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Sempre da Scilipoti si passa

17 Novembre 2011 3 min lettura

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Sempre da Scilipoti si passa

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2 min lettura

L'istinto è questo. Ce l'ho da giorni e non mi passa.

In fondo, perché scaldarsi per analizzare le vicende di questo nuovo Governo? Non è stato scelto dai cittadini, i quali dovranno recepire le indicazioni di Monti e dei suoi ministri, 'filtrate' dal Parlamento che oggi applaude al nuovo esecutivo ma che progressivamente dovrà prenderne le distanze: quanto più l'avversario politico dirà no a misure impopolari, tanto più obbligherà la controparte a limitare l'entusiasmo, sino a nuove e più dolorose paralisi selettive del processo riformatore. Mentre l'Europa ci guarda, i mercati ci osservano: se ci scoprono, la loro insicurezza divorerà anche lo slancio post-pseudo-fine-di-Berlusconi.
Siamo in una democrazia parlamentare e il Parlamento è rimasto sempre lo stesso: Pdl e Lega hanno la maggioranza assoluta al Senato. La patrimoniale non si farà, a meno che il Partito non si rompa in due: difficile immaginare la corsa degli ex-frondisti verso un provvedimento punitivo nei confronti del loro elettorato. Idem per il conflitto di interessi, che io continuo a ritenere la priorità assoluta di qualsiasi governo in Italia che non sia guidato da Silvio Berlusconi. Per quanto l'esecutivo possa essere nuovo, bello, diverso, si passa sempre da Scilipoti, dai veti incrociati, dalle geometrie variabili, dalla 'Casta'.
Gli italiani non hanno deciso: hanno osservato. Al massimo hanno fatto il tifo, come sempre. Ora si dividono in due: una parte maggioritaria che apprezza la novità. Tutto è meglio di Berlusconi, difficile biasimarli. Dall'altra parte c'è la corsa al complotto, alla ricerca di un precario rapporto tra causa ed effetto mai dimostrabile. E poco altro. Le sfumature, le domande e i dubbi sono risucchiati dal reciproco sospetto verso l'altra parte, uno stato dell'anima tipico del berlusconismo che, lo sanno tutti, è molto lontano dall'essere tramontato. Lo dimostra, altro dato preoccupante, l'atteggiamento disperato degli italiani, pronti ad aggrapparsi all'ennesimo, preparatissimo, uomo della provvidenza: come se non avessimo imparato niente o, peggio, come se avessimo stabilito che in fondo il leaderismo cieco va bene, basta non sbagliare il santo a cui votarsi.
Sembra un grande gioco di ruolo. Il protagonista dei prossimi 16 mesi sarà, neanche a dirlo, il Pdl di Silvio Berlusconi. Ha diritto di veto in Parlamento e ha soprattutto una fiammante macchina del fango pronta a lavorare su nuovi obiettivi. E lo sappiamo, le costruzioni simboliche generate dai media funzionano meglio quando si è all'opposizione, quando non c'è una scomoda realtà che annacqua gli immaginari paralleli. Durante il Governo Prodi il TG5 era un bollettino di cronaca nera: serviva a creare ad arte un senso di insicurezza, un bisogno, una domanda, che poi veniva soddisfatta dal prodotto Berlusconi, disponibile su tutti gli scaffali delle elezioni politiche 2008.
Tre anni dopo gli strumenti sono analoghi, il potere anche: perché non aspettarsi campagne contro le banche, contro i partiti e contro le gerarchie ecclesiastiche, organizzazioni in profonda crisi di fiducia?
L'istinto è questo: fregarsene, e concentrarsi solo sulle prossime elezioni, sperando che gli italiani vadano a votare in massa e diano un ceffone a chi ci ha portato sin qua. Tanto sarà la politica a darsene di santa ragione, inutile infilarsi in una rissa.
Scaldarsi oggi è inutile. Tanto preoccuparsi non serve a niente, non c'è spazio per influire positivamente sui processi politici.
Se non mi conoscessi mi prenderei un anno di silenzio. Non mi passa.

Dino Amenduni
@valigiablu - riproduzione consigliata

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14 Comments
  1. Adriano

    I cittadini non scelgono il governo... la finiamo con questa berluscoballa, per una volta? Secondo la Costituzione italiana, i cittadini votano il Parlamento, NON il governo. Dal berlusconismo non usciremo mai, visto che il suo lavaggio del cervello si è ben radicato anche in chi se ne professa esente...

  2. Daniele Spagli

    Io sono più ottimista di te, questo governo ha dalla sua la carta dell'inevitabilità e dell'urgenza. La carta dell'urgenza è un jolly molto importante, che è sempre stato usato per far passare le peggiori porcate (urgenza rifiuti a napoli, urgenza terremoto all'Aquila, ecc.) che hanno permesso alla nostra classe dirigente di fare i loro sporchi affari a nostre spese. Basterà far presto, usare questo primissimo periodo per chiedere le cose più urgenti (riduzione ed ottimizzazione dei costi della politica, patrimoniale e lotta vera ad evasione e criminalità). In questo preciso momento nessuno può dire di no a Monti se non prendendo una grossa batosta alle prossime elezioni, quindi i nostri politici saranno costretti a far buon viso a cattivo gioco. Chiaramente la legge sul conflitto di interessi la vedo molto difficile da fare, se non cercando di far rispettare le norme che già esistono: con la legge del conflitto di interessi ai vecchi poteri potrebbe convenire gridare al golpe ed andare alle elezioni. Ma ci sono tanti modi per uscirne da questo empasse: anche solo permettere ad un terzo o quarto polo televisivo di nascere e svilupparsi potrebbe spingere molti lecchini a rivedere le loro posizioni fideistiche.... non dimentichiamo che monti è stato per molto tempo all'antitrust. Secondo me i margini per giocarsela ci sono... non che sia facile s'intende.

  3. Daniele Spagli

    @ Adriano. Già... ormai se lo sono dimenticato tutti, anche per colpa dei giornalisti che riportano i proclami dei politici senza il minimo di valutazione critica. leggo sul fatto: il pdl "Monti non si candidi ad elezioni". Ma qualcuno vuol ricordarsi che Monti è già senatore a vita e che quindi evidentemente non si candiderà alle elezioni?

  4. piero filotico

    Sull'analisi posso anche - a grandi linee - concordare. Ma non sul resto. Per usare una banale metafora, la macchina Italia è guasta e le responsabilità sono di chi l'ha pilotata fino all'altro ieri. Ora è da un eccellente meccanico e noi tutti, cittadini e parlamento, assisteremo all'opera di rimessa in strada. Ci meraviglieremo, discuteremo, ci saranno cento 'perchè', ma questo è quello che ci riserva il prossimo futuro. Per cui il vecchio team potrà solo star zitto e sarà costretto a tener silenziosa anche la sua macchina del fango: i cittadini hanno fatto tesoro delle precedenti esperienze e annuseranno da lontano ogni tentativo di una sua rimessa in moto. Quanto alla maggioranza al Senato che potrebbe bloccare talune iniziative del nuovo Governo, c'è da osservare che il suo spazio di manovra è, paradossalmente, limitato: sicuramente all'inizio e poi via via che l'azione di governo si svilupperà raccogliendone i frutti. Potrà mai permettersi di votare contro i provvedimenti adottati dal supertecnico chiamato a salvare in extremis capra e cavoli senza produrre un effetto boomerang devastante. Peraltro, che a tutti noi sia riservato un ruolo di ansiosi spettatori non è cosa nuova, ci siamo abituati. Ho però la serena convinzione che stavolta ci sarà qualcosa in più che frenerà ogni tentativo di delegittimare o squalificare il nuovo governo. E’ il consenso popolare che ha accompagnato l’arrivo della migliore società civile alla guida del Paese: Monti e i suoi colleghi sono dei nostri, sono di quelli che ogni giorno, al bar come sul luogo di lavoro, si interrogavano sull’azione degli incompetenti al governo, si sentivano mortificati e umiliati dalle gaffes, dalle rozzezze, dalle incompetenze, dal confronto internazionale con gli altri leader del mondo. Il nostro ruolo stavolta può essere risolutivo, il nostro appoggio, di tutti i cittadini che hanno salutato con entusiasmo e speranza l’uscita di scena del peggio governo della Repubblica deve – e dovrà – essere costante e risolutivo. E quindi Monti parte con un vantaggio competitivo che l’opposizione non potrà colmare facilmente e si amplierà man mano che le cose miglioreranno. Certo, se i risultati dovessero essere negativi non ci sarebbero santi, per il governo come per il Paese: ma non è questo che auspichiamo e ci attendiamo, non è vero? Se potessi dare un consiglio a Monti gli direi solo una cosa: si faccia assistere da un vero esperto di comunicazione (non quello di Prodi, per capirci) che ora per ora produca informazioni e chiare spiegazioni su quel che si va realizzando, sui risultati, sulle mosse e contromosse adottate. In altre parole, aggiorni costantemente l'opinione pubblica. Se le cose andranno nel giusto verso - e non c'è motivo, al momento, per dubitarne - alle prossime elezioni potrebbe anche spuntare un nuovo leader.

  5. Trading Warrior

    @Diego Sembra che in mancanza di elezioni non ci sia democrazia. Sembra che abbia ragione Scilipoti che grida al colpo di stato. Leggendo questo articolo mi rendo conto di quanto sia vero che oltre il 90% degli italiani non abbia la minima idea della gravità della crisi in atto. Ci si lamenta che il nuovo Presidente del Consilio non sia stato eletto dal popolo: ma le leggi le approva il Parlamento. E neanche quello è eletto dal popolo, è un parlamento di nominati. Pur non avendo alcuna simpatia per Bilderberg, vi invito a riflettere che il prossimo step, più che le elezioni potrebbe essere la bancarotta. E quando c'è bancarotta si rischia il golpe militare, o la guerra civile. Tanto per capirci. Cordialmente, Trading Warrior

  6. Daniele Spagli

    ok trading... mettiamo che tu e Messora abbiate ragione: come ne usciamo? Se la legge elettorale non è costituzionale, questo parlamento e questo governo sono entrambi illegittimi. Chi la cambia la legge elettorale? un parlamento illegittimo? E se un parlamento illegittimo fa una nuova legge elettorale anche questa sarà illegittima e così pure i parlamentari eletti con questa nuova legge. Come ne usciamo?

  7. Trading Warrior

    @Daniele Non ci tengo ad essere apparentato a Messora. Secondo lui c'è in atto un complotto delle banche, e anche se è vero che certe banche pilotano l'economia e le guerre, io non credo a nessun complotto ma solo all'incapacità del governo uscente. Quindi se pensi che tra me e Messora ci sia intesa, ti sbagli di grosso. Certo che voglio elezioni. Ma non adesso, perché porrebbero in essere il protrarsi di una instabilità che porterebbe il nostro Paese nel baratro. Per capirci: le elezioni a Febbraio, come si ventilava, sarebbero arrivate troppo tardi. Ripeto: chi vuole elezioni subito, non conosce la gravità della crisi, pensa che ci sia ancora tempo. Come se ne esce? Ci si prova con un governo serio, pieno di difetti, come questo appena in carica (e non dirmi che con elezioni ne sarebbe uscito uno migliore). Sappiamo tutti che Parlamento abbiamo, e quali elettori, peraltro. E comunque: bisogna uscirne s-u-b-i-t-o. Perché tra 2 mesi non se ne esce più. Meglio uscirne ora, o almeno avere una chance, piuttosto che non averne più, e non poterne più uscire. Spero di essere stato chiaro, Daniele. Cordialmente, Trading Warrior

  8. Daniele Spagli

    @trading avevo letto troppo di fretta il tuo commento. rileggendo ho capito meglio. Se vuoi capire quello che intendevo puoi leggerti l'ultima uscita di Messora su byoblu, dove mi sembra sia del tutto uscito dal seminato.

  9. Trading Warrior

    @Daniele "uscito dal seminato" per usare un eufemismo ;)

  10. Cienfuegos

    Sull'impossibilità di incidere e cambiare ti ricordo cosa è successo solo pochi mesi fa alle amministrative Milano e Napoli. La rassegnazione è il miglior alleato di Berlusconi,

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