Si può vivere senza Vittorio Sgarbi?
1 min letturaL'altro giorno mi sono accomodato sul sedile posteriore della macchina di un amico che mi ha portato fino a San Martino di Castrozza. Un bel posto, un rifugio sul Cimon della Pala con un panorama da perdere le mandibole a tutte le ore del giorno, poi vi faccio vedere le foto: con la luce ti sembra quasi di fiancheggiare il muro che protegge l'Italia da Annibale, dai venti del Nord, dall'Europa dei burocrati, e su in alto hai il sole che da lì si specchia e irradia per riflesso l'intera Pianura Padana in un caldo fascio di luce bianca.
Di notte è tutto un manto di stelle che non hai mai visto, che ti costringono a interpretare il più classico degli stereotipi del tipo-di-città, quello che resta lì inebetito a guardare e a farsi banalissime domande esistenziali. "Lo vedi che ti piace?", mi fa l'amico. Un gran bel posto, un po' isolato, vivere non ci vivrei: l'antenna è collegata bene, però non mi prende il segnale del Vittorio Sgarbi. Ho controllato sul sito dello Sgarbi di Stato: la frequenza c'è, è che quassù è proprio tanto disturbata (e dire che paghiamo il canone).
(CIAO A TUTTI è una specie di rubrica spesso satirica che al sabato e alla domenica nicchia. Non sono mai stato in Trentino).