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La mia provincia sotto il fango: il Veneto non è solo Lega Nord

12 Novembre 2010 3 min lettura

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La mia provincia sotto il fango: il Veneto non è solo Lega Nord

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2 min lettura

I riflettori mediatici si sono soprattutto accesi quando Berlusconi, Bossi e Zaia hanno finalmente deciso di comprendere la situazione, visitando le aree colpite. L’alluvione ha risparmiato per fortuna molte zone del vicentino, ma laddove la furia della natura s’è scatenata si raccoglie da più di una settimana disperazione. Gli argini non hanno retto e in pochissime decine di minuti il paesaggio di alcuni paesi a nord della città si è trasformato in una distesa di melma, oltre a Vicenza per un terzo travolta da una condizione d’emergenza quasi surreale. 

La macchina della Protezione Civile si è subito attivata e centinaia di volontari hanno prestato aiuto ai cittadini nel tentativo di tornare quanto prima alla normalità. Ho partecipato alle operazioni di soccorso come volontario, raccontando nel blog letterario Sul Romanzo sensazioni, azioni e pensieri. Da un lato, la consapevolezza che accanto ai pregiudizi rivolti al ricco nordest esiste un livello di lettura più complesso, al di là dei grossolani e facili stereotipi, dall’altro lato la necessità di agire con generosità rendendo risibile qualsiasi tipo di selezione e disuguaglianza: quando una tragedia coinvolge migliaia di persone l’unica salvezza interiore è attivarsi con celerità, senza indugi. 
Vedere leghisti e immigrati, bianchi e neri, giovani e meno giovani con una pala in mano o una scopa e con le mani nel fango, ridona il vero significato a un concetto: nei momenti di vita tranquilla si possono compiacere distinzioni talvolta opinabili, ma nel momento di bisogno nulla deve impedire a un essere umano di aiutare un suo simile, perché oggi tu sei nel fango, e domani?
Chi ha osservato da vicino la situazione a Vicenza sa che per circa una settimana sembrava, come qualcuno ha sostenuto nei quotidiani, di vivere ai confini d’un impero, consci che tanto il nordest rialza la schiena, è capitato nel ’66 con l’altra alluvione; consci che la mentalità vicentina è pragmatica, non attende soldi disperandosi, ma subito agisce chiedendo con timidezza, un paradosso che appare anacronistico oramai, anche se le ragioni storiche ed economiche giacciono ancora nei ricordi dei vicentini. 
Così non pochi, dimostrando una reazione imprevista, hanno chiesto maggior rispetto per un dramma che è sembrato agli italiani un problema risolvibile senza grandi interventi, non capendo invece che qui si è abbattuta una alluvione che ha provocato morti, chiusure di aziende, danni incalcolabili a case e persone.
Se è vero che il Veneto è una regione leghista e, quindi, un territorio in cui la maggior parte delle persone è a favore di un’autarchia d’identità e di una secessione che emerge come un fiume carsico a distanza di mesi, è altresì vero che tanti veneti non leghisti conoscono con chiarezza quanto l’interdipendenza fra province, regioni e Stati non debba e non possa rappresentare un filo rosso debole, accettando così la Costituzione Italiana come una base ineludibile di cittadinanza. Il Veneto non è soltanto Lega Nord, il Veneto è molto altro e questo, da vicentino, mi piacerebbe che fosse chiaro agli italiani che vorranno aiutarci, sostenerci in un momento assai difficile.

Per avere maggiori informazioni sull’alluvione in Veneto cliccate qui 

Morgan Palmas per Valigia Blu
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