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La Padania è cristiana. Forse

2 Febbraio 2011 3 min lettura

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La Padania è cristiana. Forse

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La cristianità presso i leghisti deve essere affrontata con la delicatezza che merita. Non che la scorsa volta, parlando di Islam, l’indelicatezza dominasse, eppure si intuirà presto perché la premessa siffatta. 

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Dal punto di vista religioso, la Lega Nord si schiera da sempre contro la supposta invasione islamica e non manca mai occasione in cui si ribadisce che l’Unione Europea bene farebbe a citare le radici cristiane del continente.
Il sindaco di Treviso, Gian Paolo Gobbo, noto alle cronache slipstream nostrane con un rinvio a giudizio per banda armata, vecchia scuola per divenire filantropi longobardi, oltre che gentili seminaristi di provincia, dichiarò perentorio: «Noi siamo la Padania e cercheremo di mantenerla cristiana».
O basti ricordare i leghisti compatti a favore della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, parlando addirittura di battaglia laica; chi frequenta le terre vichinghe venete sa che nei bar non si parlava d’altro: “El crocefisso el ghe xe sempre sta e là el ga da star” (Il crocifisso c’è sempre stato e là deve rimanere ndr). 
Di recente gli allievi di Bossi si sono altresì messi fra le teste di cuoio dialettiche per condannare le persecuzioni contro i cristiani.

Nota a margine, se il ministro Calderoli sostiene che l’Islam non sia una civiltà e indossa magliette offensive verso altre religioni, non è che “amatevi gli uni e gli altri” abbia avuto un gran risultato nel caso del medico bergamasco prestato alla politica da più d’un ventennio, se non nel suo matrimonio officiato con rito celtico. Quisquilie. 

Il Veneto era un tempo una regione non bianca, bianchissima, i meno giovani ricorderanno di sicuro Mariano Rumor, oggi invece il territorio è verde. Una colorazione che ha modificato le forme di evangelizzazione politica, le ha destrutturate, alterandone a proprio vantaggio la superficie (leggi: l’elettore che ragiona di pancia, qualche volta anche con qualche rutto per la verità), donando così una veste cristiana alla Lega Nord. Una veste. Scendiamo in profondità. 
L’elettorato cattolico va coccolato, si sa, perché trasporta milioni di voti utili; i dirigenti leghisti mica sono fessi, infatti appena Cota e Zaia si insediarono nelle poltrone regionali presero subito di petto la questione RU486: il buon Luca tuonò da Venezia sostenendo che si «studierà le modalità per far valere un punto di vista nettamente contrario a uno strumento farmacologico che banalizza una procedura così delicata come l'aborto, che lascia sole le donne e che deresponsabilizza i più giovani. Non posso non considerare l'invito del Papa che stimola tutti noi a procedere secondo coscienza». Che bravo ragazzo Luca, il Vaticano applaudì, soddisfatto, subito una pacca sulle spalle all’enologo più affascinante d’Italia. E si potrebbe aggiungere la posizione dei leghisti contro le unioni omosessuali, strizzando l’occhiolino alla chiesa.

Lo stesso Umberto Bossi approvò un documento che si può trovare nel sito della Lega Nord, datato febbraio 2008, nel quale si parla di radici cristiane: «Storicamente l’uomo europeo si è sempre distinto nella sua etica comportamentale per un insieme di valori che hanno la loro fonte nel cristianesimo, nel comune sentire cristiano». Un’autarchia religiosa non soltanto contro gli islamici, anche contro gli atei, come si può leggere nelle cronache di questi giorni

 L’associazionismo è assai vivo in terra padana, ne sa qualcosa Giuseppe Leoni, presidente dell’Associazione Cattolici Padani, che organizza sante messe, incontri culturali, sempre seguendo i dettami della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, tutto maiuscolo, sia mai che ci denuncino per offesa alle loro credenze.

Per non parlare delle donne padane, osservate il sito del gruppo politico femminile della Lega Nord, scendete con il cursore, troverete abbacinante un pensiero di Benedetto XVI: «È la donna che, anche nelle situazioni più disperate – e la storia passata e presente ne è testimone – possiede una capacità unica di resistere nelle avversità, di rendere la vita ancora possibile pur in situazioni estreme, di conservare un senso tenace del futuro». 

Insomma sembrerebbe che i leghisti abbiano un’anima cristiana...
Alla prossima, ne vedrete delle belle. - Continua
Morgan PalmasSul Romanzo
@Valigia Blu - riproduzione consigliata

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