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Renzi punta ai tagli e la polizia sciopera: è a rischio la lotta al crimine? Cosa dicono i dati

15 Settembre 2014 7 min lettura

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Renzi punta ai tagli e la polizia sciopera: è a rischio la lotta al crimine? Cosa dicono i dati

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Articolo in partnership con Fanpage.it

Aggiornamento 18 settembre 2014: Vicino l'accordo tra governo e forze dell'ordine per superare il blocco degli stipendi. La riunione, svoltasi ieri a Palazzo Chigi, con i sindacati degli uomini in divisa si è infatti conclusa bene. «È stata confermata la decisione di risolvere la questione del tetto salariale e retributivo. Il lavoro per reperire le risorse è positivamente avviato», ha commentato al termine dell'incontro il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

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«Cinque corpi di polizia sono troppi». La riforma delle forze armate in Italia passa da questa affermazione di Matteo Renzi. Il governo infatti, nell'ottica di una spending review da 20 miliardi di euro per la prossima legge di stabilità, si sta preparando a operare sul reparto sicurezza tagli, risparmi e accorpamenti per una cifra di 600 milioni di euro. Dall'altra parte i soggetti interessati fanno sapere che c'è il rischio di un arretramento dello Stato nella lotta al crimine. Ecco perché, per capire l'impatto del piano dell'esecutivo è utile vedere i numeri che caratterizzano le forze dell'ordine in Italia.

Organico

In Italia ci sono 5 corpi che gestiscono la pubblica sicurezza, per un totale di 305 mila agenti. La spesa annuale per le forze armate, secondo i dati (a pag.22) del commissario straordinario della spending review, Carlo Cottarelli, è di 20 miliardi di euro (un costo che supera del 20% quello dell'apparato di sicurezza di Francia e Germania).

Tagli

Sistematiche sforbiciate hanno colpito in questi anni le forze dell'ordine. Il Dipartimento della pubblica sicurezza, che tra le varie funzioni ha quello di coordinare in modo tecnico-operativo i corpi di polizia, dal 2008 al 2012 ha subito un riduzione delle risorse per oltre 1 miliardo e mezzo di euro.

La riduzione costante degli agenti, come riportato in un dossier del sindacato di polizia Silp-Cgil presentato lo scorso agosto, è una delle prime conseguenze: "Dal 2006 al 2013 da 103.000 agenti in servizio si è passati a 95 mila unità complessive". Una diminuzione di uomini che ha coinvolto anche le altre forze dell'ordine. Giuseppe Micali, segretario del Silp, ha dichiarato infatti che la Polizia penitenziaria «da 45mila agenti è passata a circa 36mila, l’Arma dei Carabinieri da 118mila a 103mila, mentre gli organici della Guardia di Finanza così come quelli del Corpo forestale dello Stato sono stati ridotti di circa 6 mila unità». Fra le cause principali c'è il blocco del turn-over, "ridotto del 50% con il DL 78/10 (ndr provvedimento per il risparmio nell'intera pubblica amministrazione), per cui per ogni 100 agenti che se ne vanno in pensione, ne entrano la metà.

La legge di stabilità 2014, approvata dal governo Letta, ha previsto assunzioni in tutto il comparto sicurezza: 1.000 per la Polizia, altre 1.000 per i Carabinieri e 600 per la Guardia di Finanza. Si tratta però di una piccola deroga, in quanto la condizione stabilita è che il turn over non sia superiore al 55% (quindi con un aggiunta del 5%). Per l'occasione è stato istituito un fondo "nello stato di previsione del Ministero dell'economia di 51,5 milioni di euro per il 2014 e di 126 milioni di euro a decorrere dal 2015". Ma questo ricambio generazionale a metà, oltre alla riduzione degli organici, ha causato negli ultimi due anni un ulteriore innalzamento dell'età media del personale, con il risultato di creare un deterrente nella lotta al crimine, come denunciato più volte dai sindacati di polizia.

L'età media dei corpi di polizia dal 2006 al 2012 si è alzata di quasi 3 anni (dati Eurostat).

Gestione di dotazioni e automezzi

I continui tagli hanno coinvolto anche strutture, dotazioni e automezzi dei corpi di polizia. Già nel 2009 la Repubblica denunciava un taglio ai fondi per la gestione di automezzi della Polizia, elencando anche i problemi delle forze dell'ordine nelle maggiori città italiane, tra mancanza di organico e auto vecchie o ferme in officina a riparare. A maggio il sindacato Ugl Polizia di Brescia, aveva «denunciato il precario stato dei mezzi della Polizia di Stato, dovuto all’arcinoto taglio trasversale dei fondi che lo Stato destina alla loro manutenzione. Tagli che hanno indubbiamente creato delle situazioni di grave precarietà delle condizioni dei veicoli». I numeri che fotografano lo stato di salute dei mezzi li ha elencati Fiorenza Sarzanini sul Corriere della sera:

24 mila mezzi, «ma un terzo sono in riparazione costante e le volanti hanno in media 200 mila chilometri». Quando le gomme devono essere cambiate, la macchina si ferma perché non ci sono i soldi. A Milano, Torino e Bari circolano tra le 500 e le 550 autovetture, ma almeno 150 sono in officina. A Napoli su 1.000 autovetture, 300 non si muovono. Roma è in linea: su 1.600 macchine, 500 rotte.

Una situazione critica riconosciuta anche dal Governo. Nel decreto Stadi (all'articolo 8), entrato in vigore il mese scorso, sono stati stanziati infatti 350 milioni per "l'ammodernamento dei mezzi, attrezzature e strutture della Polizia di Stato (ndr da dividere con il corpo dei vigili del fuoco)": 10 milioni di euro per il 2014, 40 milioni per il 2015 e 50 milioni per "ciascuno degli anni dal 2016 al 2021". Problematiche, queste, che sono comuni all'interno delle forze dell'ordine. Il Comandante Generale Leonardo Gallitelli dell'Arma, un anno fa, durante un' audizione dinnanzi le commissioni riunite "Difesa" di Camera e Senato, aveva infatti chiarito che nel bilancio del corpo c'era un saldo passivo di 280 milioni di euro. Durante la sua esposizione, il Generale Gallitelli, tra le varie problematiche elencate, aveva anche specificato che un comparto di macchine adeguato costa sui 70 milioni di euro, ma che la somma ricevuta per l'investimento era stata di appena 25 milioni. 

Stipendi

È il motivo per cui le forze dell'ordine hanno annunciato uno sciopero generale (che per gli uomini in divisa è vietato dalla legge 121/1981 (art.84)) per il prossimo 23 settembre. La scintilla è stata la dichiarazione del ministro Marianna Madia: «In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti (ndr nella pubblica amministrazione) non ci sono». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha definito "ricattatori" i toni utilizzati dai sindacati dei corpi di polizia. Il ministro dell'Interno Alfano, smentendo le dichiarazioni della collega della Pubblica amministrazione, ha preannunciato che saranno trovate «le condizioni per lo sblocco degli stipendi (ndr servono 800 milioni per il 2015)». Quella del blocco del tetto salariale (cioè  il trattamento economico connesso all'anzianità maturata e alla qualifica ricoperta) per i dipendenti pubblici è una storia che dura da 4 anni e cioè dall'entrata in vigore del DL 78/2010 (all'articolo 9). Il sindacato di polizia Silp-Cgil, nello stesso dossier citato sopra, ha calcolato che questa situazione ha prodotto "una perdita mensile di 300 euro lordi" per singolo agente.

Un confronto europeo

Inserendo i numeri elencati finora in un contesto europeo, l'analisi acquista nuovi punti di vista. Partiamo dai compensi (di chi è appena entrato in servizio). Un paragone con le forze di polizia della Ue mostra così che gli agenti italiani non stanno tre le prime posizioni. Con il conseguente peso all'interno della Pubblica amministrazione Per quanto riguarda l'organico, nonostante i tagli, l'Italia resta invece tra le prime posizioni europee per unità di polizia ogni 100.000 abitanti. Secondo i dati riportati da vari quotidiani, il numero di agenti ogni centomila abitanti in Italia sarebbe anche maggiore toccando quota 561, con la Spagna (469), la Francia (385) e la Germania (300) a seguire. Queste cifre sono state però contestate da Felice Romano, segretario generale del sindacato di Polizia Siulp, intervistato da Il Manifesto:

Il dato è falso: hanno tenuto den­tro anche le poli­zie pro­vin­ciali e i vigili urbani che negli altri paesi non ven­gono con­teg­giati. Se con­tiamo solo le 5 forze di poli­zia pre­vi­ste dalla legge 121, il rap­porto è un agente ogni 140 mila cit­ta­dini, vicino alla media euro­pea che è 1/130mila.

 

Come si muoverà il governo?

In attesa di capire come si muoverà il governo, la complessità della situazione è stata rimarcata più volte dagli stessi vertici delle forze armate. Alessandro Pansa, capo della Polizia, circa un anno fa aveva infatti lanciato un allarme dopo i tagli subiti all'organico e alle risorse: «È pacifico che in questo momento noi stiamo offrendo un servizio di sicurezza inferiore al passato». A febbraio di questo anno è toccato al comandante generale Gallitelli sottolineare, davanti alla Commissione Antimafia, il disagio dei propri uomini, affermando che bisogna «ripristinare l'attenzione verso le risorse da dare alle forze dell'ordine, perché altrimenti il personale si demotiva quando non si danno promozioni e si bloccano gli stipendi per quattro anni». Infine, nella scorsa primavera, tutte le forze dell'ordine hanno consegnato al governo Renzi una relazione per dimostrare quali potrebbero essere le conseguenze dei prossimi tagli:

Le forze di polizia, in quanto chiamate a garantire la sicurezza, bene indefettibile e precondizione di ogni diritto, sono a un bivio molto delicato e ulteriori azioni di cost reduction che dovessero essere individuate non potranno ancora impattare sul personale o, attraverso ulteriori tagli lineari, sui capitoli di bilancio già sofferenti, se non con un preoccupante abbassamento degli standard operativi

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La spending review sul reparto sicurezza dovrebbe prevedere la chiusura di circa 300 presidi. Il rischio, dicono i critici, è che lo Stato perda avamposti e uomini sul territorio, in un periodo in cui il tasso di furti e rapine denunciate (ogni mille abitanti, dati Istat) è in aumento, mafia, carmorra e 'ndrangheta hanno una potenza economica calcolata sui 100 miliardi di euro e con gli italiani che si sentono più insicuri rispetto alla criminalità.

 

L'esecutivo, invece, si dice sicuro che la prossima riforma delle forze armate non ridurrà la sicurezza ma che piuttosto avrà l'obiettivo di «eliminare gli sprechi e le sovrapposizioni».

 

 

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