“No al black-out della stampa cancellate lo sciopero”
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Valigia Blu scrive ad Editori e Fnsi: "Il 9 luglio ci vuole una straordinaria diffusione dei giornali, non il silenzio". L'astensione dal lavoro è una forma di protesta contro la legge sulle intercettazioni. La Fnsi: "La giornata del silenzio è confermata. E' il segnale straordinario ed estremo della categoria per respingere il provvedimento. Valuteremo le proposte della società civile".
ROMA - Lo sciopero dei giornalisti del 9 luglio contro il disegno di legge "bavaglio" non convince le associazioni che sono in prima fila nella campagna. Il Gruppo Valigia Blu ha lanciato un appello ad editori e giornalisti. Che rispondono, per ora con un no.
"Cari editori, cari rappresentanti della Federazione Nazionale della Stampa -scrive il Gruppo - vi scrivo in merito allo sciopero del 9 luglio 2010 come strumento di contestazione contro la Legge bavaglio. Se si vuole dare un segnale forte per contrastare una legge che vuole i cittadini non informati e i giornalisti imbavagliati forse non è questa la risposta giusta. Anzi ci vorrebbe ancora più informazione.
Allora a nome della Valigia Blu, la dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini (il gruppo apartitico nato su Facebook per una informazione corretta e per il bene comune con oltre 207 mila iscritti), vi chiediamo di non scioperare venerdì 9 luglio, pensate a una forma di protesta più forte e originale: regalate ai vostri lettori i vostri giornali. O fateli pagare la metà. Una maggiore diffusione dei giornali - siamo convinti - sarà gradita anche dagli inserzionisti. E agli editori che avranno paura di coprire i costi di questa operazione chiediamo più coraggio, in fondo si tratta di investire per un solo giorno puntando al ritorno non in termini economici ma di libertà e di democrazia. Sarebbero tutti felici: editori, inserzionisti, lettori, giornalisti.
Gli unici a non essere felici sarebbero quelli che in modo irresponsabile stanno portando avanti questa sciagurata legge, coloro che in un colpo solo vogliono legare le mani ai magistrati e mettere il bavaglio ai giornalisti, ledendo i diritti fondamentali dei cittadini alla sicurezza e all'informazione".
L'appello è firmato da Arianna Ciccone, responsabile di Valigia Blu. Questa mattina ne ha scritto anche Marco Travaglio sul Fatto. "Non intendiamo rompere il fronte, ma insinuare un dubbio negli amici della Federazione nazionale della stampa. Sicuri che la forma più efficace di protesta contro il bavaglio sia quella di autoimbavagliarci per un giorno?".
Hanno già annunciato l'uscita in edicola Il Giornale, Il Foglio, Libero, il Tempo e il Riformista. Dubbi anche al Manifesto.
Secca la replica della Federazione Nazionale della Stampa: "Allo stato attuale non esistono le condizioni per sospendere lo sciopero - spiega il segretario nazionale Franco Siddi - Non è uno sciopero tradizionale; è il segnale straordinario, estremo, necessario per respingere un provvedimento che instaura la censura preventiva sulla stampa e cancella il diritto dei cittadini ad essere informati. La giornata del silenzio ha questa motivazione, altre iniziative sono possibili e saranno altrettanto necessarie, ma al momento non ci sono risposte in questo senso da Fieg e da molti direttori di giornali per un'iniziativa comune e fortemente visibile. I giornalisti italiani sentono il dovere, quindi, di dare comunque un segnale forte, sacrificando per un giorno la propria risorsa professionale, per garantire a tutti la libertà d'informazione. La Fnsi valuterà nelle prossime ore tutte le proposte che vengono dalla società civile e dalla categoria, ma finché non ci saranno elementi certi e concreti che trasformeranno queste proposte in forti iniziative comuni e concordate, la giornata del silenzio del 9 luglio non solo è confermata, ma diventa per questo sempre più indispensabile".
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