Sul social network Reddit esperti e scienziati rispondono alle domande dei cittadini sul coronavirus
7 min letturaPer contrastare la disinformazione che sta circolando sul coronavirus e la confusione generata da una sorta di “ipertrofia informativa”, che rende impossibile a chi non ha competenze specifiche capire cosa è corretto e cosa è sbagliato, medici e scienziati hanno deciso di utilizzare i social media per diffondere notizie fattuali in tempo reale e dare informazioni accurate alle persone di tutto il mondo, preoccupate dai rischi di contagio del nuovo Coronavirus, 2019-nCov.
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«I social ci stanno consentendo di avere un pensiero e processi decisionali collettivi», spiega Crystal Watson, ricercatore senior e professore del Johns Hopkins Center for Health Security. Medici, virologi, bioinformatici (biologi che lavorano con big data) ed epidemiologi di tutto il mondo stanno utilizzando i social media e le app di messaggistica (come Skype e WhatsApp) per confrontarsi e coordinare gli sforzi per combattere l'epidemia e contenere la sua diffusione. Su Twitter molti di loro stano usando l'hashtag #nCoV2019 per diffondere gli ultimi dati disponibili su diffusione, portata e origine della malattia, mentre alcuni stanno pubblicando sui propri canali YouTube video esplicativi.
E così la Rete, spesso e volentieri descritta come il luogo che più di altri favorisce la generazione e la propagazione di notizie incontrollate e non verificate, si sta rivelando uno spazio fondamentale per la costruzione di ponti tra esperti per la condivisione delle proprie ricerche e tra scienziati e cittadini per la divulgazione di informazioni accertate.
Ultimo esempio è quanto accaduto lo scorso 6 febbraio su Reddit: due professori di medicina e una dottoranda in immunologia hanno dialogato per quasi due ore con gli utenti della piattaforma sui dubbi e le questioni sollevate dal coronavirus in un canale tematico dedicato alle discussioni sulla scienza.
Per chi non lo sapesse, Reddit è un social network fondato nel 2005 nel Massachusetts, tra gli altri, anche da Aaron Swartz (programmatore, scrittore, attivista, morto a soli 26 anni, Swartz ha rappresentato i più alti ideali del World Wide Web, impegnandosi per l'accesso libero alle informazioni per tutti, ovunque) e venduto nel 2006 a Condé Nast; dal 2008 inoltre è stato rilasciato in open-source. Deve il suo nome alla fusione delle parole “read” (leggere) ed “edit” (rivedere, curare) e all’assonanza con la frase “read it”, cioè “leggilo”.
A prima vista, Reddit sembra un social esclusivamente per smanettoni di Internet: grafica pressoché assente, un po’ confusionario, con mille regole non scritte, pieno di sigle. È composto da canali tematici (un po' come i vecchi forum), altamente specializzati (dalla cartografia alle più assurde mode giapponesi): si va dalla cartografia alle mode giapponesi, passando per “funny”, “politics”, “gaming”, “worldnews”, “video”, “sciences” e “iama”. IAmA è l’acronimo di “I am a” ed è la sezione dove un utente, anche un personaggio famoso, dopo aver dato prova della sua identità tramite una foto o il suo profilo twitter, può dire chi è e invitare gli altri iscritti a rivolgergli qualsiasi tipo di domanda (spesso cattive o di difficile risposta) in una sessione chiamata AmA (“Ask me Anything”). In una di queste sessioni, nel 2012, l’allora Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, rispose alle domande degli utenti rendendo la piattaforma inaccessibile per la grande quantità di visite ricevute.
Sulla front page si trovano gli argomenti del momento e un poi una serie di topic in ordine di rilevanza di discussione.
Chi invia un contenuto è un “redditor” (fusione delle parole “reddit” ed “editor”). Una volta pubblicato, gli altri scritti possono votare a favore o contro un contenuto e inserire a loro volta un commento, che può essere a sua volta votato. A seconda dei voti ricevuti, i contenuti si spostano in alto o in basso nell’elenco dei diversi topic, guadagnando o perdendo posizioni e quindi visibilità sulla front page. Ogni utente, loggandosi, può però personalizzare la propria front page indicando quali sono i temi ai quali è interessato.
Si può dire che Reddit è una grande community che consente ai partecipanti di condividere link, opinioni, contenuti e notizie in tempo reale e sapere in modo rapido e intuitivo di cosa si sta parlando sulla Rete. Nel 2016, fu aperto un thread per dare il più rapidamente possibile notizie accertate e verificate sugli attentati all’aeroporto Ataturk di Istanbul: il risultato di questo live su Reddit (al quale partecipò anche anche un impiegato dell'ambasciata USA in Turchia, in veste non ufficiale, che riuscì a fornire molte informazioni in diretta dal campo) fu la produzione di un flusso di notizie verificate al 100% in netto anticipo rispetto alle testate, sia digitali che tradizionali. Reddit si rivelò essere una redazione internazionale spontanea che diede prova di grande giornalismo.
Il 6 febbraio, dunque, tre scienziati hanno partecipato a un AmA (“Ask me Anything”) sul coronavirus all’interno del canale sulla scienza. Si tratta del dott. Carlos del Rio, rettore della Emory School of Medicine al Grady Health System, professore di medicina nella divisione di malattie infettive e condirettore dell’Emory Center per la ricerca sull’AIDS; del dottor Saad Omer, direttore dello Yale Institute for Global Health e professore di medicina nella sezione di malattie infettive alla Yale School of Medicine; di Dorothy Tover, dottoranda a Stanford presso il Dipartimento di Microbiologia e Immunologia, che sta svolgendo la sua ricerca per studiare le risposte immunitarie cellulari nei pipistrelli per capire come alcune specie sono in grado di tollerare l’infezione senza segni apparenti di malattia.
La discussione ha ottenuto oltre 15mila punti e generato 1.400 commenti. Oltre ai tre scienziati, all’interno della discussione ci si poteva presentare e specificare la propria specializzazione prima di commentare e lasciare le proprie domande.
Le questioni discusse sono state tante, da quelle più dibattute in questi giorni anche sui nostri media – come l’origine, la portata e la propagazione del contagio, o quali sono le precauzioni da prendere per evitare rischi – ad altre più tecniche e da addetti ai lavori alla ricerca di possibili soluzioni per trovare un vaccino.
Finora i casi accertati sono oltre 40mila, le persone morte 910, di queste 2 fuori dalla Cina. Secondo le stime, basate su alcuni modelli statistici, i casi potrebbero essere 2,5 volte maggiori, ma spiega il dottor Omer non bisogna guardare ai modelli come se fossero dati reali. Sono possibili scenari.
Per quanto riguarda il contagio, attualmente si stima per 2019-nCov un R0 (tasso di infezione) pari a 2,6, ma con un intervallo molto vario a seconda delle aree geografiche: da 1,5 a 3. Il tasso di mortalità è pari al 2%, ma anche in questo caso andrebbero fatte analisi più approfondite regione per regione, prendendo in considerazione l’efficienza dei sistemi sanitari locali, le tipologie di persone colpite dal coronavirus e altri parametri. Anche per quanto riguarda la diffusione del virus, commenta il dottor Del Rio, ci vuole tempo per capire se l’epidemia è in aumento o si sta contenendo. Per ora si possono fare delle stime che sono incerte e non si può andare oltre la prefigurazione di scenari che possono essere catastrofici o i più rosei possibili. “Sulla base dei modelli stagionali osservati in altri coronavirus come la SARS, è ragionevole sperare in un declino della trasmissione nei mesi estivi. L'entità di tale declino è, tuttavia, difficile da prevedere”, aggiunge il dottor Omer.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, che ha appena inviato una squadra di esperti in Cina, il numero di infezioni rilevate quotidianamente nel Paese si sta stabilizzando, ma è troppo presto per concludere che l'epidemia ha superato il suo picco. "Stiamo registrando un periodo di stabilità di quattro giorni, in cui il numero di casi segnalati non è aumentato. Questa è una buona notizia e potrebbe riflettere l'impatto delle misure di controllo che sono state messe in atto", ha dichiarato il responsabile del programma di emergenza sanitaria dell'OMS, Michael Ryan.
Un utente ha chiesto cosa sappiamo della longevità del virus al di fuori dei corpi e se è possibile misurare la sua durata. A questa domanda, il dottor Omer ha risposto di non poter aver risposte certe sulla sopravvivenza del coronavirus e di poter rispondere sulla base delle informazioni già assunte dalla comprensione di altri “betacoronavirus” e di poter dire che “il rischio di diffusione attraverso superfici inerti è molto basso perché il virus non vive troppo a lungo su di esse”, come aggiunto anche dal dottor. Del Rio.
Un altro partecipante, che si è qualificato come un dottorando in ingegneria chimica, ha chiesto quanto sia difficile prevedere in tempo reale la diffusione di un virus come 2019-nCoV nelle prime fasi e in che modo si possa bilanciare la mancanza di informazioni accurate con la necessità delle persone di ottenere informazioni rapidamente, soprattutto nella prima fase di un’epidemia.
Il dottor. Omer ha risposto che ci sono molte incertezze e al momento è possibile solo individuare scenari perché, soprattutto all’inizio, i dati non sono completi, i test diagnostici non sono spesso disponibili. Le uniche informazioni disponibili variano e spesso è possibile fare solo delle stime.
E a chi chiedeva fonti attendibili da seguire, i tre esperti hanno indicato alcuni giornalisti che hanno saputo andare in profondità e restituire ai lettori anche un quadro più generale in cui poter contestualizzare le tante informazioni ricevute. Tra questi, sono stati indicati per gli USA, in particoalre, Julia Belluz di Vox, Helen Branswell di Stat e Lena Sun, giornalista scientifica per il Washington Post.
Poi ci sono state domande su questioni che abbiamo già affrontato anche nei nostri articoli sul coronavirus a proposito della diffusione e del tasso di mortalità del virus, sulle cause della sua viralizzazione in alcune particolari regioni del mondo (Cina, sud-est asiatico), sui picchi che ci sono stati dopo una settimana e sulle sperimentazioni che i laboratori di tutto il mondo stanno facendo per ridurre la sopravvivenza del virus.
Inoltre, a chi chiedeva se c’era il rischio che possa scoppiare un’epidemia anche al di fuori della Cina il dott. Omer ha risposto che non è possibile allo stato attuale stabilire la dimensione massima del contagio e che è probabile che il numero dei casi al di fuori della Cina possa aumentare anche per una migliore capacità diagnostica.
E a chi chiedeva cosa fare per evitare in futuro che altri coronavirus possano generare pandemie, il dottor Del Rio ha risposto che non potremo fare nulla, “continueremo ad avere infezioni zoonotiche (ndr, che si trasmettono dagli animali all’uomo) che potrebbero potenzialmente causare epidemie o pandemie”.
Infine, a un utente che chiedeva quante possibilità ci sono che il virus possa mutare, Dorothy Tovar ha risposto che il tasso di mutazione del nuovo coronavirus è inferiore ad altri virus simili come Ebola. Inoltre, “è probabile che il virus stia mutando, ma la possibilità che emerga un ceppo completamente diverso è relativamente bassa”. “È normale che i virus cambino", ha aggiunto Omer. "Tuttavia, l'impatto di queste mutazioni può essere variabile: il virus può diventare più virale, meno virale oppure la mutazione non avrà alcun impatto sulla trasmissibilità”.
Nel commentare, l’utente si è scusato perché poteva trattarsi “probabilmente di una domanda stupida”, ma proprio questo uso dei social consente di dare spazio a tutti, dissipare dubbi, che possono sembrare anche stupidi, ma non lo sono, in una costruzione collettiva di sapere e di società.
Immagine in anteprima via Reddit