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Pena di morte per atti omosessuali: il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, firma la legge anti-LGBTQ+ più dura al mondo

1 Giugno 2023 3 min lettura

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Pena di morte per atti omosessuali: il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, firma la legge anti-LGBTQ+ più dura al mondo

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Il presidente dell'Uganda, Yoweri Museveni, ha promulgato la legge anti-LGBTQ+ più dura al mondo. Il provvedimento, approvato dai parlamentari a marzo con 389 voti a favore e due contrari, prevede la pena di morte o l’ergastolo per alcuni atti omosessuali, fino a 20 anni di carcere per “reclutamento, promozione e finanziamento” di “attività” omosessuali, fino a 14 anni per chiunque venga condannato per “tentata omosessualità aggravata”. Ad aprile Museveni aveva rinviato il provvedimento in Parlamento per una sua riconsiderazione.

“Abbiamo difeso con forza la nostra cultura e le aspirazioni del nostro popolo”, ha dichiarato la portavoce delle parlamento, Anita Annet Among, ringraziando Museveni per la sua “ferma azione nell'interesse dell'Uganda”.

Per Martin Ssempa, uno dei principali sostenitori del provvedimento, la legge è una vittoria contro gli Stati Uniti e l'Europa e contro i gruppi che lavorano per affrontare l'HIV. “Il presidente ha dimostrato grande coraggio nello sfidare la prepotenza degli americani e degli europei”, ha dichiarato.

In una dichiarazione congiunta, i responsabili del Fondo globale per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria, di UNAids e del President's Emergency Plan for Aids Relief (Pepfar) degli Stati Uniti hanno reagito con “profonda preoccupazione” e hanno affermato che i progressi nella lotta contro l'Aids e l'HIV sono “ora in grave pericolo”.

“Lo stigma e la discriminazione associati all'approvazione della legge hanno già portato a una riduzione dell'accesso ai servizi di prevenzione e cura. La fiducia, la riservatezza e l'impegno senza stigma sono essenziali per chiunque cerchi assistenza sanitaria”, si legge nella dichiarazione.

“Le persone LGBTQI+ in Uganda temono sempre di più per la loro sicurezza e vengono scoraggiate dal richiedere servizi sanitari vitali per paura di attacchi, punizioni e ulteriore emarginazione”, ha aggiunto la dichiarazione, firmata da Peter Sands, Winnie Byanyima e John Nkengasong.

La comunità internazionale ha fortemente condannato Museveni è stata forte. L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk ha definito la legge “scioccante e discriminatoria”, la legge ha immediatamente suscitato la condanna di molti ugandesi e un'ampia indignazione internazionale. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che l'atto “una tragica violazione dei diritti umani universali” e che Washington sta prendendo in seria considerazione l’ipotesi di “sanzioni e restrizioni all'ingresso negli Stati Uniti contro chiunque sia coinvolto in gravi violazioni dei diritti umani”.

Una dichiarazione delle Nazioni Unite recita: “Siamo sconcertati dal fatto che il discriminatorio disegno di legge anti-gay sia ora legge. Violazione sistematicamente i diritti delle persone LGBT e della popolazione in generale. È in conflitto con la Costituzione e con i trattati internazionali e richiede un'urgente revisione giudiziaria”.

“La firma da parte di Museveni della legge contro l'omosessualità è un grave colpo al diritto alla libertà di espressione e di associazione in Uganda, che invece di essere limitato dovrebbe essere rafforzato”, ha commentato Ashwanee Budoo-Scholtz, vice direttore per l'Africa di Human Rights Watch.

“Questa legge viola i diritti umani fondamentali e costituisce un pericoloso precedente per la discriminazione e la persecuzione della comunità LGBTQ+ in Uganda”, ha dichiarato Steven Kabuye, attivista per i diritti umani a Kampala. “Come abbiamo visto in passato, tali leggi possono portare a un aumento della violenza, delle molestie e dell'emarginazione di gruppi già vulnerabili. È importante lottare insieme alla comunità LGBTQ+ in Uganda e in tutto il mondo contro il bigottismo e l'odio”.

Lo scorso febbraio, 110 persone LGBTQ+ in Uganda hanno denunciato al gruppo di advocacy Sexual Minorities Uganda (Smug) arresti, violenze sessuali e l’ordine di spogliarsi forzatamente in pubblico. Secondo il gruppo, le persone transgender sono state colpite in modo sproporzionato.

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Il 17 aprile, un tribunale della città orientale di Jinja ha negato la libertà su cauzione a sei persone che lavoravano per organizzazioni sanitarie, accusate di “far parte di una rete sessuale criminale”. La polizia ugandese ha confermato di aver condotto esami anali forzati sui sei e di averli sottoposti al test dell'HIV.

Gli attivisti hanno intenzione di presentare una petizione al tribunale per annullare la legge.

Immagine in anteprima: Frame video ABC News

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