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‘La Russia stava già fallendo prima della guerra’: il peso delle sanzioni, il difficile cammino verso la democrazia

8 Maggio 2022 16 min lettura

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‘La Russia stava già fallendo prima della guerra’: il peso delle sanzioni, il difficile cammino verso la democrazia

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di Meduza

Dopo due mesi dall’invasione dell’Ucraina scatenata da Mosca, è diventato chiaro che ci vorrà più delle sanzioni occidentali per fermare l'esercito russo. Ma, dopo anni in cui il regime di Putin ha stretto la morsa sul paese, né la società russa né le élite sembrano avere alcuna influenza sulla politica di aggressione del Cremlino. Come hanno fatto le élite russe a diventare così impotenti? Privare la Russia dei profitti del petrolio e del gas potrebbe favorire un cambio di regime? C’è ancora qualche speranza per una Russia democratica? Per le risposte a queste e altre domande, il sito indipendente russo Meduza si è rivolto all'economista Daron Acemoglu - professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e coautore di Why nations fail. origins of power, poverty and prosperity.

I nostri lettori probabilmente ti conoscono come coautore di Why nations fail. Pensi che la Russia sia fallita come nazione iniziando questa guerra contro l'Ucraina?

Penso che la Russia in realtà stesse già fallendo prima della guerra, sfortunatamente. Da questo punto di vista, penso che la guerra sia una continuazione di quella tendenza. L'Unione Sovietica aveva un sacco di problemi: istituzionali, economici e, nelle sue ultime fasi, ovviamente culturali. E sarebbe stato molto difficile costruire quelle che noi chiamiamo istituzioni inclusive partendo dalla struttura istituzionale dell'Unione Sovietica. Non so se fosse fattibile nel breve periodo, ma dopo che Putin è salito al potere, penso che abbia completamente ribaltato ogni possibilità di costruire qualcosa che si avvicinasse all'inclusività.

In questo Putin è stato aiutato da molte cose, dal fatto che la Russia, la Federazione Russa, ora potrebbe effettivamente integrarsi meglio nell'economia mondiale e contare sulle sue risorse naturali. E dal fatto di essere diventata senza legge nel processo. Per lui è stato molto facile costruire una coalizione con sufficiente potere, radicata nel KGB, radicata nel potere degli oligarchi emergenti, e anche il controllo dei media. Ma penso che si sia spinto fino a un punto che pochi avrebbero potuto prevedere all'epoca.

Una caratteristica del sistema che Putin ha costruito con successo, a mio avviso, è quella di porlo come una figura completamente isolata, circondata da yes-men e sempre più trascinata dalla sua stessa propaganda. Lo si vede in Turchia con Erdogan. Lo si vede in molte nazioni africane che hanno avuto governanti cleptocratici. Una volta che questo accade, diventa molto pericoloso perché non ci sono effettivi controlli istituzionali. Questa era ed è la logica del sistema che Putin ha costruito. Ma così non ci sono voci a dirgli quali cose saranno disastrose per lui e per la Russia.

Molti paesi che hanno raggiunto questo stadio non sono abbastanza forti per fare davvero danni. Sotto Mobutu, Repubblica Democratica del Congo poteva fare danni regionali in una certa misura - ma aveva dei limiti. Ma la Russia, ancora, come eredità del passato, ha armi nucleari, ha un esercito molto vasto che non ha solo armi nucleari, ma altri armamenti molto moderni, così come una forza cibernetica ben alimentata.

Quindi tutti questi elementi ora sono slegati, senza controllo. E questo è in realtà il secondo stadio del destino della Russia. Penso sia una completa continuazione del precedente fallimento, istituzionale ed economico, che ha, in larga misura, creato pochissimi guadagni per il popolo russo, ma ha arricchito un'oligarchia fortemente cleptocratica, di cui molti esponenti vivono a Londra, non a Mosca. Ora stiamo entrando nella seconda fase di quel fallimento. E questo è effettivamente molto pericoloso sia per il mondo esterno che per il popolo russo.

Cosa intende esattamente con questa seconda fase? La guerra stessa o qualcosa che può accadere all'interno della Russia dopo la guerra?

Non sono un esperto della Russia, quindi è molto difficile per me dire cosa può succedere nel paese. Ora, quando qualcuno come Mobutu nella Repubblica Democratica del Congo, o Mugabe in Zimbabwe, si impegna in questo tipo di azioni, pericolose per il regime, pericolose per lui stesso e, ovviamente, disastrose per il popolo, ci sono attori potenti all'interno del regime che possono cercare di rovesciarli. Tuttavia, almeno a giudicare da fuori, il controllo di Putin sembra abbastanza saldo da rendere questo scenario improbabile.

Da quanto posso capire, le informazioni che ha ricevuto dai generali, dalle persone intorno a lui, dai suoi consiglieri, non erano accurate su quanto velocemente l'Occidente avrebbe ceduto e quanto velocemente l'Ucraina sarebbe crollata. Così ora siamo a un punto molto pericoloso. Non sembra probabile che si ritiri, ma questa guerra non finirà nemmeno quando sarà limitata all'est, come sembra diventata sempre di più.

Quindi possiamo aspettarci ben più di un pericolo per un'escalation. Penso ci saranno molte chiacchiere attorno alla cerchia ristretta di Putin, diranno che è tutta colpa degli occidentali perché stanno dando armi agli ucraini. Diranno che bisogna dare una lezione. Perché, lo ripeto, non c'è alcuna voce che dica loro "questo è davvero folle", "questo è davvero pericoloso". Si tratta perciò di una fase imprevedibile.

Nel tuo recente articolo per Project Syndicate hai detto che un importante pilastro del regime russo è un "accordo" tra Putin e i suoi alleati, dove lui governa, facendo ciò che vuole, e loro fanno fortuna. Ma in realtà la maggior parte di loro ha perso ogni possibilità di fare una fortuna, ora. Pensi che questo cambi questo "accordo" e, se sì, in che modo?

Be', probabilmente è troppo tardi perché l'accordo cambi. Se la situazione fosse stata diversa dall'inizio, i proprietari e i dirigenti dei giganti del petrolio, per esempio, o di altri monopoli delle risorse naturali, avrebbero cominciato a fare pressione contro parte del sistema che così centrato attorno a Putin e al suo entourage. Ma in questo momento non hanno alcun potere indipendente. Tutto il loro potere proviene da Putin.

Trovo che Roman Abramovich sia un ottimo esempio. Dall'esterno, sembra un uomo d'affari indipendente e potente. Ma molte prove suggeriscono che deve tutto a Putin, non ha molto spazio per un'azione indipendente. Certo, ora la vita è molto peggio per lui. Probabilmente non vivrà a Londra e potrebbe perdere la squadra di calcio del Chelsea, ma tutto sommato continuerà a essere molto ricco, e probabilmente la famiglia continuerà a godere di alcuni dei benefici della ricchezza che è arrivata attraverso quei canali. Quindi non credo sia in corso il crollo completo del regime.

Ora, probabilmente sarà così - è un'ipotesi, non posso saperlo per certezza. Persone come Abramovich potrebbero consigliare a Putin di invertire la rotta, ma quanto presa hanno su di lui? Di certo non hanno alcun tipo di potere di veto. Quindi la domanda che dobbiamo porci è se uno come lui possa essere influente. Voglio dire, questo è probabilmente il motivo per cui stava cercando di fare come una sorta di inviato tra l'Ucraina e la Russia. Ma non so quanto sarà influente. Mi auguro lo sia, perché penso che qualsiasi inversione nell'attuale strategia russa sarebbe un bene per il popolo russo, per il popolo ucraino e per il resto del mondo.

In un altro tuo libro, The narrow corridor, sostieni che lo sviluppo democratico richiede una lotta attiva tra lo Stato e la società, e se non c'è questa lotta la libertà non può essere raggiunta. Cosa serve a una società per diventare più forte e iniziare questa lotta? Ora vediamo questa drastica differenza tra la società ucraina, che si è sollevata con successo nel 2014, e la società russa, che è riluttante o incapace di dar vita a questo conflitto.

Penso sia molto, molto importante, ma allo stesso tempo è un processo che si protrae nel tempo. Credo che nessuno lo capisca appieno. Sono completamente d'accordo con te, la società civile ucraina si è effettivamente sviluppata molto. E infatti lo si vede non solo nelle due rivoluzioni "colorate" [la rivoluzione arancione del 2004 e quella del 2013-2014 - NdA], ma nell'organizzazione generale della società civile, nei media, nella sorta di diversità generale delle voci se si dovesse visitare Kiev o altre parti dell'Ucraina.

Nel caso ucraino, penso che ci siano tre fattori importanti. Il primo è storico. L'Ucraina aveva un'identità nazionale separata da quella sovietica e russa. E non aveva lo stesso grado di controllo da parte di uno Stato potente, perché lo Stato era migrato nel tempo a San Pietroburgo e Mosca. Inoltre, questo si è probabilmente accentuato durante la grande carestia [l'Holodomor del 1932-1933] che ha davvero colpito alcuni russi, ma ha colpito gli ucraini molto più gravemente, ed è stato vista molto chiaramente da parte di alcuni tra questi come qualcosa perpetrato dal potere comunista. Sono tutti aspetti che hanno concorso a creare un presupposto storico.

In secondo luogo, penso che l'Ucraina, dopo la disgregazione dell'Unione Sovietica, si sia rivolta a ovest come contromisura verso il dominio russo, anche se non completamente. Certo, gli affari con la Russia hanno giocato un ruolo importante per le fortune di alcuni oligarchi ucraini. Ma l'Ucraina ha certamente virato a ovest, e le idee dall'occidente, la possibilità di studiare in occidente, la penetrazione dei media occidentali in Ucraina hanno motivato i giovani rendendoli più partecipi e attivi.

Infine, lo Stato ucraino non ha mai avuto un controllo molto fermo. C'era l'oligarchia, c'era a volte la repressione sotto l'ex presidente Yanukovych, ma non avevamo una società forte in grado di controllare i media. Così l'incompetenza ha alimentato l'azione della società civile, soprattutto quando non ha incontrato la repressione. Ritengo che tutti questo fattori abbiano creato una società civile molto vivace in Ucraina.

In Russia, invece, avete l'inizio di questo tipo di società civile verso la fine del governo di Gorbaciov. Poi durante il periodo di Yeltsin, e anche alla fine degli anni 2000, si hanno in Russia media liberi, ovvero alcuni media liberi non sottoposti a pesante censura. Ma il controllo statale è sempre molto forte. E si è assistito all'omicidio di giornalisti, o politici, o ex dissidenti, ovunque si trovassero - a Londra o a Mosca. Quelli sono gesti con un forte valore simbolico, per mettere a tacere la società civile. E penso che progressivamente - dopo la metà degli anni 2000, e accelerando con l'annessione della Crimea, e poi soprattutto dopo l'irrigidimento della linea contro Alexey Navalny - lo spazio per la società civile si è sempre più ristretto.

Naturalmente ora il livello di controllo è aumentato. Non direi certo che la società civile russa è condannata all'insignificanza, ma in questo momento non è abbastanza forte per essere un contrappeso a Putin. Chi può biasimarla? Voglio dire, in questo momento essere un attivista della società civile in Russia è molto, molto pericoloso. È uno dei posti più pericolosi al mondo per essere un attivista della società civile.

Siamo in un vicolo cieco? Cosa può essere cambiato? Lo Stato deve indebolirsi affinché la società civile in Russia si evolva?

Alcuni aspetti dello Stato devono diventare più deboli e alcuni aspetti dell'organizzazione della società devono cambiare. Perciò, ovviamente, se si rende lo stato più debole nella riscossione delle tasse, non aiuterà la società civile. Ma la forza dello Stato russo è più tangibile di un apparato di sicurezza che non si è riformato o indebolito dopo la transizione dal regime sovietico.

Se si guarda anche all'economia della Russia, soprattutto prima del 2014, la si può caratterizzare come un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Avete un vivace settore tecnologico. Avete consulenti, avete avvocati. C'è un po' di spazio per le persone per sviluppare un'identità indipendente, ma è uno spazio molto limitato. Quindi puoi essere un avvocato, puoi essere un consulente nella gestione aziendale, puoi lavorare con aziende occidentali. Ma se cominci a indagare su quello che succede nel settore statale o nelle risorse naturali, c'è ben poco da essere indipendenti. Ma molto del denaro viene dalle risorse naturali, molto del reddito della classe media per le persone che vivono a San Pietroburgo o a Mosca ha le sue radici nelle risorse naturali e nel settore del petrolio e del gas. Quindi questo crea molta meno indipendenza per la società civile. Quindi, in un periodo post-crisi ucraina, post-Putin, penso che un passo davvero importante  sarebbe avere radici più indipendenti per l'attività economica, per un segmento più grande del settore privato, in modo che le dinamiche della società civile possano essere più autonome.

La stabilità macroeconomica della Russia, così importante per Putin, ha solo esacerbato questa scomparsa della società civile?

Sì, assolutamente.

In uno dei tuoi discorsi, hai detto che l'Occidente dovrebbe smettere completamente di importare gas russo ed escludere tutte le banche russe dallo SWIFT, il sistema internazionale di transizioni. Questo non renderebbe la Russia più aggressiva?

Potrebbe. Di nuovo, è lo stesso pericolo cui ci troviamo di fronte l'Occidente continua ad aiutare l'Ucraina, ma deve fare qualcosa. La Russia ovviamente si sta spingendo oltre le sue reali forze in termini di questioni internazionali. Il suo PIL è molto più piccolo del Regno Unito o della Germania. Non ha una tecnologia così avanzata nella maggior parte dei campi, ma ha un esercito molto forte. Ha armi nucleari. Ma soprattutto, penso che infonda paura in ogni parte del mondo. Sotto vari aspetti l'intervento russo in Siria è stato una dimostrazione di forza.

Quindi la domanda è: come si fa a negoziare? Penso che più l'Occidente è visto come un completo cedimento alla Russia, più aumenterà la fiducia della cricca al potere intorno a Putin. E penso che questa sia stata esattamente la lezione che hanno tratto dalla Siria. La Russia può fare tutto ciò che vuole, e l'Occidente è troppo debole e troppo spaventato per interferire. E ovviamente questo significa che è un periodo pericoloso.

Questo è quello cui mi riferivo prima, perché penso che l'Occidente abbia imparato la lezione, deve opporre una certa resistenza, ma dove questa resistenza è più pericolosa e dove sarà più efficace? Penso che l'amministrazione Biden abbia l'istinto giusto. La No-Fly Zone sarebbe stata troppo pericolosa. Inviare le attrezzature americane più avanzate direttamente in Ucraina sarebbe stato troppo provocatorio. Ma le sanzioni economiche sono più efficaci e hanno più probabilità di essere percepite come un tipo di rivalità tra grandi potenze in cui sovietici, gli americani e la NATO erano impegnati prima della caduta dell'Unione Sovietica. Questo è il motivo per cui ritengo che raddoppiare le sanzioni economiche abbia senso.

Quale ritieni sia la ragione principale per cui l'Occidente non lo sta ancora facendo? È questa paura che ha menzionato o qualcos'altro?

Penso che l'Occidente sia chiaramente diviso, anche se si è riunito e ci sono grandi paure per la recessione economico è un calcolo naturale in cui molti politici sono impegnati. In realtà sono stato persino sorpreso che nelle prime fasi della crisi il cancelliere tedesco abbia immediatamente cancellato il Nord Stream 2. Ma sarà più difficile per loro sopportare il significativo aumento dei prezzi dell'energia che deriverebbe dal fermare anche il Nord Stream 1. Ma se le prove dei crimini di guerra aumenteranno, questo potrebbe attivare una mossa del genere.

All'inizio della guerra c'era lo stesso concetto, circa l'influenza delle prove dei crimini di guerra. Ma ora il mondo ha visto Bucha e altre atrocità, e sembra davvero che il problema principale sia questa divisione che hai menzionato.

Certamente. Ma Bucha era a un livello di prove molto più alto di tutto ciò che era venuto prima. Quindi penso che abbia un impatto.

A parte le attuali sanzioni contro la Russia, i principali paesi del mondo intendono realizzare la decarbonizzazione e passare alle tecnologie verdi. Se, nel corso, diciamo, dei prossimi 10 anni, la Russia venisse privata di una gran parte delle sue entrate da petrolio e gas, questo potrebbe provocare dei cambiamenti istituzionali?

Non credo che sia così automatico. Ovviamente l'attuale equilibrio russo, l'attuale sistema politico economico russo, non sarebbe potuto nascere senza petrolio e gas. Ma non è automatico. Non è che prendi le entrate del petrolio e inizi a ridurle, e allora le cose cambiano immediatamente.

La transizione verso le tecnologie verdi è un processo. Non accadrà da un giorno all'altro. Ci sono molte parti diverse in movimento. Non sono molto d'accordo con questo punto di vista, ma molte persone vedono il gas come una parte importante della transizione perché è più pulito del carbone e del petrolio. E potrebbe essere una parte significativa di quella fase di transizione in cui le tecnologie verdi stanno aumentando e lo stoccaggio è ancora un problema.

La Russia e il gas russo hanno una forte attrattiva per i tedeschi, proprio per questo motivo. Vogliono ridurre le emissioni di carbonio. Hanno escluso l'energia nucleare. Semplicemente non possono farlo sulla base del solare e dell'eolico esistenti e di altre opzioni. Quindi non credo che possiamo pensare ai prossimi dieci anni come al periodo in cui improvvisamente l'economia politica russa cambierà perché le entrate del petrolio e del gas saranno molto ridotte - a meno che, di nuovo, non sia attraverso le sanzioni. Le sanzioni potrebbero avere esattamente quell'effetto, ma tutto ciò che accadrà attraverso quel canale sarà destabilizzante.

Per "destabilizzare" intendi l'indebolimento dello Stato in termini di potenziale militare?

Esattamente. Lo stato si sta indebolendo. Putin e il suo entourage stanno cercando di trovare riposte al problema. Una potrebbe essere quella di vendere di più alla Cina, che non sarebbe particolarmente destabilizzante, ma ci potrebbero essere altre risposte di nuovo legate all'esercito, come le minacce che sono state fatte recentemente contro la Finlandia e la Svezia, per esempio.

Molte persone in Russia vedono gli attuali sviluppi come un ritorno all'URSS - una versione peggiore, come un'URSS 2.0. Si tratta effettivamente di un ritorno all'epoca sovietica o no?

Non è un ritorno all'epoca sovietica, ma ci sono aspetti peggiori. Dipende a quale periodo ci si riferisce. Trovo che rispetto all'epoca di Stalin non sia peggiore. Quello che è venuto fuori dopo Stalin è stata una dittatura più cauta. C'era maggior paura che le cose andassero fuori controllo. Khrushchev, per esempio, non era qualcuno che aveva lo stesso livello di controllo che aveva Stalin. E quella sorta di controlli ed equilibri, anche se si sviluppano solo all'interno dell'élite comunista, hanno portato una certa stabilità.

È incredibile se ci pensate. Abbiamo attraversato la Guerra Fredda e ci sono alcuni studiosi di relazioni internazionali che dicono, oh, sapete, il periodo della Guerra Fredda è stato fantastico. C'era questa minaccia di distruzione reciproca assicurata e questo stabilizzava il mondo. Non sono assolutamente d'accordo. Era un periodo così instabile. Si poteva avere una guerra nucleare in qualsiasi momento a causa di errori, malintesi, comportamenti estremi. Ma penso che dopo Khrushchev, ci fu una sorta di riconoscimento di questi pericoli e ci fu un po' più di uno sforzo per contenere alcuni di questi aspetti. Ora, non siamo così male come "torniamo a Stalin", ma non vedo quegli stessi controlli ed equilibri all'interno della leadership di Putin come era invece all'interno della leadership dell'élite comunista di quel tempo.

È un'opinione molto popolare in Russia che a causa della particolare cultura,  del desiderio di una "mano forte", il paese finirà sempre per essere un'autocrazia e non potrà abbracciare pienamente la democrazia. Lei è d'accordo con questo? E se sì, cosa si può fare?

Non sono d'accordo con questa idea. Prima di tutto, guardate la cultura russa. Se si torna al XIX secolo, anche se la Russia zarista era un posto orribile per i servi della gleba e per i contadini - enormemente disuguale, forte repressione - quel periodo ha prodotto alcune delle migliori letterature, alcune delle migliori musiche, alcuni dei migliori pensieri in termini di pensiero politico provenienti dalla Russia. Era completamente integrata in alcune parti dell'Occidente. In qualche modo, è stata in realtà più avanzata e più avventurosa in termini di pensiero.

Quindi è difficile dire che la Russia nel suo complesso sia un luogo culturale "arretrato". Ma ovviamente c'è una specifica serie di norme e gerarchie che sono state stabilite nel corso di diversi secoli, in base alle quali una gran parte della popolazione è sottomessa. Prendiamo la servitù della gleba russa - voglio dire, non sono un esperto - se la servitù della gleba in Inghilterra o in Francia era crudele, quella russa lo era molto di più. Quel tipo di gerarchia, ovviamente, lascia delle cicatrici. Ma non credo che ci sia una specifica cultura russa che sia immutabile. E penso che l'Ucraina lo dimostri, in un certo senso è una vera spina nel fianco di Putin nello stesso modo in cui Taiwan e Hong Kong sono una spina nel fianco della leadership comunista cinese perché mostrano esattamente quale potrebbe essere il percorso alternativo.

Se si vuole tornare indietro per definire una sorta di cultura russa alla fine del XIX secolo o all'inizio del XX secolo che condannerà il paese all'oppressione, non si può dire che ci siano molte differenze tra Kyiv a San Pietroburgo. Ma si vede la divergenza a Taiwan rispetto alla Cina. Quindi penso che sia un processo doloroso. E certamente, se il KGB fosse stato forte in Ucraina come lo è stato a Mosca, non credo che l'Ucraina avrebbe compiuto lo stesso percorso. Penso che il KGB e i servizi di sicurezza siano molto più importanti per la storia russa della cultura russa. E poi, naturalmente, una volta che c'è la repressione, questa condiziona le aspettative della gente, le norme - e ciò che viene detto dai media esercita a sua volta un'influenza sulla società.

Quali prerequisiti possiamo immaginare perché la Russia cambi finalmente strada e cominci a muoversi in una direzione democratica? Quando la Russia sarà effettivamente isolata dal mondo, non sarà naturalmente più difficile muoversi verso la democrazia? È fattibile o ci vorranno 50 anni?

Vorrei avere le risposte a queste domande. Certamente ciò che viene fuori da questo processo è una completa delegittimazione dell'apparato di sicurezza e dell'attuale oligarchia nell'entourage di Putin - credo che questo possa creare una frattura, aiutando a rompere la struttura di potere.

Penso che ciò che ha permesso, per esempio, una transizione alla democrazia in Sudafrica molto più rapida di quanto chiunque potesse sperare, è stato che nel corso di circa dieci anni, il regime dell'apartheid è stato completamente delegittimato - anche agli occhi di alcuni sudafricani bianchi. E se le attuali istituzioni russe vengono delegittimate agli occhi della classe media, allora penso che ci sia ogni pericolo e possibilità per un cambiamento radicale. Penso che sarebbe un grande inizio. Ma non ci sono garanzie effettive, perché questa delegittimazione potrebbe invece aprire la porta a un altro dittatore o a un altro populista che promette molto, ma poi instaura un regime molto simile. Dopo tutto, Eltsin è arrivato al potere con grandi speranze e grandi promesse, ed è stato lui che ha portato Putin. Quindi non c'è alcuna garanzia.

Penso anche che l'isolamento russo non aiuti. Ma d'altra parte, non credo che la società civile russa, così com'è, o la gioventù russa, o la classe media russa, saranno mai isolate come ai tempi dell'Unione Sovietica. C'è internet. Migliaia di persone sono fuggite dalla Russia a causa della reazione alla guerra, capisco. E sono in costante contatto con la gente rimasta nel paese, o almeno con una parte di essa. Russia e Ucraina sono ancora molto ben integrate in termini di flussi di conoscenza - di nuovo, questo potrebbe cambiare. Ma penso che non ci sarà lo stesso livello di isolamento visto durante il periodo sovietico.

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Articolo originale pubblicato sul sito indipendente russo Meduza - per sostenere il sito si può donare tramite questa pagina.

Immagine anteprima: Silar, CC BY-SA 4.0 - via Wikimedia Commons

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