Palestina - Valigia Blu

Una mano tiene le chiavi e una bandiera palestinese durante la manifestazione per il ricordo della Nakba a Berlino. Con Spagna, Norvegia e Irlanda sono attualmente 147 gli Stati che riconoscono la Palestina. Si tratta di un numero molto elevato, più dei due terzi dei membri delle Nazioni Unite (193). Ma quale significato hanno questi atti di riconoscimento? Quali effetti producono nel diritto internazionale ed è vero che uno Stato per esistere “deve farsi riconoscere”?

Giulio Fedele

Cosa significa il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Spagna, Norvegia e Irlanda

27 Maggio 2024 Post Fuori da qui 0 Comments 8 min

Spagna, Norvegia e Irlanda hanno dichiarato l’intenzione congiunta di riconoscere formalmente lo Stato della Palestina a partire dal 28 maggio 2024....

Manifestanti con la bandiera della Palestina srotolata. Il dibattito sul riconoscimento di uno Stato palestinese è tornato d'attualità.

Valigia Blu

Che impatto avrebbe il riconoscimento della Palestina come Stato?

24 Maggio 2024 Post Fuori da qui 0 Comments 5 min

di Cathrin Schaer (Deutsche Welle) Di recente, gli appelli al mondo occidentale affinché riconosca la Palestina come Stato si sono fatti...

Persone a Gaza attendono cibo con le pentole in mano. La Corte internazionale di giustizia ha emesso ordinanze legalmente vincolanti che impongono a Israele di consentire la fornitura di aiuti umanitari e servizi di base. La Corte lo ha fatto due volte: la prima a gennaio e la seconda a marzo.

Valigia Blu

Israele sta affamando Gaza

10 Maggio 2024 Post Fuori da qui 0 Comments 3 min

di Andrew Stroehlein (via Daily Brief, newsletter di Human Rights Watch) Israele sta affamando Gaza e i bambini ne stanno pagando...

Mentre continuano i negoziati tra Israele e Hamas, migliaia di israeliani continuano a chiedere il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e le dimissioni di Netanyahu.

Valigia Blu

I negoziati con Hamas per il cessate il fuoco e le proteste dei cittadini israeliani contro Netanyahu

8 Maggio 2024 Post Fuori da qui 0 Comments 4 min

Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa, Beershebae Raanana. Sono le città israeliane dove hanno preso vita in questi giorni manifestazioni per chiedere al...

L'incontro con Laura Silvia Battaglia e Widad Tamimi a IJF24. Solo attraverso l'educazione, l'empatia e un impegno rinnovato nei confronti della giustizia internazionale e dei diritti umani è possibile superare la disumanizzazione, spiega Widad Tamimi, autrice del romanzo “Le rose del vento”. Di come superare la disumanizzazione nei conflitti e in particolare in quello tra israeliani e palestinesi, hanno parlato nell'ambito della prima edizione di Valigia Blu Live durante il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, Widad Tamimi, nata a Milano, nipote di un nonno ebreo fuggito a New York per sopravvivere al fascismo, e figlia di un profugo palestinese nato nell'anno della fondazione dello Stato di Israele e fuggito dall’occupazione israeliana del 1967, Laura Silvia Battaglia, reporter in aree di crisi dal 2007, conduttrice e autrice per Rai Radio 3, e Nello Scavo, giornalista di Avvenire, in collegamento da Gerusalemme.

Valigia Blu

Israele-Palestina: contro la disumanizzazione [podcast]

7 Maggio 2024 Post Podcast 0 Comments 2 min

Da un lato, c'è chi pensa che l'attacco del 7 ottobre contro i civili israeliani da parte di Hamas sia giustificato...

Francesca Mannocchi e Paola Caridi durante l'incontro a IJF24. Gaza, e non solo. C’è la Cisgiordania e il Libano tra i fronti di guerra che coinvolgono Israele e la Palestina, dal Mediterraneo al Giordano. Sono teatri di violenza quasi sempre proibiti per i giornalisti internazionali. Cosa non sappiamo di ciò che accade? E cosa arriva al pubblico italiano?

Valigia Blu

Dal Mediterraneo al Giordano: i fronti di guerra – Incontro con Francesca Mannocchi e Paola Caridi

7 Maggio 2024 Post Podcast 0 Comments < 1 min

Gaza, e non solo. C’è la Cisgiordania e il Libano tra i fronti di guerra che coinvolgono Israele e la Palestina,...

poliziotti in tenuta antisommossa bloccato a terra un manifestante e lo arrestano durante le proteste pro-Palestina alla Columbus University

Valigia Blu

Le proteste alla Columbia University, l’antisionismo e il piano di Netanyahu di invadere Rafah

3 Maggio 2024 Fuori da qui Post 0 Comments 12 min

di Micah L. Sifry La sera del primo maggio, per due ore, mia moglie e io abbiamo ascoltato in diretta WKCR-FM,...

Le tende degli studenti che protestano alla Columbia University. Manifestazioni e accampamenti in 55 campus, cariche della polizia chiamata dai rettori, più di 800 arresti in almeno cinque atenei e poi polemiche furibonde sull'uso della forza nelle università. Negli USA dilagano le proteste contro Israele per come ha reagito agli attacchi di Hamas del 7 ottobre, portando la devastazione a Gaza, e per la gestione della crisi da parte dell’amministrazione Biden. Si tratta di una mobilitazione senza precedenti negli ultimi decenni, cresciuta dopo le prime proteste alla Columbia e diffusa in tutto il paese.

Martino Mazzonis

L’ondata di proteste pro-Palestina nei campus universitari americani

29 Aprile 2024 Post Fuori da qui 0 Comments 7 min

Manifestazioni e accampamenti in 55 campus, cariche della polizia chiamata dai rettori, più di 800 arresti in almeno cinque atenei e...

Una foto della distruzione nella Striscia di Gaza bombardata. La riconciliazione sembra l’unico strumento per mettere insieme tutti i protagonisti deboli di questo capitolo tragico della storia palestinese: Hamas, Fatah, l’ANP, l’OLP. Ma il tempo non c’è più, per il processo di riconciliazione. C’è, a malapena, il tempo per un accordo.

Paola Caridi

Hamas, Fatah, l’ANP, l’OLP: il difficile tentativo di riconciliazione per il futuro della Palestina

27 Febbraio 2024 Post Fuori da qui 0 Comments 5 min

Le dimissioni di Mohammed Shtayyeh erano già nell’aria da giorni. Erano implicite anche nelle affermazioni del primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese...

Rafah, dopo i bombardamenti israeliani. Rafah, finora sconosciuta ai più, al pari della Striscia di Gaza di cui è l’ultima cittadina a ridosso del confine con l’Egitto, è ora il simbolo di quattro mesi di bombardamenti e di incursioni via terra da parte delle forze armate israeliane. È anche, Rafah, la conferma dell’obiettivo che man mano il governo israeliano ha reso sempre più chiaro, nei fatti: il tentativo, cioè, di espellere la popolazione di Gaza verso il Sinai egiziano, premendo proprio lungo quel confine – ora chiuso anche da un lungo e incombente muro di cemento – in cui è concentrato almeno un milione e mezzo di persone.

Paola Caridi

L’attacco a Rafah conferma il vero obiettivo del governo Netanyahu

13 Febbraio 2024 Post Fuori da qui 0 Comments 5 min

“Sono profondamente preoccupato per la notizia dei bombardamenti e del potenziale attacco di terra da parte delle forze israeliane a Rafah”. A...