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Se il politico fa lo sbirro del popolo

19 Dicembre 2011 3 min lettura

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Se il politico fa lo sbirro del popolo

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Andrea Zitelli
@valigiablu - riproduzione consigliata

"Vi preannuncio che aprirò a breve uno spazio speciale sul sito e su questo profilo in cui farò continue rivelazioni del mondo politico e pubblicherò estratti conto, la gente dev'essere informata."
Queste le parole dell'onorevole Francesco Barbato, direttamente dalla sua pagina Facebook. Lo stesso esponente dell'Italia dei Valori che nei giorni scorsi ha risalito la corrente dell'attenzione mediatica per aver filmato di nascosto conversazioni tra parlamentari all'interno della Camera dei deputati, per poi passare il tutto alla trasmissione d'informazione de La 7, Gli Intoccabili di Gianluigi Nuzzi. Risultato, il materiale è stato inserito in un'ottima inchiesta giornalistica sulla compravendita dei parlamentari durante la fiducia al governo Berlusconi del 14 dicembre 2010.

Dall'azione illegale di Barbato - non si possono fare riprese nell'aula parlamentare - sono scaturiti dibattiti e polemiche sia all'interno del mondo politico sia in quello giornalistico. Così, se nel primo sul comportamento illecito di Barbato sono state richieste delle sanzioni, all'interno della stampa nostrana, invece, ci s'interroga sulla possibilità o meno di utilizzare informazioni ottenute in tale maniera.

Al di là di tutto questo, però, l'onorevole Barbato dalla sua mossa si sta costruendo un ruolo ben preciso, definito da lui stesso, ospite a Piazza Pulita di Formigli, "sbirro dei cittadini". Perché, a detta dell'esponente dell'Italia dei Valori, "questi italiani hanno bisogno di uno sbirro". E visto sia il livello di corruzione presente nelle istituzioni sia la bassissima fiducia degli italiani nei partiti, palesarsi come "sbirro", quindi come rappresentante dell'ordine e del rispetto della legge, non fa che accrescere la fiducia dei cittadini nei propri confronti, fornendo però in questo modo una rassicurazione basata esclusivamente su di un'interpretazione di un ruolo e non su di un programma politico o su azioni parlamentari di contrasto alla corruzione - tra l'altro, stuzzicando l'irrazionalità dei cittadini - "con lui mi sento sicuro" - a dispetto di una razionalità - "con lui ho più sicurezza per questi motivi" - base fondante di un progetto politico tra eletto ed elettori -. 

Con il suo stato su facebook, l'onorevole Barbato non fa che confermare tale ruolo da "sbirro". Ma un politico, però, se viene a conoscenza di ipotetici reati all'interno del parlamento va dagli "sbirri", non diventa egli stesso "sbirro", perché quel ruolo non gli compete, in quanto chi persegue i reati, chi fa rispettare la legge, non è il politico, ma la magistratura e le forze dell'ordine. Oppure  denuncia il tutto ai giornali, che hanno il ruolo di controllo del potere e di informare riguardo eventuali ipocrisie o sotterfugi politici. Proprio per questa sovrapposizione o confusione di ruoli tra "sbirro" e politico la fiducia da parte dei cittadini, descritta poco sopra, per un parlamentare diventa automaticamente consenso politico. Ecco perché, in realtà, l'operazione che sta portando avanti Francesco Barbato non è altro che una vera e propria campagna elettorale.

Si risponderà, "che male c'è? Alla fine la situazione fuori dal normale presuppone un comportamento risolutivo altrettanto anormale". Per me è un ragionamento sbagliato, frutto di una logica che rende consueta l'eccezionalità. L'emergenza, difatti, non si risolve creando un'ulteriore emergenza. La risoluzione deve trovare forza disarmante nella normalità - maggiormente in democrazia, dove la forma è anche sostanza -. Un politico, pertanto, riesce ad essere dalla parte dei cittadini senza trovate populistiche o demagogiche a fini elettorali, ma semplicemente svolgendo con onestà e professionalità il proprio dovere, in sincero e limpido rispetto del proprio ruolo.

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