Viaggio nella politica italiana #2 – Conversazione con Dino Amenduni [podcast]
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La politica italiana è in una fase di calma apparente.
Il governo Meloni è alle prese con la sua prima legge finanziaria, e le complicazioni nella sua stesura sono di gran lunga superiori al previsto. Anche a causa di difficoltà a reperire le coperture per finanziare molti emendamenti, a formulazioni errate di alcune proposte e contestazioni (ben 44) da parte della Ragioneria dello Stato sulle voci di spesa che compongono la legge di bilancio, l'Italia rischia l'esercizio provvisorio (cioè il blocco della possibilità di fare investimenti che vadano oltre la spesa corrente dello Stato), che potrà essere evitato solo ricorrendo a un uso massiccio dei voti di fiducia in Parlamento.
Abbiamo già assistito a tutto questo negli anni scorsi, ma il nuovo governo aveva annunciato una maggiore centralità del Parlamento che, per l'ennesima volta, sembra essere smentita dai fatti.
La dialettica con l'Europa ha costretto l'esecutivo a fare marcia indietro su alcuni provvedimenti di bandiera, tra cui l'aumento del tetto di spesa per cui il possesso del POS per gli esercenti sarebbe stato obbligatorio (di fatto, si resterà alla normativa vigente) e anche sull'aumento del tetto per l'uso dei contanti è assai probabile che mesi di propaganda saranno smentiti dalla realtà.
Tutto questo, però, sembra non avere alcuna influenza negativa sul consenso della presidente del Consiglio e del suo partito, oramai stabilmente oltre il 30% secondo tutti i sondaggi del periodo. Ciò è dovuto anche alla profonda debolezza delle opposizioni, e del suo primo partito (il PD) in particolare.
Se Atene piange, Sparta infatti non ha molto da ridere. Il Partito Democratico è entrato nel vivo della sua fase congressuale, ma il quadro delle candidature non è ancora definito, nonostante manchino meno di due mesi alla data delle Primarie per la segreteria nazionale (19 febbraio 2023). Sullo sfondo, le notizie sulle inchieste sulla corruzione di parlamentari europei (il cosiddetto Qatargate) pone ombre assai cupe sulla principale istituzione democratica del Vecchio Continente e allo stesso tempo porta nuovi problemi anche alla sinistra di casa nostra, sempre meno credibile nell'espressione di una storica (purché solo presunta) 'superiorità morale'.
In questo podcast proviamo a raccontare il paradosso di questo periodo: tante polemiche e molto subbuglio che però non portano né a cambi significativi dello scenario né a una maggiore attenzione dei cittadini alle vicende politiche del nostro paese.
Conversazione con Dino Amenduni, socio e consulente politico dell'agenzia di comunicazione Proforma; docente nei laboratori di comunicazione politica ed elettorale all'Università di Perugia e di storytelling politico all'Università di Bologna.
Qui link agli articoli citati durante il podcast:
La retorica dell’offerta “congrua” si basa sull’idea che la povertà è una colpaErrori, favori e cinismo: la prima legge di bilancio del governo Meloni è un mezzo disastro
Immagine anteprima per gentile concessione di Fanpage