Waka Waka per chiedere le dimissioni di Minzolini: impazza nella rete il video spot di Valigia Blu
2 min letturaE’ stato il tormentone dell’estate. E’ “Waka Waka” di Shakira, inno dei Mondiali di calcio in Sud Africa. Ed è ancora presente in spot televisivi e ripresentato in programmi tv, nelle radio, nelle strade. Ora si trasforma in una danza di protesta.
Ideatore dell’iniziativa è l’Associazione Valigia Blu, nota da tempo per le sue proteste nei confronti dell’informazione Rai, e contro il ”disfacimento della storica testata del Tg1, che perde sempre più, ogni giorno che passa, autorevolezza e credibilità”. Valigia Blu ha indetto, per il prossimo 8 ottobre presso la sede Rai di Roma, una manifestazione per chiedere le dimissioni del Direttore del Tg 1 Augusto Minzolini, dopo le perplessità espresse dal Presidente della Rai Paolo Garimberti al Direttore Generale Masi (nella missiva che pubblicheremo alla fine del post).
E’ in corso una sottoscrizione di firme sul sito dell’associazione. E’ possibile anche sostenere la causa su Facebook, il social network più famoso al mondo, come si legge sul sito stesso di Valigia Blu: “Abbiamo deciso di utilizzare una pagina come organizzazione no-profit anzichè come pagina sociale per evitare di essere bloccati come ci è già successo (senza nessuna spiegazione da parte degli amministratori di Facebook da oltre 5 giorni) per la pagina sociale Ridateci la Nostra Democrazia.” Nell’occasione i manifestanti e liberi cittadini si cimenteranno in un remake della famosa canzone di Shakira, dopo averne opportunamente modificato il testo: “il nostro vuole essere un modo creativo, divertente e felice per esprimere la nostra protesta – si legge sul sito dell’associazione – invitiamo chi vuole ballare e cantare la richiesta di dimissioni a unirsi a noi”.
In pochi giorni sono state raccolte migliaia di firme e il filmato spot (presente anche il tutorial per imparare i “passi” della danza anti-Minzolini) su youtube è stato cliccato da un numero notevolissimo di internauti. L’ “irriverente” remake di Waka Waka, dall’indimenticabile ritornello “C’è Gheddafi che se gli piaci ti prende in Africa”, lancia un appello al Direttore del Tg1 Augusto Minzolini: “Oh Minzolini noi siamo stufi cantiamo in coro lascia il lavoro”.
\"Waka Waka anti Minzolini su YouTube\"
Di seguito pubblichiamo la lettera del Presidente Garimberti al Direttore generale della Rai Mauro Masi, la missiva che ha spinto Valigia Blu all’importante e divertente iniziativa per chiedere le dimissioni del “Direttorissimo”.
“Caro Direttore, intendo sottoporti con molta forza, e con la precisa richiesta che questa volta ci sia da parte tua un intervento diretto e immediato, il caso dell’editoriale del Direttore del Tg1, Augusto Minzolini, nell’edizione delle 20 di ieri sera. Pur non contestando, in linea di principio, il diritto di un direttore di esprimere opinioni sull’attualità, ci sono dei limiti che soprattutto l’informazione del servizio pubblico non può valicare.
Ieri, purtroppo, sono stati valicati: ci sono stati nell’intervento del direttore Minzolini giudizi inopportuni in quanto invasivi delle competenze e responsabilità di soggetti politici e istituzionali, giudizi che impegnano il servizio pubblico e che non competono all’informazione della Rai’. Più in più volte in Consiglio di Amministrazione e nel corso delle audizioni in Commissione Parlamentare di Vigilanza, ho manifestato la mia preoccupazione per la mancanza di pluralismo del Tg1. In questa fase politica particolarmente delicata e che richiederebbe massimo equilibrio, tale preoccupazione ha trovato conferma.
Credo che questo ‘esasperato protagonismo individuale’, per citare testualmente la carta (‘Carta dei doveri e degli obblighi degli operatori del servizio pubblico radiotelevisivo’), vada tempestivamente corretto nell’ambito dei Tuoi doveri e delle Tue competenze. Aggiungo in conclusione che ritengo anche necessario dare tempestivamente e rigorosamente seguito a tutte quelle decisioni che sono state prese in tema di palinsesti in Consiglio di Amministrazione, senza ritardi che potrebbero anch’essi essere letti come strumentali e con valenza politica”.