Thailandia: da Twitter alla piazza, migliaia di giovani in strada per protestare contro il governo
4 min letturaLi hanno accusati di non essere abbastanza coraggiosi da scendere in piazza per sfidare il governo in carica, di fatto ancora nella mani della giunta militare che detiene il potere dal 2014, preferendo nascondersi dietro le tastiere e non andando oltre i commenti online.
Lo scorso sabato migliaia di giovani (10.000 per gli organizzatori) sono scesi nelle strade di Bangkok in quella che è stata la più grande manifestazione di protesta dal colpo di Stato del 2014.
«Dicono che la nuova generazione esiste solo sui social media. Oggi siamo qui, per dimostrare che abbiamo anche una voce», ha dichiarato alla Reuters Chattip Aphibanpoonpon, che come molti thailandesi preferisce rivelare solo il nickname.
Come molti di quelli che si sono uniti alla protesta di sabato, Chattip ha una vita relativamente agiata, in un paese in cui gli scontri politici avvengono prevalentemente tra l'élite di Bangkok e le regioni a nord e a nord-est dove si vive in una condizione di povertà diffusa.
«La classe media tende a non voler partecipare perché possiamo permetterci di vivere normalmente, indipendentemente da chi ci sia al governo. Ma non dovrebbe essere così», ha detto. «Noi rivogliamo la democrazia. Questo è il momento».
In un paese a lungo tormentato da sanguinose proteste, puntualmente seguite da colpi di Stato per sancirne la fine, la manifestazione pacifica di sabato ha riacceso la tensione tra l'establishment e chi chiede il cambiamento.
"Vengo dai "social media"", si legge su un cartello tenuto tra le mani da Pisit Iewlatanawadee, un imprenditore di 29 anni di Nakhon Pathom, nella Thailandia centrale.
«Non siamo bravi solo a scrivere», ha detto. «Vogliamo anche opporci al governo autoritario».
Rafah Supanphong, attivista 25enne, ha raccontato alla Reuters: "Il fatto che continuino a ripetere che siamo coraggiosi solo online, mi ha spinto a partecipare".
In prima linea nella protesta ci sono il partito Future Forward, prossimo allo scioglimento, e il suo leader Thanathorn Juangroongruangkit, espulso dal parlamento il 20 novembre scorso per aver violato, secondo la Corte costituzionale, le leggi elettorali che prevedono che nessun candidato alle elezioni possa detenere azioni di società che operano nel settore dei media, mentre al momento della registrazione per la candidatura alle elezioni del 24 marzo scorso Thanathorn risultava essere ancora proprietario di azioni della V-Luck Media.
I sostenitori del miliardario 41enne, che ha dichiarato di aver già venduto le azioni della società alla madre al momento della presentazione della candidatura, ritengono che le accuse a suo carico siano state costruite ad arte per evitarne l'ascesa politica contro il primo ministro Prayuth Chan-Ocha, ex leader della giunta militare, nominato Primo Ministro per un secondo mandato (per il primo si era autoproclamato), a seguito di una votazione congiunta dei deputati della Camera, eletti alle elezioni del 24 marzo (secondo l’opposizione pesantemente truccate a favore dei candidati del partito di Prayuth, Palang Pracharath), e dei membri del Senato, scelti invece direttamente dalle forze armate, che hanno votato all’unanimità per lui.
«Questo è solo l'inizio», ha detto Thanathorn ai dimostranti alla manifestazione, dopo averli invitati il giorno prima alla protesta con una diretta Facebook sulla sua pagina fan (seguita da più di un milione di utenti) e con un tweet pubblicato giovedì 12 dicembre che ha ottenuto quasi 67.000 retweet e più di 41.000 like.
ถ้าใครเห็นด้วยว่าเวลานี้ประชาชนต้องลุกขึ้นสู้ ถ้าใครเห็นด้วยว่าตอนนี้ได้เวลาส่งเสียงประชาชนผู้ไม่ยอมทนอีกแล้ว มารวมตัวกันวันพรุ่งนี้ เสาร์ 14 ธันวา เวลา 17:00 น. บริเวณสกายวอล์ก สี่แยกปทุมวัน#กลัวที่ไหน #ไม่ถอยไม่ทน
— Thanathorn Juangroongruangkit (@Thanathorn_FWP) December 13, 2019
L'utilizzo dei social e il risultato conseguito da Future Forward alle elezioni (terza formazione politica del paese con 6.200.000 voti) insieme alla volontà di voler cambiare la Costituzione redatta dai militari e di porre fine al reclutamento di soldati hanno suscitato molta preoccupazione nelle file dell'esercito e tra le autorità thailandesi.
Per il capo delle forza armate, Apirat Kongsompong, la Thailandia si trova attualmente in una situazione di "guerra ibrida" contro un movimento che utilizza i social per radunare le persone contro l'esercito e le autorità.
«I giovani sono entusiasti, determinati e pieni di energia, ma non si accorgono dei giochi dei politici», ha dichiarato alla Reuters Warong Dechgitvigrom, un esponente di destra che ritiene che Future Forward rappresenti una vera e propria minaccia per la Thailandia e la sua monarchia (tra gli obiettivi che Thanathorn si è posto con la fondazione di Future Forward c'è infatti la riforma del sistema monarchico nazionale sul modello delle monarchie costituzionali di Regno Unito e Giappone).
Since a coup in 2014 #Thailand is ruled by former military officials. A new opposition party, Future Forward, became the hope of many pro-democracy activists. Now this party faces dissolution. Its leader @Thanathorn_FWP called for a protest in Bangkok for today. #ไม่ถอยไม่ทน pic.twitter.com/W0l4sgmLyL
— Mathias Peer (@mpeer) December 14, 2019
Per la portavoce del governo Narumon Pinyosinwat, che non ritiene che in futuro le proteste aumenteranno, Future Forward dovrebbe esprimere le proprie opinioni attraverso il Parlamento e non per strada.
Dello stesso parere è Titipol Phakdeewanich, rettore della facoltà di Scienze politiche dell'Università di Ubon Ratchathani, per il quale il movimento non ha la forza di quelli del passato e non ha la portata di quello che da mesi sta manifestando a Hong Kong.
Il dubbio che i giovani non abbiano voglia di mettersi in gioco e di protestare se l'è posto anche l'attivista veterano Anurak Jeantawanich secondo cui i sostenitori di Future Forward "usano solo hashtag, ma hanno paura di scendere in piazza" salvo poi ricredersi di fronte alla partecipazione di 10.000 persone a fronte delle 2.000 delle sue previsioni.
Nel corso della manifestazione i dimostranti più giovani si sono uniti a molte vecchie "camicie rosse" che hanno ricordato il periodo degli scontri violenti in strada (2010) quando manifestavano a sostegno del Primo Ministro deposto nel 2006 Thaksin Shinawatra contro le "camicie gialle" pro-establishment e pro-monarchia.
Poiché l'iniziativa di sabato scorso è stata organizzata come flashmob e non come raduno politico la polizia non è stata avvisata. Sebbene un piccolo gruppo di agenti abbia sfidato gli organizzatori della protesta per il mancato avvertimento non ha fatto provato a bloccarla. Lunedì scorso, però, la polizia ha dichiarato di aver aperto un'indagine per capire se la legge sia stata in qualche modo violata.
Intanto la prossima sfida dei manifestanti alle autorità è già stata lanciata: si tratta di una "corsa contro la dittatura", la "Run Against Dictatorship", prevista il 12 gennaio 2020 a cui è stata dedicata una pagina fan su Facebook che, ad oggi, è riuscita a raccogliere più di 64.000 like.
Immagine in anteprima via @thefirstindia