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Yemen, i governi riducono i finanziamenti: “Milioni di bambini, donne e uomini hanno un disperato bisogno di aiuto per vivere. Il taglio delle donazioni è una condanna a morte”

5 Marzo 2021 6 min lettura

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Yemen, i governi riducono i finanziamenti: “Milioni di bambini, donne e uomini hanno un disperato bisogno di aiuto per vivere. Il taglio delle donazioni è una condanna a morte”

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A novembre dello scorso anno le Nazioni Unite avevano lanciato un allarme affinché la comunità internazionale prestasse attenzione alla grave situazione dello Yemen che rischiava di venire travolto dalla peggiore carestia degli ultimi decenni.

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A distanza di quattro mesi la situazione continua a essere estremamente complicata e difficile con i ribelli Houthi che nelle ultime settimane hanno rilanciato un'offensiva alla città di Marib, l'ultima roccaforte settentrionale del governo del presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi nonché capitale di una delle principali aree di produzione di petrolio del paese.

Quanto mai cruciali sono, in questo momento, le scelte compiute dalla comunità internazionale dei donatori per non rischiare di arrivare a un punto di non ritorno.

Secondo gli ultimi dati forniti dalle Nazioni Unite, quest'anno più di 16 milioni di yemeniti – più della metà dei 29 milioni di abitanti – dovranno affrontare la fame e circa 50.000 stanno già morendo in condizioni simili alla carestia.

Per contrastare la diffusione di un disastro su vasta scala, l'ONU sperava di raccogliere 3,85 miliardi di dollari nel corso della Conferenza internazionale dei paesi donatori che si è tenuta lunedì 1 marzo a Ginevra.

Più di 100 governi e donatori hanno preso parte all'evento virtuale organizzato dalla Svizzera in collaborazione con la Svezia.

I partecipanti si sono impegnati a devolvere 1,7 miliardi di dollari. Una cifra minore rispetto agli 1,9 raccolti nel 2020. Un risultato deludente per il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres che ha sottolineato in una dichiarazione come il finanziamento sia stato inferiore sia a quello ricevuto per il piano di risposta umanitaria nel 2020 che a quello promesso alla conferenza del 2019.

“Milioni di bambini, donne e uomini yemeniti hanno un disperato bisogno di aiuto per vivere. Il taglio delle donazioni è una condanna a morte. La cosa migliore che si può dire in questa circostanza è che quanto raccolto rappresenta un acconto. Ringrazio chi si è impegnato generosamente e chiedo agli altri di valutare ancora cosa possono fare per aiutare a scongiurare la peggiore carestia a cui il mondo potrebbe assistere da decenni”, si legge nel documento.

Con la riduzione dei finanziamenti finalizzati agli aiuti la situazione nel paese è peggiorata ulteriormente.

Malattie prevenibili come il colera, la difterite e il morbillo causano nello Yemen la morte di almeno un bambino ogni 10 minuti. I bambini ammalati non sono accolti nelle strutture sanitarie che non dispongono di medicinali o scorte. Ogni giorno, inoltre, rischiano di essere uccisi o di subire mutilazioni a causa del conflitto che a breve entrerà nel suo settimo anno.

All'apertura della conferenza le Nazioni Unite avevano chiesto ai donatori "finanziamenti immediati" per sostenere i 16 milioni di persone sull'orlo della crisi che necessitano di aiuto per la sopravvivenza.

«Per la maggior parte delle persone la vita è insostenibile. L'infanzia è diventata un inferno. Questa guerra sta inghiottendo un'intera generazione di yemeniti», aveva detto Guterres invitando la platea a non compiere un passo indietro e sottolineando come le donazioni possono fare un'enorme differenza determinando la vita e la morte della popolazione.

«L'impegno che assumete non solo impedirà il dilagare della carestia e salverà vite umane, ma creerà anche le condizioni per una pace duratura», aveva aggiunto.

Intervistato da Al Jazeera Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC) – che si è recato in visita nel paese – ha avvertito che quella dello Yemen potrebbe essere la catastrofe peggiore degli ultimi quindici anni se non arriveranno gli aiuti previsti.

«Milioni di persone sono sull'orlo della carestia. Stanno già morendo di fame», ha detto raccontando di aver visto bambini nello Yemen settentrionale talmente malnutriti da rischiare di morire da un momento all'altro.

«Sono profondamente addolorato. Sto vedendo in prima persona quanto è aumentata la fame nello Yemen. È infinitamente peggiore rispetto a tre anni fa. Le famiglie che sto incontrando ti guardano con la fame negli occhi e per molti la situazione è peggiorata da quando, l'anno scorso, le razioni di cibo sono state dimezzate. Quello che sta accadendo al popolo dello Yemen è inconcepibilmente crudele. I gruppi di assistenza sono tragicamente sottofinanziati e sovraccarichi. Le parti coinvolte in questa guerra insensata sono specializzate nel produrre sofferenza e la loro arma preferita è la fame», ha commentato Egeland.

Per il segretario di NRC oltre allo sforzo economico sono indispensabili anche un cessate il fuoco e l'accesso degli operatori umanitari.

«Spero che inizi al più presto un processo politico perché abbiamo bisogno di finanziamenti ma non solo. È necessario che la guerra finisca e che vi sia il pieno e libero accesso a tutti coloro che ne hanno bisogno» ha spiegato, chiedendo ai partecipanti della conferenza di non rimanere inerti di fronte alla peggiore catastrofe umanitaria.

L'Arabia Saudita, che guida la coalizione militare che combatte gli Houthi, ha annunciato che donerà 430 milioni di dollari in aiuti. Come l'anno scorso, è l'importo più alto promesso da un singolo paese, scrive Deutsche Welle.

Gli Stati Uniti hanno promesso una donazione di 191 milioni di dollari, diminuendo il sostegno di circa 35 milioni rispetto a quanto annunciato nel 2020.

La Germania ha previsto lo stanziamento di 241 milioni di dollari poiché si tratta di una questione di vita o di morte, come ha sottolineato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.

"Quando è troppo è troppo!" ha twittato Maas, promettendo di aumentare nel tempo i contributi.

Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno fatto parte della coalizione militare fino al 2019, si sono impegnati a donare 230 milioni di dollari.

La Norvegia ne stanzierà 23, mentre l'Unione Europea 115 e il Regno Unito 121, 107 milioni in meno rispetto al biennio 2019-2020.

Il governo britannico ha difeso la decisione di tagliare il proprio sostegno (che rientra in una scelta più vasta di ridurre il budget complessivo destinato agli aiuti internazionali a causa della pressione sulle finanze dovute alla pandemia) spiegando che continuerà a "fare la sua parte" per sostenere i più vulnerabili nel paese dilaniato dalla guerra. Il ministro degli Esteri Dominic Raab ha dichiarato che il contributo del Regno Unito sfamerà 240.000 bambini e fornirà acqua pulita a milioni di persone.

Anche i paesi ricchi – come Stati Uniti, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti – hanno ridotto drasticamente gli aiuti, principalmente a causa della pandemia di coronavirus.

Per questo motivo nel 2020 più di un terzo dei programmi umanitari delle Nazioni Unite sono stati ridimensionati o completamente chiusi.

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“Non è il momento di fare un passo indietro per lo Yemen. Nessuno merita di morire perché non ha abbastanza da mangiare. Aumentare le donazioni per le operazioni di soccorso è il modo più veloce ed efficiente per prevenire una carestia. Contribuirà anche a creare le condizioni per una pace duratura. Il 2020 è stato un anno difficile per tutti, ma per alcuni è stato molto più duro che per altri. La gente dello Yemen ha un disperato bisogno di aiuto in questo momento. Quindi, stiamo dalla loro parte”, avevano scritto su Guardian, Mark Lowcock, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, Ignazio Cassis, vicepresidente del Consiglio federale e capo del Dipartimento federale degli affari esteri in Svizzera, Ann Linde, ministro degli Esteri in Svezia e Per Olsson Fridh, ministro per la cooperazione internazionale allo sviluppo e gli affari umanitari in Svezia, alla vigilia della conferenza di Ginevra, rivolgendo un appello accorato alla generosità dei partecipanti.

La loro richiesta è rimasta inascoltata.

Foto anteprima USAID_IMAGES sotto licenza CC BY-NC 2.0

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