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Le dichiarazioni di Penati sono uno scandalo e ancor più scandaloso è l’assordante silenzio del PD

27 Agosto 2011 3 min lettura

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Filippo Penati deve semplicemente dimettersi e andare a giudizio. E’ abbastanza scandaloso che, a parte alcune voci meritorie, non si levino autorevoli prese di posizione da parte del PD. D’Alema e i dalemiani, per esempio? Walter Veltroni e il riformismo che salverà l’Italia? Non si può pensare di disporre di un salvacondotto di fronte alla storia – Greganti era Primo, vogliamo sperare non ce ne sia un secondo. 
Se, dunque, del marcio non c’è, Filippo Penati verrà fuori in maniera nitida dalla somma di queste molte vicende. Non si può tuttavia continuare a presumere che un incarico politico funzioni come un impiego statale. C’è un obbligo di trasparenza, di correttezza basale. In gioco risulta essere il potere di delega, l’idea stessa di rappresentatività. Se gravano su un esponente politico indizi pesantissimi e il suo arresto è bocciato a causa di prescrizione, non è possibile comportarsi come un funzionario imposto dal Soviet supremo. Le dimissioni devono essere immediate. La presunzione di innocenza non è sufficiente, a fronte della difesa attraverso la prescrizione del reato. 
E’ la legge salva-Previti, la famigerata ex-Cirielli, che interviene a salvare anche Penati. Bisogna tenere conto di questo.

E’ certamente fuori luogo farsi prendere dalle foghe neogiacobine di tanto qualunquismo italiano. Non ha alcun senso il forcaiolismo, tipica espressione etologica dell’italiano medio, che ulula dal bar il suo fascismo antropologico. Qui non si tratta di fare cadere il re o di urlare che è nudo, Filippo Penati non è Silvio Berlusconi, lo ha sempre detto ed è stato votato anche e soprattutto per questo motivo. Si tratta di comprendere bene questo. Si tratta di comprendere che le ragioni del civismo, spesso conclamato inutilmente, stanno alla base della comunità. Le incredibili reazioni di Penati dopo il rifiuto del gip all’arresto (“Sta crollando il castello di accuse”), le sue autosospensioni prive di qualunque esito effettivo sono proprio emblematiche di certe pratiche di potere che non si vorrebbero mai vedere incarnate a sinistra o nelle file progressiste. E’ il motivo per cui esiste un “popolo arancione” a Milano ed è la ragione per cui una “forza gentile” si è fatta largo sotto il Duomo, dopo anni di arroganza, di esercizio del potere privo di scrupoli e – come si constata oggi – di menzogne circa lo stato reale delle cose. 

A Milano il Partito Democratico ha rappresentato una svolta che forse non è stata bene intesa dai suoi organismi nazionali. Sono un segnale forse ancora non correttamente interpretato le molte preferenze raccolte da Stefano Boeri, capolista Pd, il quale ha condotto una straordinaria campagna elettorale insieme a Giuliano Pisapia, nonostante quest’ultimo si fosse aggiudicato le primarie. 
Non è nemmeno vero che mi auguro che Penati sia innocente e lo dimostri. Dò per scontato che riesca a dimostrare che è innocente. Le sue dichiarazioni tuttavia destano in me scandalo. Uno scandalo minore di quanto desti in me l’assordante silenzio del Partito Democratico.

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