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Clima, vaccini, scie chimiche: se i complottisti vanno al potere

24 Dicembre 2016 9 min lettura

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Clima, vaccini, scie chimiche: se i complottisti vanno al potere

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Il 6 novembre 2012 Donald J. Trump pubblicava questo tweet dal profilo personale su Twitter:

Il concetto di riscaldamento globale è stato creato dai e per i cinesi per rendere il settore manufatturiero americano non competitivo.

Quattro anni fa Trump era ancora il celebre tycoon proprietario di un impero immobiliare e presentatore del programma televisivo The Apprentice. Aveva già accarezzato diverse volte l'idea di candidarsi alle elezioni presidenziali. Nel 2000 tentò la corsa alla Casa Bianca partecipando alle primarie del Reform Party. Ma quando accusava la Cina di aver inventato il riscaldamento del pianeta per mettere in crisi l'economia americana, pochi immaginavano che Donald Trump sarebbe diventato il 45esimo presidente degli Stati Uniti.

Il 26 settembre scorso, durante il primo dibattito presidenziale, la candidata democratica Hillary Clinton ha accusato Trump di credere che il cambiamento climatico sia una bufala inventata dai cinesi, probabilmente riferendosi a quel tweet di quattro anni prima diventato poi virale.

Trump rifiutò l'accusa («non l'ho fatto. Non l'ho fatto. Non l'ho detto»), per poi affermare che fosse una battuta. Come riporta il Washington Post, dopo il dibattito si era diffuso su Twitter uno screenshot che aveva convinto molti che quel tweet fosse stato cancellato. Cosa che in realtà, come si può vedere, non è mai avvenuta.

Del resto Trump e il suo staff non avrebbero dovuto rimuovere soltanto quel tweet. Sono infatti ben 98 i tweet, pubblicati dall'account di The Donald, che contengono l'espressione global warming ("riscaldamento globale") e 32 quelli che si riferiscono al climate change ("cambiamento climatico"), da solo o insieme al global warming. E alcuni di questi parlano proprio di hoax ("bufala"). Anche in maiuscolo:

Nbc News l'ha appena chiamato il grande gelo - il tempo più freddo da anni. Il nostro paese sta ancora spendendo soldi per la BUFALA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE?

In questo tweet Trump sposa uno degli argomenti più in voga tra chi mette in dubbio l'esistenza del global warming: "fa freddo quindi non è vero che il pianeta si sta riscaldando". (Valigia Blu ha riassunto le principali evidenze scientifiche in un approfondimento pubblicato in occasione della Conferenza sul clima di Parigi e in un post scritto in risposta a un editoriale di Paolo Mieli).

Chi lo utilizza confonde un fenomeno regionale con la tendenza a livello globale in cui deve essere collocato. Da alcuni anni, per esempio, gli Stati Uniti orientali (e anche alcune aree del continente euroasiatico) stanno sperimentando stagioni invernali particolarmente fredde rispetto a quanto atteso. Ma si ritiene che questo sia l'effetto di cambiamenti nella circolazione atmosferica dovuti all'aumento della temperatura del pianeta.

Infatti, come rilevano alcuni studi, uno dei fattori responsabili potrebbe essere proprio il restringimento della superficie dei ghiacci dell'Artico (che non si arresta, ma anzi ha segnato un nuovo record negativo a novembre). Il calore assorbito dall'oceano in seguito allo scioglimento del ghiaccio viene rilasciato nell'atmosfera. Qui causa un indebolimento del vortice polare, un'area di bassa pressione che circonda il polo, e quindi la penetrazione di area fredda verso sud. In particolare, secondo uno studio, questo effetto si accentua verso la fine della stagione invernale. Da questo meccanismo potrebbe dipendere anche l'aumento della frequenza delle nevicate estreme osservato negli ultimi anni.

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L'indebolimento del vortice polare causa il passaggio di aria fredda verso sud (immagine: XNR Productions via Scientific American)

Peraltro, se nell'Est degli Stati Uniti gli ultimi inverni sono stati freddi, al contrario nell'Ovest si sono verificate temperature elevate nello stesso periodo.  Secondo una ricerca della Stanford University, questa divisione tra Ovest caldo ed Est freddo potrebbe essere l'effetto congiunto dell'azione del global warming nella regione.

Il ruolo che il riscaldamento globale nell'Artico ha giocato nei recenti inverni americani non è ancora del tutto chiarito. Ma quello che succede a livello regionale, come negli Stati Uniti, non è in contrasto con la teoria né con i dati attuali.

Trump però non ne è convinto. Pensa anzi che proprio il freddo in alcune zone degli Stati Uniti abbia spinto qualcuno a iniziare a parlare di "cambiamento del clima", invece che di "riscaldamento globale", per non perdere i finanziamenti:

Il tempo è stato così freddo per così a lungo che i MISTIFICATORI del riscaldamento globale sono stati costretti a cambiare il nome in cambiamento del clima per mantenere il flusso di dollari!

E alimenta il sospetto che dietro gli studi sul riscaldamento globale si nascondano frodi scientifiche:

Il riscaldamento globale si basa su una scienza guasta e dati manipolati cosa provata dalle emails che sono state rivelate

Qui Trump accenna alla controversia nota come "Climategate". Nel novembre del 2009 furono rubate e pubblicate online più di 1000 emails scambiate tra gli scienziati della Climate Research Unit della University of East Anglia nel Regno Unito. Il contenuto di queste conversazioni venne presentato dagli scettici del global warming come la "pistola fumante", la prova della manipolazione dei dati sul clima.

Alcune affermazioni furono però estrapolate e intepretate fuori dal contesto. Per esempio in una email del 1999 Phil Jones, direttore della Climate Research Unit, parlava di un "trucco" per un grafico che doveva riportare i dati sugli anelli di accrescimento degli alberi, uno dei parametri che vengono impiegati per stimare le temperature per il periodo precedente all'introduzione delle misurazioni strumentali.

La  crescita degli anelli successivi agli anni '60 del '900, negli alberi alle latitudini più settentrionali, mostra un andamento opposto a quello che dovrebbe avere rispetto alle temperature registrate nello stesso periodo. La larghezza e la densità degli anelli diminuiscono, mentre le temperature registrate strumentalmente aumentano. Non c'è ancora una spiegazione certa di questo fenomeno, che è noto come "problema della divergenza", ma è stato ipotizzato che la causa sia un insieme di fattori locali e globali, alcuni conseguenza anche dell'azione dell'uomo.

Nella stessa frase lo scienziato parlava anche di "nascondere il declino", cioè la diminuzione delle temperature stimate dagli anelli. Il "trucco", secondo i teorici del complotto, aveva perciò lo scopo di mascherare il fatto che la temperatura del pianeta non stesse aumentando. Ma già nel 1999 le misurazioni strumentali evidenziavano l'innalzamento della temperatura media globale. Inoltre gli stessi scienziati della Climate Research Unit si erano occupati del problema della divergenza in uno studio.

Ma allora perché c'era bisogno di un "trucco"? In realtà Jones con questo termine non voleva intendere un inganno, ma un modo ingegnoso di rappresentare i dati ricavati dagli anelli su un grafico che mostrava anche l'aumento delle temperature registrate.

Sebbene le inchieste non abbiano dimostrato alcuna manipolazione o frode da parte degli scienziati coinvolti, il "Climategate" si è trasformato in una controversia, anche mediatica, che ha condizionato il dibattito politico. Sarah Palin, candidata vicepresidente del Partito Repubblicano nel 2008, puntò il dito contro il «circolo scientifico altamente politicizzato» che aveva deliberamente distrutto e truccato i dati per nascondere la verità.

La vicenda del "Climategate" dimostra come nella discussione pubblica sul clima sia complesso tracciare una linea di confine netta tra complottismo e negazionismo. La differenza tra chi si limita a non accettare, in tutto o in parte, il consenso scientifico per ragioni politiche e tra chi paventa anche cospirazioni e macchinazioni è spesso più nei toni e nelle forme che nella sostanza, dal momento che gli argomenti sono spesso gli stessi. Trump sembra però particolarmente incline a intrattenere rapporti con il mondo delle tesi "alternative" e cospirazioniste, non solo sul riscaldamento globale.

Ad agosto, durante la campagna elettorale, il candidato repubblicano ha incontrato Andrew Wakefield, il medico britannico, radiato dall'ordine, autore dello studio (poi dimostrato essere una frode) che ha proposto l'esistenza di una correlazione tra somministrazione dei vaccini e l'insorgenza dell'autismo. Trump aveva già espresso simpatia per questa tesi in un tweet pubblicato nel 2014.

Nel dicembre del 2015, come riporta The Guardian, Trump ha rilasciato un'intervista di mezz'ora ad Alex Jones, direttore del sito Infowars.com. Jones è un commentatore politico conservatore e fautore di diverse teorie delle cospirazione, dalle scie chimiche  al coinvolgimento del governo negli attentati dell'11 Settembre. Oltre al sito, gestisce un canale su YouTube con più di 1 milione e 800mila iscrizioni. Naturalmente è anche convinto che sul riscaldamento globale scienziati e media ci stiano nascondendo qualcosa.

Su Infowars.com sono comparsi diversi interventi di David Icke, uno dei più famosi autori e teorici mondiali del complottismo. Il pensiero di Icke è una summa del cospirazionismo e del pensiero "alternativo" contemporaneo: Nuovo Ordine Mondiale, Illuminati, Rettiliani, pseudostoria e pseudoarcheologia. Con Icke il complottismo diventa un contenitore indifferenziato di teorie che possono trovare ascolto negli ambienti più diversi, dai membri delle milizie antigovernative ai seguaci della New Age.

Il fatto che il prossimo presidente degli Stati Uniti abbia rilasciato un'intervista a un sito che dà spazio alle idee di David Icke è un fatto già di per se stesso notevole.

Nell'intervista concessa ad Alex Jones Trump parla anche del riscaldamento globale e si lamenta di un presidente (Obama) che pensa che il problema principale sia questo e non il terrorismo, ripetendo quanto aveva già dichiarato nel 2015:

Un video pubblicato da Donald J. Trump (@realdonaldtrump) in data:

Mentre il mondo è in subbuglio e va a pezzi in così tanti modi diversi, soprattutto per l'ISIS - il nostro presidente è preoccupato per il riscaldamento globale. Che situazione ridicola.

La polemica contro la scienza del global warming è stata anche un pretesto per attaccare il presidente in carica sui temi del terrorismo e della politica estera.
Il riscaldamento globale, quindi, come "distrazione" rispetto alle vere minacce che incombono sul mondo e sull'America.

Oppure: il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici come la «più grande cospirazione di sempre contro il contribuente», come recita il titolo di un articolo pubblicato su Breitbart, uno dei principali siti associati all'Alt-Right.

L'Alt-Right è un movimento composito che riunisce varie tendenze (populismo di destra, suprematismo/nazionalismo bianco, tendenze neoreazionarie. O, per molti, semplicemente di estrema destra), che si oppongono all'attuale mainstream conservatore dell'establishment repubblicano. Ha attirato l'attenzione dei media durante la campagna presidenziale anche grazie alla sua presenza in Rete e alla creazione e diffusione di meme a supporto di Trump.

A novembre il presidente-eletto ha nominato chief strategist alla Casa Bianca Steve Bannon, tra i fondatori e poi direttore di Breitbart. Bannon non sarà l'unico negazionista o scettico del riscaldamento globale ad avere una posizione di rilievo nella nuova amministrazione. Tra gli altri va citato, per la carica che ricoprerà, Scott Pruitt. Se la nomina sarà confermata dal Senato Pruitt sarà il futuro amministratore della Environmental Protection Agency, l'agenzia del governo federale in campo ambientale.

Cosa ci si deve dunque aspettare dalla vittoria di Trump e dalla sua nuova amministrazione, per quanto riguarda le politiche di contrasto al riscaldamento globale? Va ricordato che molte delle posizioni di Trump e dei suoi collaboratori su questo tema non si discostano da quelle già da tempo sostenute nell'area politico-culturale del conservatorismo americano e dai think tanks di riferimento (Ted Cruz, uno degli avversari di Trump alle primarie, aveva espresso idee simili). Inoltre, come ricorda Politico, le opinioni di Trump su diversi argomenti si sono rivelate spesso improvvisate, contraddittorie o "eclettiche".

Tuttavia la composizione del suo futuro governo non sembra lasciare spazio a molte sorprese. Molti scienziati sono pessimisti. Tanto che alcuni di loro hanno iniziato a salvare i dati sul clima raccolti dalla NASA, dalla National Oceanic and Atmospheric Administration e da altre agenzie federali, temendo che possano venire cancellati.

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Un consigliere di Trump ha affermato che la NASA dovrebbe concentrarsi sulla ricerca spaziale, invece che occuparsi anche del clima.

Lo scorso maggio ha fatto notizia la decisione di Trump di far erigere un muro a protezione di un campo da golf, all'interno di un resort di lusso. La richiesta di autorizzazione cita esplicitamente il riscaldamento globale e i suoi effetti, come l'innalzamento del livello dei mari, a giustificazione dell'intervento. C'è da augurarsi perciò che, per gli Stati Uniti e il resto del pianeta, il nuovo presidente si converta allo stesso pragmatismo che ha adottato per le sue proprietà.

Foto anteprima via Slate.

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