Regionali, politiche, europee: tutti perdono elettori
3 min letturaUn dato è certo: ha vinto il centro-sinistra. Stefano Bonaccini (con il 49,05%) e Gerardo Mario Oliviero (con il 61,40%) sono i nuovi governatori di Emilia-Romagna e Calabria (al voto anticipato dopo che i precedenti governatori si erano dimessi per vicende giudiziarie). Ma l'astensionismo nel voto di domenica scorsa è stato un vero e proprio trionfo: sei elettori su 10 non sono andati a votare.
Vari i motivi per questa disaffezione da parte dei cittadini verso la politica. Un fenomeno che alle ultime elezioni politiche ha segnato il suo apice rispetto ai decenni precedenti (anche se in Europa, specifica l'Istituto Cattaneo, a livello di partecipazione l'Italia continua a occupare le prime posizioni). L'astensionismo è in continua crescita da tempo. «Se nei primi tre decenni del dopoguerra – scriveva nel 2006 Linda Laura Sabbadini dell'Istat – l’Italia ha registrato in ogni tipo di elezione una partecipazione al voto estesa e indifferenziata, nei tre decenni successivi l’affluenza di massa ha cominciato a vacillare, riducendosi elezione dopo elezione».
Se la preoccupazione per la mancata partecipazione dei cittadini al voto è il dato che ha unito i partiti, riguardo la lettura dei numeri usciti dalla urne ognuno ha la propria.
Male affluenza, bene risultati: 2-0 netto. 4 regioni su 4 strappate alla dx in 9 mesi. Lega asfalta forza Italia e Grillo. Pd sopra il 40%.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 24 Novembre 2014
Il M5S nel 2010 raccolse 126.619 voti (6%) eleggendo 2 consiglieri, ieri ha aumentato i consensi: 159.456 voti (13,2%) pari a 5 consiglieri
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 24 Novembre 2014
Per la #Lega in Emilia-Romagna un risultato storico! GRAZIE. Ora non ci fermiamo: costruiamo l'Alternativa a Renzi in tutta Italia. #Salvini
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 24 Novembre 2014
Emilia: affluenza dimezzata dalle Europee. Le promesse di Renzi hanno le gambe corte, come le bugie. Anche i #feudirossi non ci credono più
— Giovanni Toti (@GiovanniToti) 24 Novembre 2014
Ma al di là delle considerazioni politiche dei singoli leader o esponenti dei maggiori partiti, ci sono i dati ufficiali che permettono di orientarsi e ragionare sulle ultime votazioni in Emilia-Romagna e Calabria. Anche grazie alla comparazione con le precedenti tornate elettorali.
In Emilia-Romagna si può vedere come basandosi sulle ultime elezioni regionali del 2010 il Partito Democratico abbia perso 322 mila voti (anche se la percentuale registra un +5% grazie all'astensionismo). Un calo che aumenta se si prendono in considerazione le recenti Politiche e le Europee. Rispetto al primo caso, quando a capo del Pd c'era Bersani, il Pd ha ottenuto 448 mila voti in meno. Confrontando invece i dati di queste ultime regionali con l'ottimo risultato del 25 maggio scorso, il partito di Matteo Renzi ha subito una perdita di 677 mila voti.
La Lega Nord di Matteo Salvini rispetto alle elezioni di Camera e Senato e a quelle per eleggere il Parlamento europeo ha visto un aumento sia in percentuale che in valori assoluti del proprio bacino elettorale. Mentre, se si prende il dato del 2010, si registra un calo di 55.000 voti.
In confronto alle elezioni regionali di quattro anni fa il Movimento 5 stelle ha conquistato quasi 33.000 voti. Ma il dato è nettamente negativo (sia in valori assoluti che in percentuale) se si raffronta con le politiche dell'anno scorso e le europee di 7 mesi fa: rispettivamente -458 mila voti e -284 mila voti.
Infine, il risultato di Forza Italia (tornata in vita per le politiche del 2013 dopo la fine dell'esperienza del Partito delle libertà) è numericamente negativo da qualsiasi punti di vista lo si voglia vedere.
In Calabria il Partito Democratico ha visto aumentare di 23.000 voti il proprio consenso rispetto alle elezioni regionali di quattro anni fa. Ma i risultati sono negativi rispetto alle ultime Politiche (-17.000 voti) e alle Europee (-82.700 voti).
Per il Movimento 5 stelle il calo (sia in valori assoluti che percentuali) dei voti da parte dei cittadini calabresi è stata drastico. Si è passati infatti dai 209 mila voti (23,55%) delle politiche dell'anno scorso ai 160.000 voti (21,50%) delle Europee, fino ai 38 mila (4,88%) di domenica scorsa.
Anche Forza Italia ha subito una riduzione del proprio bacino elettorale, con 124mila voti in meno in confronto alle elezioni di Camera e Senato di un anno fa.