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“Molti insegnanti non vogliono farlo, ma sono in trappola”: il documentario sull’indottrinamento di Putin nelle scuole russe

13 Febbraio 2025 4 min lettura

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“Molti insegnanti non vogliono farlo, ma sono in trappola”: il documentario sull’indottrinamento di Putin nelle scuole russe

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Mentre in questi giorni si parla della telefonata tra Trump e Putin e degli scenari possibili per la guerra in Ucraina, un docente di una scuola superiore di Karabash, una piccola città industriale sui monti Urali, ha diffuso un documentario in cui ha testimoniato l’indottrinamento di Putin nelle scuole russe dal febbraio 2022 in poi.

Oltre a invadere l’Ucraina, Putin ha iniziato una battaglia parallela sul fronte interno, combattuta non con le armi ma con la propaganda e l'ideologia militare: formare una generazione ultranazionalista e pronta a unirsi presto ai ranghi dell’esercito. Dall'inizio della guerra, Mosca ha speso milioni di rubli per plasmare una nuova generazione disposta a dare la vita per l’esercito. Gli analisti russi hanno descritto l'indottrinamento ideologico degli adolescenti come uno degli ambiti in cui lo Stato russo si avvicina maggiormente al totalitarismo.

Al docente Pavel Talankin, videomaker di lunga data, era stato dato l’ordine dai suoi superiori di documentare l'attuazione della direttiva del Cremlino. Ma Talankin, strenuo oppositore della guerra, ha invece deciso di riprendere e mostrare al mondo una visione non filtrata e interna di come la guerra di Putin contro l'Ucraina stava plasmando la vita dei bambini russi. “Ho capito subito che questo doveva essere conservato per la storia. Ho capito subito che questo materiale non poteva andare perso”, ha detto Talankin al Guardian.

Le riprese sono diventate un documentario, “Mr Nobody Against Putin”, presentato in anteprima il mese scorso al Sundance Film Festival, dove ha vinto il World Cinema Documentary Special Jury Award.

Già nei primi giorni della guerra Talankin ha iniziato a contattare emittenti indipendenti, offrendo loro le sue riprese. Alla fine la sua storia è arrivata a David Borenstein, un regista statunitense che ha co-diretto il progetto insieme a Talankin. Con la scusa di seguire gli ordini per rispettare la quota di propaganda della scuola, Talankin ha intrapreso una missione segreta ed estremamente rischiosa per documentare la propaganda di Putin in Russia, dove tutto il giornalismo indipendente era stato bandito. 

“Qualsiasi giornalista che avesse tentato di filmare ciò che accadeva nelle scuole sarebbe stato immediatamente incarcerato. Mi sono trovato in questa situazione unica. Il ministero dell'istruzione russo inviava ordini estremamente dettagliati che alcune lezioni dovevano essere filmate, e io andavo a filmare”, ha detto Talankin che aggiunge: “Le scuole sono uno dei luoghi principali in cui si diffonde la propaganda. Il fascismo può attecchire nei modi più semplici, a partire dalle scuole, con i bambini”.

Nel documentario, Talankin mostra come ai bambini venga ordinato di marciare con la bandiera russa, leggere libri di storia appena stampati che difendono l'invasione russa dell'Ucraina e competere in tornei di lancio di granate. Oppure i veterani di guerra in visita nelle scuole per predicare i “valori patriottici” ai bambini

D’altronde lo stesso Putin aveva dichiarato lo scorso anno che “Le guerre non le vincono i comandanti, ma gli insegnanti”. E in effetti nel film si vedono alcuni insegnanti abbracciare pienamente il fervente sentimento pro-guerra del paese. Tra questi Abdulmanov, insegnante di storia e convinto sostenitore di Putin, che si mostra addirittura ammiratore di Stalin.

Altri, invece, faticano a gestire il loro nuovo ruolo di propagandisti, confidando a Talankin il loro disagio per il cambiamento di direzione della scuola. “Molti insegnanti non vogliono farlo, ma sono in trappola”, spiega Talankin. “Le persone studiano per diventare insegnanti e sognano di educare i bambini, poi si ritrovano costrette a diffondere propaganda”. Su Valigia Blu avevamo raccontato la storia di Kamran Manafly, insegnante di 28 anni di Mosca, che era stato licenziato proprio per essersi rifiutato di adottare le linee guida statali sulla "speciale operazione militare in Ucraina" della Russia. Manafly era stato allontanato dall’insegnamento dopo aver postato una fotografia su Instagram che lo raffigura mentre partecipa a una protesta contro la guerra. 

Molto di ciò che accade in classe sembra una recita messa in scena per le telecamere, con insegnanti e studenti che leggono da appunti preparati, recitando le risposte che lo Stato si aspetta. Eppure gli effetti della militarizzazione sono reali e tangibili, prosegue Talankin: “Per i bambini più piccoli, tutto ciò che dice il loro insegnante viene preso per vero. L'impatto a lungo termine della propaganda militare si farà sentire”. Gli studenti più grandi sono invece più scettici, ha detto Talankin, anche se sono in tanti quelli che hanno deciso di firmare contratti militari e combattere in Ucraina.

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A giugno 2024 Talankin è fuggito dalla Russia, senza dire niente a nessuno, nemmeno a sua madre, e portando con sé sette hard disk pieni di filmati. Da tempo aveva notato appostamenti da parte della polizia, segno che le sue idee contro la guerra stavano diventando sempre più evidenti a Karabash.

Dall'uscita del documentario, le reazioni nella cittadina sono state contrastanti, tra messaggi di sostegno e minacce neanche tanto velate. “Spero che quante più persone possibile in Russia guardino il film, non solo a Karabash, ma ovunque. È per il loro bene”.

 

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