Fuori da qui

In diretta dall’Egitto: la tregua caramella

24 Novembre 2011 3 min lettura

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In diretta dall’Egitto: la tregua caramella

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Jasmine Isam è nata a Roma da
padre egiziano e madre italiana. Dal 1997 vive al Cairo con il marito
archeologo col quale gestisce un'agenzia di viaggi. Mamma di due
bambini sostiene la Rivoluzione alla quale partecipa in piazza e
attraverso un suo blog che ospiteremo nei prossimi giorni.

La tregua caramella

Dopo la prima timida tregua di poche
ore degli studenti dell’Università islamica dell’Azhar,
oggi sembra che le armi abbiano smesso di torturare il Popolo dei
manifestanti. Ieri, nel tardo pomeriggio, infatti,
dopo l’appello dell’Imam El Tayeb, che pregava le parti di
smettere e chiedeva alle forze dell’ordine di abbassare le armi dai
petti dei loro fratelli egiziani, una folla di studenti islamici si è
riversata in Piazza Tahrir e in via Mohammed Mahmoud, sede del
Ministero degli Interni e punto caldo degli scontri. Gli studenti si sono messi tra la gente
e le forze dell’ordine pregando entrambi di finirla con le violenze
e ricordando ai ragazzi che la manifestazione è a Piazza
Tahrir e lì deve essere. Dopo una breve pausa, in serata, però,
sono ricominciati violenti scontri.

Stamani sembra invece essere arrivati
ad un punto di incontro. Le Forze Armate si sono “scusate” con il
Popolo con un messaggio televisivo e su Facebook e, dicono,
rilasceranno i detenuti politici. Questa decisione, tra il Comitato dei
Rivoluzionari e le Forze Armate, porta un po’ di pace sulle strade
di Tahrir. Le Forze Armate hanno promesso di
punire chi ha usato violenza e dicono che le date delle elezioni
rimangono invariate.

Queste le notizie ufficiali.

Passiamo invece alle considerazioni
personali.

Le Forze Armate hanno provocato una
profonda spaccatura nel Popolo egiziano. Moltissima gente, esasperata e stanca
per le continue manifestazioni, non ha approvato neanche una delle
parole dei manifestanti in piazza questi giorni. Tante persone non vedono solamente
l’ora che arrivino le elezioni parlamentari così che un
raggio di normalità e stabilità illumini nuovamente il
Paese. L’altra parte del Popolo invece no,
vuole continuare a stare in Piazza finché Tantawi lasci il
commando e l’Egitto diventi un Paese civile e non militare. Attaccando i manifestanti, lo scorso
sabato, le forze Armate hanno alzato nuovamente le polveri di una
Rivoluzione, riaccendendo le menti delle persone che ad essa hanno
sempre preferito la stabilità. In questi giorni, nella Radio locale,
in Tv e per strada, tantissime persone urlavano contro i manifestanti
e non contro l’esercito. Ed era questo a cui si mirava. Ora, dopo il discorso caramella delle
scuse e delle promesse, una parte del Popolo sorriderà
soddisfatta della “normalità” riacquistata, l’altra metà
continuerà a stare in Piazza, magari nelle aiuole, come
prevedono le leggi sulle manifestazioni.

Ma di quelli che hanno perso la vita,
ne vogliamo parlare? E di quelli che hanno perso gli occhi e
la vista? Delle taglie appese sui colli degli
agenti di polizia ripresi nei video su Youtube, della gente costretta
a farsi giustizia da sola, delle madri che non abbracceranno più
i propri figli.. di tutto questo, ma chi cavolo ne parla?? Chi ridarà
al Popolo il sangue versato? Le Forze armate hanno tolto l’ossigeno
e la libertà ad ogni egiziano, volente e nolente, in questi
giorni.

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La più giovane vittima degli
scontri è un bimbo di soli 9 mesi, che si trovava distante tre
strade parallele ad un corteo nella cittadina di Tanta, ed è
deceduto a causa della grave intossicazione dei gas lanciati sulla
folla. La polizia ordinaria e militare ha
provocato ad oggi più di 4000 feriti e più di 60
vittime (nonostante i numeri ufficiali parlino ancora di sole 35
vittime). Queste armi, da guerra, sono chiamate
gas CR, vietate categoricamente dalla Convenzione di Ginevra. L’uso di questi gas, cancerogeni ed
estremamente tossici, su semplici civili che nel massimo della loro
aggressività lanciano sassi è non solo deplorevole, ma
in nessun modo giustificabile. Tantawi è pertanto da
considerare un Criminale di Guerra e dovrà pagare per le morti
provocate in Piazza, non solo al Cairo, ma in tutte le città
egiziane dove si sono svolti gli scontri e le manifestazioni.

Io sono profondamente schifata, stanca
e delusa. La vita umana ha un prezzo SEMPRE.

Che Dio maledica Tantawi per
l’eternità.

Jasmine Isam

@valigiablu - riproduzione consigliata

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