e
attraverso un suo BLOG che stiamo ospitando in questi giorni.
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Staremo a vedere
Sherif ha 18 anni.
Abita al secondo
piano del mio palazzo, è un ragazzone “moderno”, cellulare
sempre in mano e account di facebook sempre attivo.
Domenica
scorsa, invece di recarsi a scuola, è andato in Piazza Tahrir,
senza avvertire nessuno, di nascosto dalla famiglia.
Chissà
se si è recato in Piazza per ideologia o per sfida alle
forze dell’ordine.
Al momento non possiamo saperlo.
A Sherif
gli hanno sparato in un occhio con le pistole a salve, quelle
perforatrici di cui abbiamo già parlato. I medici stanno
lottando per salvargli la vista. Sono previste per lui tre lunghe
operazioni e si spera, dicono i medici, di poter rimediare allo
scempio.
La madre racconta di aver visto l’inferno nell’ospedale
di Kasr El Ain, vicino Tahrir, ed il padre torna ogni sera a casa con
lo sguardo perso. Non capisce, dice, non ha altre parole. Non
capisce.
Come Sherif, si stima che centinaia di ragazzi stiano
lottando a causa della vista, mentre ieri in Piazza si è
registrato un altro omicidio. Una camionetta della Polizia, che
invece di recarsi al Ministero si è recata per “sbaglio”
a Piazza Tahrir, ha investito un ragazzo di 19 anni, uccidendolo.
I
medici di Piazza Tahrir hanno parlato nei giorni scorsi ai microfoni
di molte tv, chiedendo di smetterla con le violenze. Dicono di
non farcela più.
Non riescono più a sopportare di
vedere tutte queste morti, tutti questi feriti, tutta questa
cattiveria.
Intanto delinquenti cercano di rubare le scorte
mediche dagli ospedali allestiti in Piazza, mentre un uomo
appartenente alla Sicurezza Nazionale, si è spacciato per
medico e si è intrufolato tra i feriti. È stato poi
scoperto dai medici presenti, che si sono accorti delle sue
incapacità mediche.
Venerdì scorso si è
manifestato per il “Venerdì dell’ultima possibilità”
e due fazioni sono scese in Piazza.
Tahrir, gremita al massimo,
ospitava, si stima, quasi un milione di persone, mentre la Piazza a
L’Abasseya, quartiere non molto lontano da Tahrir, ospitava circa
duecentomila manifestanti. Questi ultimi, quasi tutti appartenenti al
gruppo “Scusaci Presidente” (riferito a Moubarak), sfilavano
contro la Piazza Tahrir ma, fortunatamente, non sono avvenuti scontri
di alcun tipo. La giornata sarebbe stata tranquilla se non non vi
fosse stata mancanza di ossigeno in Piazza, ancora piena del gas
nocivo sparato i giorni scorsi.
Su richiesta del Movimento del
25 Gennaio e di vari partiti Politici, è nato “Lo Stato di
Salvezza Nazionale” che guiderà il Paese nei giorni a
venire. In questo nuovo governo, i Ministri avranno potere
decisionale assoluto, a differenza del governo passato
transitorio.
Il primo Ministro nominato è Kamal
Ganzoury.
Quest’uomo, che ha lavorato durante il regime di Moubarak
come Primo Ministro (dal '96 al '99), era tra i nominativi presentati
all’esercito durante la prima Rivoluzione.
Ganzoury era stato cacciato dal governo di Moubarak e messo per 11 anni in silenzio
totale (gli fu vietato di apparire in televisioni, in radio o sui
giornali), solo per aver suscitato il consenso popolare, essendo
quindi pericoloso per il regime dittatoriale.
Nonostante questo, e
nonostante fosse già presente nelle liste date alle Forze
Armate, Ganzoury non è stato accettato dalla Piazza, che
invece aveva dato nuovi nomi per il Governo di Salvezza
Nazionale.
Ganzoury allora, per favor popolare, ha deciso che
nominerà suoi Consiglieri proprio coloro che il Popolo vuole ovvero: Mohamed El Baradei. ex Capo dell’agenzia internazionale per
l’energia atomica, Abdel Moneim Aboul Fotouh, ex membro del Partito
dei Fratelli Musulmani, e Amr Mousa, ex Capo della Lega
Araba.
Domani, intanto, è il grande giorno.
Le prime
elezioni parlamentari al Cairo avranno luogo in due giorni, anziché
uno, per evitare troppa confusione e troppo afflusso alle
urne.
Questa decisione, che a primo impatto sembra essere stata
presa per rendere più facile a tutti il voto, sta provocando
molte polemiche. Si ha paura che allungando i tempi, si abbiano più
possibilità di manomettere i voti.
Si stima che 45 milioni
di egiziani si presenteranno alle urne domani, mentre all’estero
solo un milione di egiziani, su otto milioni, si è registrato
per votare.
I partiti presenti sono circa 60, ed i favoriti
sono i Fratelli Musulmani, il Partito del Waft el Ghidid – “La
nuova Missione” (presente in Egitto dal 1919), il nuovo “Partito
degli Egiziani Liberi” – “El Masreen el Harrar” .
Intanto, ieri, il Papa Copto Shenuda ha dato precise indicazioni a tutti i
cristiani egiziani su quali partiti preferire. Uno di questi è
il sopracitato “Partito degli Egiziani Liberi”.
Staremo a
vedere.
Jasmine Isam
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