L’Ungheria impone un’avvertenza in un libro di favole LGBTQ+: “Non in linea con i ruoli di genere”
2 min letturaIn Ungheria il governo guidato da Viktor Orbán ha ordinato di stampare un disclaimer su un libro per bambini che indichi che il volume contiene comportamenti non in linea con i ruoli di genere tradizionali. Il libro è pubblicato da Labrisz, un’associazione per i diritti delle donne lesbiche, bisessuali e trans, si chiama “Il paese delle meraviglie è per tutti” e include alcune storie a tema LGBTQ+. Secondo il governo mettere quell’avvertimento è necessario per proteggere i consumatori. “Il libro è venduto come una favola, così è chiamato e descritto nella copertina, ma nasconde il fatto che presenta comportamenti non in linea con i ruoli di genere tradizionali”, ha scritto il governo in una dichiarazione. L’ordine dell’esecutivo di Orbàn impone di stampare il disclaimer su tutti i libri simili editi da Labrisz.
Il libro rielabora alcune delle favole più famose, inserendo personaggi provenienti dai gruppi sociali più fragili. Lo scopo, ha spiegato l’associazione, è quello di educare i bambini al rispetto delle differenze. Tra le storie contenute nel volume, si trova quella di una cerva alla quale viene consentito di diventare un maschio, una poesia su un principe che sposa un altro principe, storie che riguardano le minoranze rom o persone disabili, la favola di Biancaneve che diventa quella di “Foglianera”, con la protagonista dalla pelle scura.
L’associazione Labrisz ha fatto sapere che insieme al gruppo per i diritti LGBTQ+ Hatter Society citerà in giudizio il governo per il provvedimento, ritenuto “discriminatorio e incostituzionale”.
Il Guardian riporta che la polemica su “Il paese delle meraviglie è per tutti” era iniziata lo scorso settembre quando la vicepresidente del partito di estrema destra “Movimento Patria Nostra” ne aveva strappato una copia nel corso di una conferenza stampa, dopo aver dichiarato di non accettare «che i bambini siano sottoposti alla propaganda omosessuale. I principi gay non fanno parte della cultura ungherese». Anche il primo ministro Orbàn aveva definito il libro “propaganda omosessuale”.
Da tempo il governo ungherese ha fatto dell’ostilità alla comunità LGBTQ+ un punto importante della sua agenda. Lo scorso maggio il paese ha approvato una legge per porre fine al riconoscimento delle persone trans, mentre a novembre ha modificato la costituzione dichiarando che nella famiglia “il padre è un uomo e la madre è una donna”, impedendo di fatto alle coppie omosessuale di adottare bambini.
Secondo gli attivisti LGBTQ+ ungheresi, l’atteggiamento nei confronti della comunità è diventato particolarmente ostile negli ultimi due anni. «Abbiamo visto un aumento di quello che chiamiamo omofobia e transfobia politica. Politici e autorità di governo hanno fatto commenti apertamente omofobi», ha spiegato Tamas Dombos, nel board di Hatter Society. E questo ha delle conseguenze: secondo il sondaggio recentemente condotto dalla Fundamental Rights Agency (FRA), l’81% delle persone ungheresi LGBTQ+ ritengono che l’atteggiamento negativo e i discorsi dei politici costituiscano la ragione principale dell’aumento di pregiudizi, intolleranza o violenza nei confronti della comunità nel paese.
Foto in anteprima via Labrisz Leszbikus Egyesület