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‘Meglio fare i giornali e regalarli’

6 Luglio 2010 2 min lettura

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‘Meglio fare i giornali e regalarli’

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"Altro che sciopero contro la legge-bavaglio sulle intercettazioni. Ci vuole una giornata di super-informazione. E' questa l'alternativa al silenzio-stampa del 9 luglio proposto dalla Fnsi. La controproposta è stata lanciata da un appello in rete da Arianna Ciccone, la vulcanica giormalista animatrice del gruppo di internauti "Valigia Blu" che conta 207mila adesioni. Quella che per protestare contro la mancata rettifica dell'editoriale del Tg1 sul caso Mills (si era parlato di assoluzione anziché di prescrizione), ha scaricato in febbraio davanti al Cavallo della Rai di viale Mazzini, proprio da quella valigia che ha dato il nome al movimento, 150mila firme del popolo di Facebook a sostegno della richiesta di rettifica.

Ora è partita all'attacco dello sciopero dei giornalisti?

Lo sciopero, si diceva la gente alla manifestazione del primo luglio in piazza Navona, non è lo strumento giusto per protestare contro la legge-bavaglio. La comunicazione cambia e anche le forme di protesta possono essere più originali. Così abbiamo scritto agli editori per chiedere, invece del black-out, di raddoppiare l'informazione.

Come?

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Regalando per un giorno ai lettori i giornali. O facendoli pagare la metà. Una forma di protesta più forte contro un provvedimento che vuole i giornalisti imbavagliati e i cittadini non informati. Facendo sciopero ci sono testate che vanno in edicola comunque. Vanificado il black-out dell'informazione e comunque remando contro. Invece bisognerebbe inondare le edicole di informazioni, riepilogando i mali del ddl sulle intercettazioni, spiegandone in modo dettagliato i contenuti, chiarendo quali articoli e interviste non sarà più possibile trovare in pagina. Si potrebbero anche rilanciare, per esempio, i giornali con la stessa prima pagina.

Quali sono i punti che le piacciono di meno del ddl intercettazioni?

Lascia senza parole la questione delle multe ai proprietari dei media, che costringe l'editore a stare in redazione, ledendo l'autonomia del direttore e dei giornalisti. Poi con il giro di vite sulle intercettazioni si legano le mani ai magistrati e alla fine non ci saranno reati da pubblicare, perché non saranno scoperti, grazie allo scarsissimo uso che si potrà fare delle intercettazioni. Poi non digerisco il metodo con cui si porta avanti la legge, a colpi di fiducia, senza consentire l'esame degli emendamenti, svilendo il ruolo del Parlamento.

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