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I tagli di un governo coraggioso: asili, assistenza, mutui e detrazioni. E dovremmo pure ringraziare?

17 Luglio 2011 4 min lettura

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I tagli di un governo coraggioso: asili, assistenza, mutui e detrazioni. E dovremmo pure ringraziare?

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4 min lettura

“Il Paese ha motivo di essere grato al Parlamento per l’impegno e la determinazione con cui ha proceduto in tempi brevissimi all’esame e alla votazione del decreto legge comprendente massicci interventi per la stabilizzazione finanziaria” (Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica)

Come gli dei greci, i mercati fanno le bizze e non sono ancora tranquilli. Potrebbero imbizzarrirsi per qualche oscuro capriccio e decidere di contagiarci. Già la parola contagio, usata in questi giorni, per raccontare il pericolo di ammalarci della stessa epidemia che ha colpito Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, sta lì a dirci che ancora una volta il pericolo arriva dall’esterno, pronto a travolgerci nella nostra impotenza. Altrove. L’origine e la direzione di quanto sta accadendo è da ricercare sempre altrove. 
Siamo in crisi e la minaccia proviene dall’esterno. Alesina e Giavazzi, sulle pagine del Corriere della Sera, consigliano di non farsi troppe illusioni
Una sorta di mantra dello scaricabarile, che - ripetuto in continuazione da politici e commentatori - lava dai peccati e fa male a noi stessi, perché non ci fa osservare con attenzione le condizioni in cui versa l’Italia come Stato e come nazione, oggi. L’ingresso nell’Euro, la costituzione dell’Europa come soggetto politico e amministrativo, l’apertura delle frontiere a cittadini e ai mercati, chiedevano uno Stato solido, omogeneo e coeso. 
E invece negli ultimi trent’anni la struttura istituzionale dello Stato è stata erosa e svuotata dall’interno. Politici come roditori indefessi ne hanno rosicchiato l’ossatura giorno dopo giorno. Meno lo Stato funzionava più veniva delegittimato dai politici stessi agli occhi dei cittadini. Poi sono arrivati gli anni delle leggi ad personam e i tentativi di cucire la Costituzione come un abito su misura per una persona sola. 
Ma gli abiti hanno tante tasche e tante pieghe. E al loro interno c’è stato spazio per tanti, per chi mediava, per chi tramava e ordiva, per chi eseguiva, per chi contestava e poi al momento opportuno taceva. E intanto sotto i colpi di avvocati, governi, faccendieri e vaffa-day, lo Stato italiano diventava sempre più debole anche come nazione, sfiancato dalla propaganda leghista
Forti di questa debolezza strutturale e forse illusi da quell’arte di arrangiarsi che ci ha fatto salvare tante volte, ci troviamo esposti alla crisi. Non capriccio dell’olimpo del mercato, ma condizione alla quale ci siamo condannati con le nostre mani anno dopo anno, mattone dopo mattone. 
A questa classe politica, il Presidente della Repubblica ha chiesto prova di coesione nazionale. A questo Parlamento, a legge finanziaria approvata, Napolitano ha affermato che il Paese dovrà essere grato. Grati a quali Camere? Quelle che impietose immagini hanno fotografato vuote (vedi foto), nei giorni scorsi? Grati per cosa? Per una manovra regressiva per cui il reddito più è basso e più si paga? Per i tagli agli asili, all'assistenza, ai mutui e alle detrazioni? Grati di cosa? Di aver contribuito ad affondare il Titanic
Viene da chiedersi cosa s’intende per coesione nazionale. Nelle stesse ore in cui venivano approvati provvedimenti che costringeranno cittadini, comuni e regioni a notevoli sacrifici e ad accantonare prospettive di crescita, i parlamentari si facevano lo sconto
Fa rabbia leggere le affermazioni nel corso del dibattito nella Commissione Affari Costituzionali dei senatori del Pdl Pastore, Saro e Saltamartini nel tentativo di giustificare il salvataggio di vitalizi, finanziamenti ai partiti, rimborsi elettorali e indennità parlamentari dai tagli previsti: 
“Il senatore PASTORE (PdL), nel condividere i rilievi formulati dal relatore, si sofferma sul Titolo I del decreto, relativo ai costi della politica e degli apparati pubblici. Ritiene necessario che si levino voci in difesa del prestigio del Parlamento e della dignità della funzione parlamentare, gravemente lesa da campagne diffamatorie che non rappresentano la realtà e alimentano sfiducia nelle istituzioni e in chi le rappresenta.” 
“Il senatore SARO (PdL) ritiene che le misure di contenimento dei costi della politica e degli apparati pubblici siano frutto di una deriva populista, che rischia di determinare una grave delegittimazione del Parlamento. Inoltre, anche procedendo a una radicale revisione di alcuni istituti quali l'indennità parlamentare o il vitalizio, non si riuscirebbe a recuperare il favore dell'opinione pubblica.” 
Coloro che dovevano difendere la società dalla tempesta ormai prossima, hanno mostrato sì coesione sociale, ma per difendere loro stessi dalla società. 
Se l’Italia riuscirà a uscire dalla situazione in cui è precipitata sarà per merito di quei tanti cittadini che, come in altre occasioni (vedi ingresso nella zona Euro, vedi finanziaria 1992-1993 del Governo Amato), si saranno sacrificati, mostrando senso dello Stato e coesione nazionale. E dovranno essere i parlamentari ad essere grati a questo Paese per essersi salvati, e non viceversa come ha improvvidamente dichiarato a caldo il Presidente della Repubblica. 
Si può essere grati a persone che ci hanno condotto per loro insipienza, voracità e miopia politica a questa situazione? Parlamentari, emanazione delle segreterie di partito, che non possiamo neanche eleggere per una legge elettorale che loro hanno architettato e poi mantenuto in vita? 
E allora, come scrive Pippo Civati sul suo blog, forse è ora di un’operazione di “credito pubblico”, che restituisca credibilità a una classe politica che, con il debito pubblico, ha accresciuto i propri privilegi. Un’operazione, che riduca lo squilibrio tra gli stipendi di parlamentari e cittadini come era nello spirito iniziale della Costituzione, partendo dall’abolizione dei vitalizi, dalla riorganizzazione della struttura statale e da una nuova legge elettorale.
Angelo Romano (hanno collaborato Matteo Pascoletti e Arianna Ciccone)
@valigia blu - riproduzione consigliata

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4 Comments
  1. giorgio

    Quelli della mia generazione, in virtù di un patto sociale esistente, hanno pagato le tasse fino ad ora, a pagare più di quanto, in quanto cittadini, chiedevano indietro dallo Stato. Fino adesso abbiamo pagato tasse per agevolare e tenere ...in piedi i servizi e le pensioni per gli altri, ma ora che siamo noi ad averne bisogno, ora che ad esempio abbiamo deciso di fare dei figli, ci vengono tolti i posti per gli asili, la scuola, l'istruzione in generale viene deturpata, vengono ridotte le agevolazioni fiscali per i figli a carico, vengono inseriti dei ticket sanitari anche per le visite di controllo obbligatorie. Quelli della mia generazione sono stati fottuti nel passato nel presente e nel futuro, perchè hanno visto nascere e si sono adeguati ai contratti da precario sul lavoro, perchè la pensione la vedranno forse a 70 anni con cifre da indigenti e ricalcoli da fantascienza e perchè ora proprio quando ne avrebbero più bisogno gli vengono ridotti tutti quei servizi o quelle agevolezioni fiscali che uno Stato dovrebbe fornire. Cioè questo Stato ci ha regalato precarietà da giovani, ci hanno cancellato una tranquillità economica da pensionati e ora ci tagliano i pochi e doverosi privilegi fiscali che potevamo avere... Forse ce l'hanno con noi perchè guardavamo Goldrake

  2. laghee

    perchè ogni volta che tagliano soldi a comuni regioni o provincie, questi devono essere quelli dei vecchi , degli asili e dell'assistenza, e non quelli per le majorettes, dei fuochi artificiali, dei patrocinii di ogni sorta di manifestazione o delle sovvenzioni a squadre di calcio o consulenti sulle .. rane o altro ?

  3. ermi

    DOVE VENGONO PRESI 300 MILIARDI PER NUOVE ELEZIONI? IN QUESTO MOMENTO DI CRISI QUANTO DENARO VIENE TOLTO AI POLITICI? CHI TOGLIE A LORO GLI IMMENSI PRIVILEGI? IL POPOLO BUE SI STA STANCANDO

  4. ermi

    IL "POPOLO SOVRANO" PAGA UN'ALIQUOTA AL 33% MENTRE I POLITICI ALL'8% .NOI DOBBIAMO FARE SACRIFICI,LORO SAN FARE SOLO BUNGA BUNGA.L'ITALIA è ANCORA UNA DEMOCRAZIA ? SVEGLIAMOCI

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