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L’anno che verrà: i nostri auguri all’informazione italiana

31 Dicembre 2010 2 min lettura

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L’anno che verrà: i nostri auguri all’informazione italiana

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1 min lettura

Una Rai libera dai partiti.

Una rai che fa il 30% di share con le parole, la musica, la cultura. 
Un giornalismo dove i padroni delle notizie sono i cittadini e non gli imprenditori/editori.  
Un’informazione seria, onesta, trasparente, che se sbaglia la vera punizione è la vergogna per la fiducia tradita dei lettori.
Un’informazione senza conflitto di interessi.
Giornalisti senza bavaglio e senza paura per le minacce di risarcimento.
Telegiornali dove il microfono non è per dare voce al potente di turno ma per dare voce a chi voce non ce l’ha.  
Trasmissioni radiofoniche del servizio pubblico che rispettano i cittadini e non li offendono perché hanno un pensiero diverso dal conduttore.
Un’informazione dove pluralismo non significa obbligare Santoro ad avere Belpietro in trasmissione tutte le settimane per bilanciare Travaglio.
Un’informazione che ha la professionalità, il pudore, il rispetto di non annunciare in diretta ad una madre la morte della figlia.
Un’informazione dove Report e le inchieste del team di Milena Gabanelli non siano un patrimonio da salvaguardare ma normale amministrazione. 
Un’informazione fiera di sé che non ha paura di dire che per un uomo di Stato il privato è pubblico. 
Un’informazione libera che fa quadrato quando il Presidente del Consiglio invita a non fare pubblicità su alcuni giornali. Perché così si ledono tra l’altro le più elementari regole di mercato. 
Un’informazione che non titola stuprata una donna, arrestato “rumeno”, ma stuprata una donna, arrestato un uomo e che non definisce l’uccisione della moglie da parte del marito delitto passionale. 
Un’informazione che non demonizzi la rete semplificando. Facebook e i social media non sono network dell’odio. Per parlare di una cosa bisogna conoscerla.  
Libera Rete in libero Stato. Dove i diritti dei netizen, dei cittadini sulla Rete siano uguali a quelli fuori la Rete. Nessuna censura o filtro preventivo. La libertà di espressione è un diritto fondamentale di ogni cittadino, anche “digitale”. E se poi Facebook la smette di chiudere pagine e account senza motivo non sarebbe male. 
Wifi libero e banda larga sono il futuro, l’innovazione, la crescita non un investimento che non ci possiamo permettere.
Arianna Ciccone
@Valigia Blu - riproduzione consigliata

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