Sul fronte di guerra l’Ucraina sta scontando il ritardo negli aiuti e la scarsità di truppe
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Per l’Ucraina invasa, i primi mesi del 2024 si sono rivelati i più duri dall’inizio dell’aggressione russa su larga scala iniziata nel febbraio di due anni fa.
A determinare la situazione attuale è stata la capacità dell’esercito russo di sfruttare a proprio vantaggio una serie di opportunità che gli hanno permesso di riconquistare l’iniziativa e mettere a segno una serie di successi tattici. Il più significativo tra questi è stato la presa di Avdiïvka, conquistata a metà febbraio dopo una lunga e dispendiosa battaglia, grazie alla quale i russi hanno allontanato le artiglierie dell’esercito ucraino da Donec'k, mettendo in sicurezza la città.
Tra le opportunità più evidenti sfruttate dai russi figura l’esaurirsi della controffensiva ucraina lanciata nell’estate del 2023 e culminata all’inizio dell’autunno, senza aver raggiunto gli obiettivi dichiarati.
Il culmine di un’offensiva, ovvero il momento in cui una forza armata esaurisce il suo slancio ed è perciò costretta a interrompere le operazioni per ricostituire la propria capacità di combattimento, è un momento delicato, che favorisce l’esecuzione di un contrattacco da parte del nemico. Un contrattacco che i russi, avendo intuito e favorito le difficoltà avversarie grazie al design delle loro difese, hanno avuto il tempo di pianificare in anticipo ed eseguire nel modo più rapido possibile, facilitati anche dal ritardo con cui gli ucraini hanno approntato le proprie linee difensive, in particolare nella parte orientale del paese.
Numericamente limitate, poco estese in profondità e, in alcuni casi, orientate in modo scorretto, le difese ucraine non sempre si sono dimostrate efficaci nell’arginare gli assalti delle truppe russe che, dopo le sconfitte patite nelle prime fasi della guerra, hanno saputo adattarsi alla realtà del campo di battaglia e migliorare in modo sensibile la loro efficacia in combattimento. A corroborarla sono intervenuti due fattori altrettanto importanti: la scarsità di personale e di munizioni di cui le forze armate ucraine hanno sofferto in modo evidente negli ultimi mesi.
A determinare la prima sono state la durezza e l’intensità dei combattimenti a cui sono state sottoposte le truppe ucraine fin dai primi giorni dell’invasione su larga scala. Nel corso degli ultimi mesi, infatti, molte unità e brigate hanno dovuto fronteggiare gli assalti russi senza poter effettuare rotazioni e non potendo contare sulla loro piena capacità di combattimento a causa dell’assenza di riserve adeguatamente addestrate.
La necessità di una mobilitazione generale della società ucraina era stata sottolineata già in autunno dal generale Valerii Zaluzhnyi, in un’intervista rilasciata all’Economist. Tuttavia, dal momento che quella ucraina è una società fragile dal punto di vista demografico, la politica si è dimostrata restia ad accogliere l’invito dell’ex capo di Stato maggiore, il cui protagonismo è stato alla base di tensioni con il presidente Zelensky e la ragione del suo successivo allontanamento dal ruolo che aveva ricoperto fin dall’inizio dell’invasione.
Alla fine, nel mese di aprile, una riforma della legge sulla mobilitazione generale è stata approvata dal parlamento ucraino, i cui effetti diventeranno tangibili solo nei prossimi mesi. Analogo discorso vale per le forniture previste nell’ingente pacchetto di aiuti militari approvato, sempre in aprile, dal Congresso americano, dopo un braccio di ferro durato mesi.
Unito alla lentezza con cui l’industria bellica occidentale si è mossa per aumentare la propria produzione e soddisfare la domanda generata dall’invasione e all’incertezza sull’esito del conflitto generata dal fallimento della controffensiva ucraina, questo ritardo ha ridotto il numero di munizioni a disposizione dell’Ucraina.
Per mesi, la scarsità di munizioni si è tradotta in uno svantaggio nel fuoco di artiglieria che ha favorito le operazioni offensive russe, solo parzialmente tamponato dall’utilizzo massiccio di droni a cui si è assistito negli ultimi mesi.
Al momento, da nord a sud, l’intero fronte risulta attivo e i suoi punti più caldi si trovano entrambi nell’oblast’ di Donec'k. I combattimenti più veementi si segnalano sia alle porte del villaggio di Časiv Jar, qualche chilometro più a ovest di Bakhmut, che nei dintorni di quello di Ocheretyne, dove le truppe russe sono state in grado di aprire un saliente nelle difese ucraine e sono attualmente impegnate a consolidarne i fianchi.
Secondo alcuni analisti, la messa in sicurezza del saliente di Ocheretyne e la cattura di Časiv Jar e delle alture circostanti permetterebbero alle truppe russe di proiettarsi verso la città Kostantyanivka da nord e da sud, eseguendo una manovra a tenaglia per accerchiare e annichilire le truppe ucraine.
Oltre alla conquista di un’ampia porzione dell’oblast’ di Donec'k, una manovra del genere garantirebbe ai russi il controllo di un’importante arteria, l’autostrada H20. Una volta persa, le forze armate ucraine sarebbero costrette a riorganizzare la propria logistica in tutta l’area. Tuttavia, per altri analisti, si tratta di una manovra ambiziosa, difficile da eseguire e coordinare, nonché estranea alla dottrina militare russa.
A questo proposito, in un’intervista rilasciata pochi giorni fa all’Economist, il numero due dell’intelligence militare ucraina, il generale Vadym Skibitsky, ha rivelato che le truppe russe hanno ricevuto l’ordine di catturare un obiettivo rilevante in tempo per la parata del 9 maggio, al più tardi, per la visita di Putin in Cina, prevista per la settimana successiva.
Nella medesima intervista, Skibitsky ha dichiarato anche di aspettarsi presto una spinta in grado di mettere a dura prova le difese ucraine. Secondo il generale, infatti, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, una forza di non meno di cinquantamila effettivi muoverà contro il nord del paese con l’obiettivo di catturare le città di Charkiv e Sumy.
Per Skibitsky, quella in corso è una lotta che i due paesi in conflitto stanno sostenendo per trovarsi nella posizione più favorevole quando, verosimilmente alla fine del 2025, avranno inizio i negoziati per porre fine al conflitto. “Conflitti di questo genere”, ha dichiarato il generale “possono concludersi solo in una serie di trattati.”
Proprio nella giornata di ieri, le truppe russe hanno avviato una nuova ondata di manovre offensive nell'oblast' di Charkiv, tentando di sfondare le linee ucraine, come confermato in giornata dallo stesso presidente Volodimyr Zelensky. Le truppe russe sarebbero avanzate di circa un chilometro nella parte nord-orientale della regione, intensificando allo stesso tempo i bombardamenti in quello che sembra il preludio di un'operazione prevista da mesi.
Le parole raccolte dall’Economist, sono state lette da molti opinionisti e commentatori come una dichiarazione di sconfitta più che come la presa d’atto che, per Putin e il suo regime, la posta in gioco nell’invasione dell’Ucraina è talmente elevata che anche una vittoria militare completa non metterebbe fine al conflitto.
A questo proposito è opportuno notare che, nonostante le difficoltà ucraine, da novembre a oggi, l’esercito russo non ha ottenuto che una serie di risultati di natura tattica, non dimostrando alcuna capacità di trasformare l’iniziativa di cui gode in alcun vantaggio di carattere operativo o strategico. Il tutto a costo di un enorme consumo di risorse sia umane che materiali.
Paragonandola alla controffensiva ucraina dell’estate 2023, lo storico militare Edoardo Fontana, usando dati OSINT, ha mostrato che, in un lasso di tempo simile, l’attuale offensiva è costata ai russi più del doppio dei carri armati e circa un terzo in più dei veicoli corazzati da combattimento per avanzare solo poco più in profondità di quanto avevano fatto gli ucraini in estate che, però si trovavano ad affrontare un complesso difensivo più denso e stratificato.
L'offensiva russa in corso, confrontata con la "controffensiva" ucraina del 2023.
— Edoardo Fontana (@EdoardoFontana7) April 17, 2024
In simile lasso di tempo, i russi sono avanzati più in profondità, perdendo più carri.
Gli ucraini attaccavano fronte più ampio e fortificato, con perdite maggiori in artiglierie e mezzi del genio. pic.twitter.com/qUZoTjOVx1
Dati del genere, fa notare il professore di studi strategici Philipps P. OBrien, hanno dato vita nei media occidentali a narrazioni di carattere radicalmente opposto. Mentre l’offensiva ucraina è stata dipinta fino dalle prime settimane come un fallimento, quella russa viene raccontata come un’operazione avviata verso un successo strabiliante.
Ancora una volta, com’è accaduto fin dai primi giorni dell’invasione, il racconto del conflitto è caratterizzato dal costante alternarsi di fasi la cui lettura è sempre polarizzata verso gli estremi, oscillando di continuo tra lo sconforto più nero e un immotivato entusiasmo. Ma, come diceva Clausewitz, “la guerra è il campo dell’incerto” in cui “i tre quarti delle cose sulle quali ci si basa per agire sono immersi nella nebbia, più o meno densa, dell’incertezza”.
Ciò che s’intravede oggi attraverso la nebbia di guerra è, per l’Ucraina, una situazione estremamente difficile e dolorosa. Ma qualsiasi offensiva, e quella russa in corso non farà eccezione, prima o poi raggiunge quel culmine che obbliga una forza armata a fermarsi per ricostituire la propria capacità di combattimento.
Inoltre, nel giro di qualche settimana, cominceranno ad arrivare in Ucraina le forniture previste dal pacchetto di aiuti statunitensi approvato in aprile, le munizioni raccolte dalla Repubblica Ceca grazie a un’iniziativa promossa dal presidente Pavel e, dopo quasi un anno, i primi aerei da combattimento F16.
Nessuna di queste cose, da sola, si dimostrerà risolutiva per le sorti del conflitto ma il tempo, che a lungo è stato dipinto come il più fedele alleato di Putin, si sta dimostrando sempre più agnostico rispetto agli schieramenti di questo terribile conflitto.
Allo stato attuale delle cose, sbilanciarsi in una valutazione del conflitto che indichi in modo netto a favore di chi si risolverà l’invasione dell’Ucraina rischia di rivelarsi una scelta avventata. Ancora un volta è opportuno ribadire che la sola postura sensata e rispettosa verso chi soffre le conseguenze di questa guerra consiste nell’osservare e riportare.
(Immagine in anteprima: via Flickr)
L'articolo è stato aggiornato l'11 maggio con la notizia dell'offensiva nell'oblast' di Charkiv.