Uomini giovani da regioni povere: chi sono i militari russi morti nell’invasione dell’Ucraina
2 min letturadi Meduza
Il sito indipendente russo Mediazona ha pubblicato un rapporto che analizza i dati disponibili sulle vittime tra le fila dell’esercito russo in Ucraina. Usando le fonti disponibili - post sui social media, notizie dei media tradizionali e messaggi delle agenzie di Stato - i giornalisti hanno trovato notizia di 1744 militari russi caduti nell’invasione - un numero significativamente più alto del dato ufficiale (1351) comunicato dal ministero della Difesa russo il 25 marzo.
In confronto, il canale Telegram Goryushko, che conta anche le informazioni sui soldati russi uccisi in Ucraina, ha raccolto notizie su 1.790 morti, fino al 26 aprile. Le forze armate ucraine, tuttavia, attualmente stimano che la Russia abbia perso più di 22.000 truppe, da quando ha lanciato l’invasione su larga scala.
Secondo il rapporto di Mediazona, la Russia ha perso almeno 317 ufficiali, di cui un terzo sono ufficiali superiori (maggiori, tenenti colonnelli e colonnelli). La parte russa ha anche confermato la morte di due generali maggiori e di un capitano di primo grado.
"Quasi una vittima su cinque era un ufficiale; questo non implica, tuttavia, che un quinto di tutte le vittime fossero ufficiali", osserva Mediazona. Infatti, questa alta proporzione di vittime note tra gli ufficiali russi potrebbe essere dovuta al fatto che le loro morti sono tipicamente riportate pubblicamente e i loro corpi sono i primi ad essere inviati a casa per la sepoltura.
Almeno 500 dei morti sono soldati “d’élite” dalle unità più pronte al combattimento della Russia. Il dato include 351 truppe aviotrasportate, 91 marine e 45 ufficiali delle forze speciali (Spetsnaz). I reggimenti che hanno subito più perdite sono il 331° reggimento aviotrasportato delle guardie di Kostroma (almeno 49 truppe) e la 76° divisione d'assalto aereo delle guardie di Pskov (almeno 40 truppe).
"Secondo i dati raccolti dalla BBC, questo reggimento ha partecipato all'offensiva su Kyiv, dove si è impantanato nei combattimenti nella parte settentrionale della regione: a Bucha, Hostomel e Irpin", osserva Mediazona.
I paracadutisti di entrambi questi corpi militari hanno combattuto nel Donbas nel 2014. All'epoca, le autorità russe hanno cercato di coprire il loro coinvolgimento nella guerra - il ministero della Difesa ha sostenuto che i soldati russi catturati si erano persi vagando in territorio ucraino accidentalmente, o che avevano lasciato le forze armate per andare a combattere nel Donbas come "volontari". Quelli uccisi in azione sono stati sepolti in segreto.
Mediazona ha anche trovato resoconti su cinque agenti di polizia e 78 ufficiali della guardia nazionale russa (Rosgvardiya) uccisi in Ucraina, tra cui 15 agenti di polizia antisommossa (OMON) che, secondo i giornalisti, sono stati schierati per reprimere le proteste civili e assistere a perquisizioni e arresti.
"La maggior parte delle vittime è costituita da militari provenienti dalle regioni povere", sottolinea Mediazona. Le repubbliche russe del Daghestan e della Buriazia hanno subito il maggior numero di perdite (125 e 85, rispettivamente). Queste regioni sono tra le più povere della Russia: il salario medio mensile ammonta a poco più di 20000 rubli (circa 270 dollari). "I cittadini di Mosca e San Pietroburgo (dove vive più del 12% della popolazione russa) sono praticamente assenti dai rapporti".
Quasi 1.000 resoconti menzionano l'età dei deceduti: 243 avevano tra i 21 e 23 anni, 195 avevano 24 o 25 anni, 139 avevano meno di 21 anni (quest'ultima cifra probabilmente include i soldati di leva).
Inoltre, circa 700 resoconti menzionano la data delle morti. Secondo i dati raccolti da Mediazona, la Russia ha subito più morti nelle prime tre settimane di guerra che nelle settimane successive. L'esercito russo ha apparentemente subito le perdite più gravi il 12 marzo (presumibilmente durante i combattimenti attivi per Mariupol), e nel primo e quinto giorno dell'invasione.
Il rapporto completo è disponibile in inglese a questa pagina.
Articolo originale pubblicato sul sito indipendente russo Meduza - per sostenere il sito si può donare tramite questa pagina.
Immagine in anteprima: Vitaly V. Kuzmin, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons