Rivalutare Andreotti a volumi molesti
1 min letturaHo un problema col mio vicino di casa (ciao amico caro, se mi leggi e ti riconosci in questa descrizione ti prego di rivedere le tue abitudini o almeno renderle un po' più misurate): è uno di quelli che adegua i gusti - o gli ascolti, o le manie - alle notizie del momento, agli eventi di grande rilevanza, e lo fa a volume altissimo. Deep immersion in politica, musica e tv con particolare riguardo ai celebri defunti, da rivalutare nei loro chiaroscuri: una specie di agenda dell'impegno e del disimpegno da rispettare, forse per sentirsi cittadini di qualcosa, parte di un tutto da condividere collettivamente, o semplicemente per offire un servizio gratuito in presa diretta al vicinato (grazie).
Durante lo tsunami tour per esempio era tutto un comizio di Grillo, "belin" e "bagasce" fino all'orgia di Roma a poche ore dal voto (ho chiesto asilo fuori regione, non riuscivo neppure a sentire i "Scusate il disturbo" di Bersani). I Pink Floyd suonano con puntualità maniacale ogni pomeriggio, da quando a marzo sono stati celebrati i quarant'anni da The Dark Side of the Moon. Gli indirizzi di Scalfaro, il record di Mennea. Il tributo ai Queen. E poi i discorsi della Thatcher, con funerali in diretta mondiale a decibel molesti. C'è stato il periodo Enzo Jannacci, quello Califano, e adesso non vorrei attaccase coi probi discorsi alla nazione, la lettura dei dossier da 3500 faldoni e le verità sulle stragi italiane, sul sequestro Moro, su Sindona e Calvi, sulla loggia P2, su Gladio e il golpe borghese, sui baci a Riina, tutti confessati in dolby sorround dalla viva voce di Giulio Andreotti.
(CIAO A TUTTI è una specie di rubrica talvolta satirica che da piccola imitava Andreotti con gli occhiali del nonno e la gobba finta).