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Saccheggi, abusi, torture: un’inchiesta ha documentato le violazioni dei diritti umani di quattro unità sotto il comando russo a Izyum in Ucraina

21 Luglio 2023 3 min lettura

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Saccheggi, abusi, torture: un’inchiesta ha documentato le violazioni dei diritti umani di quattro unità sotto il comando russo a Izyum in Ucraina

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Furti, saccheggi, abusi, torture, uccisioni. Un’inchiesta del Centre for Information Resilience ha individuato quattro unità militari sotto il comando della Russia che hanno compiuto violazioni dei diritti umani durante la battaglia che nell’aprile 2022 ha portato alla conquista di Izyum da parte delle forze russe. La città, nel nord-est dell’Ucraina, è stata liberata sei mesi dalla controffensiva ucraina. Una volta riconquistata la città, le truppe ucraine avevano scoperto una fossa comune, contenente 447 corpi (tra cui i resti di 22 soldati ucraini) e diverse camere di tortura. A Izyum, la scrittrice ucraina, Victoria Amelina, morta dopo il bombardamento di un ristorante a Kramatorsk, dove era a cena, aveva trovato sottoterra il diario dello scrittore Volodymyr Vakulenko, detenuto illegalmente e ucciso dai soldati russi. Il diario, nascosto da Vakulenko nel suo giardino, ha permesso la documentazione in tempo reale delle atrocità russe.

Le milizie individuate dall’inchiesta del Centre for Information Resilience appartengono alle cosiddette Repubbliche popolari di Donec'k e Luhans'k, stabilite in Donbas dai separatisti filorussi. Le unità si sono insediate in scuole e asili, seguendo una prassi già vista in altre aree occupate. 

Tra aprile e luglio 2022, il 5° battaglione della Repubblica Popolare di Luhansk (LPR), parte del 204° reggimento di fanteria, ha occupato la scuola numero 6 di Izium. “Bevevano molto e scambiavano gli aiuti umanitari per vodka fatta in casa”, ha raccontato un sopravvissuto. I combattenti ubriachi dell’LPR hanno ucciso due bambini di 12 e 13 anni mentre correvano in uno scantinato, poco prima del coprifuoco delle 18, si legge nel rapporto. 

Un altro sopravvissuto ha raccontato a Human Rights Watch lo scorso ottobre che i soldati russi lo hanno arrestato nel suo appartamento, gli hanno messo un sacco in testa e lo hanno picchiato mentre lo trascinavano verso la loro auto. L'hanno portato alla scuola numero 6 e l'hanno rinchiuso in uno sgabuzzino, accusato di possedere marijuana. Dopo essere stato picchiato e chiamato ‘fascista’, è stato rilasciato dopo che gli era stato chiesto di identificare i membri delle forze di difesa territoriale dell’Ucraina che avevano combattuto contro la Russia nel Donbas. 

Un secondo centro di detenzione e tortura era la scuola numero 2 di Izyum, utilizzata dala 20a armata combinata russacome comando militare. Lì aveva la sua base anche la legione russa della LPR, un'organizzazione associata allo scrittore nazionalista filo-cremlino Zachar Prilepin, ferito in un attentato lo scorso maggio. Durante la battaglia per Izyum la Legione russa ha pubblicato foto di soldati ucraini catturati durante il conflitto. Le immagini hanno consentito di identificare la scuola. I sopravvissuti hanno raccontato di essere stati picchiati regolarmente. 

Un terzo luogo di tortura era un complesso vicino all’impianto di caldaie municipali di Izyum, gestito da alcune unità della Repubblica Popolare di Donetsk (RPD). I sopravvissuti hanno riferito di essere stati imprigionati e torturati all'interno del complesso, anche con scosse elettriche.

“Le due legioni erano le peggiori, le più crudeli e sadiche, più dei ceceni e dei russi”, ha detto al Guardian Maksym Marchenko, 25 anni, figlio del sindaco di Izyum, Valerii Marchenko. Secondo Marchenko, le due legioni sembrano animate dal desiderio di vendetta. I due gruppi sono stati i primi a entrare a Izyum e avevano un odio molto particolare nei confronti dell’Ucraina. 

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La scuola oggi è stata completamente saccheggiata ma mostra ancora i segni dell’occupazione, scrive il Guardian: un'uniforme russa lasciata sul pavimento accanto a una fila di ganci dove i bambini avrebbero appeso i loro cappotti; lattine della mensa abbandonate nella stessa stanza. Sul muro sono appuntate le lettere inviate dagli studenti russi. Una inviata da un alunno di terza elementare della città di Syktyvkar, nella regione di Komi, inizia con: “Saluti, soldato!”.

“Molte delle vittime e dei sopravvissuti che hanno subito violazioni dei diritti umani durante l’occupazione russa non sanno esattamente quali unità siano state responsabili degli abusi commessi contro di loro. Le vittime erano spesso tenute bendate, prigioniere in cantine o luoghi simili, o semplicemente non hanno mai sentito i loro rapitori identificarsi per nome, grado o unità”, conclude il rapporto. “Sebbene la Russia sia diretta responsabile delle tragedie e dei potenziali crimini di guerra commessi contro gli ucraini a Izyum, è importante riconoscere e analizzare anche  il ruolo dei combattenti ucraini della 'LDPR' controllata dalla Russia”.

Immagine in anteprima: frame video Centre for Information Resilience via Guardian

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