Quando Twitter ‘fa giornalismo’ e la partecipazione cambia le cose
4 min letturaThe leadership may not want to listen to TX women, but they will have to listen to me. I intend to filibuster this bill. #SB5 #txlege
— Wendy Davis (@WendyDavisTexas) June 25, 2013
Wendy Davis, senatrice democratica, si è infilata un paio di scarpette da ginnastica rosa e si è recata in aula, determinata a parlare ai suoi colleghi fino a mezzanotte inoltrata, quando non sarebbe stato più possibile votare la legge che avrebbe portato alla chiusura immediata di 37 delle 42 cliniche specializzate dello Stato. L’ultimo tentativo della Davis di ostacolare la legge ha fatto seguito a giorni di proteste e di pressioni da parte delle attiviste per i diritti delle donne in un braccio di ferro durissimo dopo che a maggio scorso, con la mancata approvazione della SB5 al termine dell’iter regolamentare, il governatore Rick Perry aveva annunciato una sessione speciale di ulteriori 30 giorni per discutere nuovamente la legge ed approvarla entro la mezzanotte del 25 giugno 2013.
Sin da subito la partecipazione su Internet a sostegno dello sforzo della Davis si è rivelata entusiasmante con migliaia di testimonianze rilasciate sul suo sito a difesa di una battaglia particolarmente serrata culminata ieri con l’intervento in Senato. 13 ore di un flusso ininterrotto di parole senza potersi sedere, mangiare, bere, andare in bagno, appoggiarsi o essere sostenuta dai colleghi. La Davis è andata avanti leggendo le storie di chi le aveva scritto per spiegare concretamente come la proposta di legge fosse dannosa per i proponenti stessi ed intere comunità. Il tempo passava e mentre i corridoi del Senato si riempivano di attivisti, sostenitori e cittadini, gli utenti collegati su Youtube sul canale del parlamento del Texas erano in costante ascesa passando dai 20.000 delle 17.30, ai 57.000 delle 21.00, fino ai 180.000 dell’1.00 del 26 giugno. Quella che si era presentata apparentemente come una giornata tranquilla in cui approvare un pacchetto di provvedimenti, si è trasformata in un evento quasi sportivo e non solo per le scarpette.
La Davis in tutto il suo discorso non avrebbe potuto commettere più di tre “infrazioni” discostandosi dall’argomento che si stava discutendo. Quel cartellino rosso era pronto per essere sollevato dai repubblicani intenzionati a bloccare in tutti i modi la senatrice per approvare la legge nei tempi previsti. Intanto, mentre su Twitter #standwithwendy diventava numero 1 nei Trending Topics degli Stati Uniti, in tv il silenzio era totale. Su CNN, MSNBC e Fox la programmazione proseguiva regolarmente senza il minimo accenno a ciò che stava accadendo ad Austin. Poco dopo le 22.00, quando l’appassionato intervento proseguiva ininterrottamente da 11 ore, alla Davis è stata contestata la terza e ultima infrazione che ha sollevato una bagarre in aula tra democratici e repubblicani mentre la senatrice assisteva immobile, silenziosamente, ancora in piedi.
Lo scontro verbale è proseguito fino all’approssimarsi della mezzanotte quando la senatrice Leticia Van de Putte, arrivata da poco in Senato dopo aver partecipato ai funerali del padre, è intervenuta chiedendo fino a che punto avrebbe dovuto alzare mano e voce prima che la sua presenza fosse riconosciuta dai colleghi uomini riuniti in sala. A quel punto la folla accalcata all'interno del Senato è letteralmente impazzita, applaudendo per prendere tempo quasi a voler dare il cambio alla senatrice Davis con un vero e proprio ostruzionismo da parte dei cittadini.
Pretty Vine of the rotunda: https://t.co/WngzproZBW #SB5 #standwithwendy (via @GarrettMize, @AntDeRosa) — Melissa Gira Grant (@melissagira) June 26, 2013
Chi intanto seguiva l’evolversi della vicenda su Youtube non aveva vita facile perché il sonoro del canale era ripetutamente disturbato per cui l’unica possibilità per rimanere aggiornati era Twitter attraverso chi si trovava sul posto, come Mike Ward dell’Austin American-Statesman che alle 23.52 scriveva: “Confusione in senato. Il presidente non sente nulla a causa delle urla di chi affolla i corridoi. I senatori non possono votare. Non ho mai visto niente del genere”.
No order in Senate. Chair can't hear over jeering from gallery. Senators can't vote. Never seen anything like this. #txlege — Statesmanmike (@mikestatesman) June 26, 2013
Allo scoccare della mezzanotte si è assistito su Twitter ad una vera e propria esplosione, immaginando di aver raggiunto l’obiettivo e di aver accantonato definitivamente la legge. Così non è stato. Dopo qualche minuto la votazione è avvenuta ugualmente e la legge è stata approvata. In tv il silenzio proseguiva. E all’1.00 il canale Youtube del parlamento ha terminato le trasmissioni. Nel frattempo su Twitter la rabbia si era unita alla disperazione poiché chi aveva seguito l'evolversi della vicenda sapeva perfettamente che la votazione si era svolta oltre il limite di tempo consentito. Da quell’istante un fiume di tweet in piena si è riversato sul web: Anthony DeRosa ha pubblicato uno screenshot dei dati ufficiali del senato con la registrazione del voto dove si rilevava che aveva avuto luogo il 26 giugno e quindi oltre la mezzanotte. E come lui tantissimi altri.
Interesting to note, the official page shows the vote took place after midnight: http://t.co/71Xbi5EVnj pic.twitter.com/OZlvzxGtg1 — Anthony De Rosa (@AntDeRosa) June 26, 2013
Dopo qualche minuto, però, magicamente la videata con gli stessi dati segnava una data diversa: 25 giugno. Così, sul social network, si è scatenata una vera e propria contestazione perché era evidente che la data fosse stata falsificata.
I senatori si sono poi riuniti. L’unico livestream in corso era quello di Christopher Dido, cittadino giornalista rimasto con i manifestanti ad attendere la decisione finale. Alle 3.00 Cecile Richards, presidente di Planned Parenthood, un collettivo di organizzazioni, nonché figlia dell’ex governatrice del Texas Ann Richards, ha comunicato l’esito della discussione: “I senatori sono d’accordo nell’annunciare la fine della SB5. Stanotte, abbiamo vinto e, cosa ancora più importante, le donne del Texas hanno vinto”.
Wendy Davis ha vinto. I cittadini hanno vinto.
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