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Cosa sappiamo dei filmati delle Forze di Difesa Israeliane all’interno dell’ospedale al-Shifa di Gaza

20 Novembre 2023 6 min lettura

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Cosa sappiamo dei filmati delle Forze di Difesa Israeliane all’interno dell’ospedale al-Shifa di Gaza

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Il 16 novembre, dopo essere entrate nell’ospedale al-Shifa e aver iniziato a perquisire il vasto complesso di edifici al centro della città di Gaza, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno dichiarato di aver scoperto nei sotterranei una vasta rete di tunnel e un gran numero di armi tali da poter parlare di un vero e proprio quartiere generale di Hamas. L’IDF ha accusato Hamas di aver nascosto le prove che confermerebbero che l'organizzazione ha usato l'ospedale come centro di comando e controllo. L’esercito ha mostrato anche video e fotografie del tunnel e delle armi.

Tuttavia, secondo l’analisi di BBC Verify, le prove prodotte finora dall’IDF non sono sufficienti per dimostrare che l’ospedale al-Shifa fosse il quartier generale di Hamas. “Se c'era un centro nevralgico - e si è speculato su questa possibilità fin dal 2014 - gli israeliani non hanno ancora rivelato al mondo esterno le prove definitive della sua esistenza”, scrive il giornalista della BBC, Jeremy Bowen. In base a quanto mostrato nei video, “ciò che è stato recuperato comprende alcuni fucili Kalashnikov - comuni in Medio Oriente - l'ingresso di un tunnel, di cui ce ne sono molti a Gaza, alcune uniformi militari e un mezzo con una trappola esplosiva”. Il che suggerisce una presenza armata ma non l’elaborato centro nevralgico raffigurato nei grafici animati presentati ai media a fine ottobre, e dunque prima del sequestro dello stabile, che ritraevano una rete di camere sotterranee molto attrezzate.

Inoltre, i video diffusi dalle forze israeliane sollevano diversi dubbi. In un filmato girato all'interno dell’ospedale, un portavoce dell'IDF ha dichiarato che le telecamere di sicurezza sono state deliberatamente coperte e ha mostrato una borsa con un fucile d'assalto, munizioni e granate nascoste dietro una macchina per la risonanza magnetica, borse con altre armi in armadi e un computer che conterrebbe “molte prove incriminanti”.

Sempre BBC ha rilevato però che il filmato che mostrava il portavoce dell’IDF è stato registrato ore prima dell’arrivo dei giornalisti a cui si supponeva stesse mostrando il contenuto del borsone. E che, in un video mostrato successivamente, il numero di pistole nella borsa era raddoppiato. L'IDF ha sostenuto che il filmato di ciò che ha trovato all’interno dell’ospedale era inedito, girato in un'unica ripresa, ma secondo l'analisi della BBC il video è stato modificato.

Alle stesse conclusioni è giunto anche Aric Toler, analista video del New York Times (e in precedenza di Bellingcat), in un thread su X. Troppo poco e troppi punti oscuri per poter parlare della prova che Hamas avesse il suo quartier generale nei tunnel sotto l’ospedale.

La scoperta delle prove che sotto l'ospedale ci fosse un importante quartier generale di Hamas è ovviamente ancora possibile. È probabile che i soldati israeliani non abbiano ancora trovato tutto quello che potrebbe essere nascosto nei sotterranei dell’ospedale. Nel video presentato dall’IDF ai media, le animazioni grafiche mostrano che le strutture principali si trovano in profondità nei sotterranei ed è possibile che i soldati israeliani non le abbiano ancora raggiunte. Sotto l’ospedale ci sono un bunker e una struttura sotterranea fatti costruire da Israele negli anni ‘70, “durante il loro pieno controllo del territorio”, osserva ancora Bowen. 

Domenica 19 novembre, l'IDF ha pubblicato un filmato che, a suo dire, costituirebbe la prima prova concreta di una sofisticata rete di tunnel di Hamas sotto il complesso ospedaliero. Le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato di aver trovato un pick-up con trappola esplosiva in un garage all'interno delle mura del complesso medico. Quando è stato distrutto con un'esplosione controllata, è stato scoperto sotto il pavimento del garage (l'IDF ha mostrato le fotografie) un pozzo lungo circa 10 metri che conduce a un tunnel lungo 55 metri (al cui interno ci sono dei cavi elettrici) che termina di fronte a una porta a prova di esplosione, con una piccola fessura attraverso la quale sparare con le armi. L'IDF ha affermato di non aver ancora superato quella porta. 

L'IDF ha poi mostrato altre immagini, risalenti alla mattina del 7 ottobre in cui si vedono membri di Hamas trasportare due ostaggi all'interno dell'ospedale Al-Shifa di Gaza City. Si tratterebbe di un cittadino nepalese e di uno tailandese, uno ripreso mentre era trasportato su una barella, l’altro mentre camminava. Secondo quanto dichiarato da un portavoce militare, il soldato Noa Marciano, sarebbe stato ucciso dopo essere stato portato all'ospedale al-Shifa con ferite minori. L’esercito ha aggiunto di aver trovato altri ordigni esplosivi nel reparto di fisioterapia e una stanza per gli interrogatori nel reparto di cardiologia. Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato di non essere in grado di confermare l'autenticità del filmato.

Il 23 novembre, l’esercito israeliano ha arrestato il direttore dell’ospedale al-Shifa di Gaza, Mohammad abu Salmiya. Secondo l'IDF, al-Shifa “sotto la sua diretta gestione, serviva come centro di comando e controllo di Hamas” e i combattenti di Hamas avevano cercato rifugio nell'ospedale. Il giorno prima l’IDF aveva portato un gruppo di giornalisti nei tunnel: nei video diffusi si vedono lunghe gallerie rinforzate con blocchi di cemento, un bagno e una stanza vuota piastrellata con prese elettriche. Tuttavia, non è stato possibile capire la funzione di quella stanza.

Al momento, le prove mostrate dall’esercito non sono sufficienti per poter arrivare a stabilire che l’ospedale fosse il quartier generale di Hamas. Quello su cui si stanno concentrando gli analisti video è monitorare se Israele troverà effettivamente una rete di tunnel più ampia utilizzata da Hamas, e se ci sono prove che questa sia stata utilizzata per il coordinamento militare, per nascondere armi e per tenere ostaggi, spiega Aric Toler su X.

Trovare o meno la prova che l’ospedale fosse usato da Hamas come base per le sue operazioni è un aspetto particolarmente rilevante per l’operato di Israele, considerato che la Convenzione di Ginevra vieta le operazioni militari contro gli ospedali a meno che “non vengano utilizzati per commettere, al di fuori dei loro compiti umanitari, atti dannosi per il nemico”. Nello specifico, l’articolo 19 della quarta Convenzione di Ginevra afferma che: “La presenza di armi di piccolo calibro e di munizioni sottratte a tali combattenti e non ancora consegnate al servizio competente, non sarà considerata come atti dannosi per il nemico”. 

“Israele non è riuscito a fornire neanche lontanamente il livello di prove richiesto per giustificare la stretta eccezione in base alla quale gli ospedali possono essere presi di mira secondo le leggi di guerra”, ha commentato al Guardian Mai El-Sadany, avvocato per i diritti umani e direttore esecutivo del Tahrir Institute for Middle East Policy, a Washington.

Come spiegato nei giorni scorsi da Human Rights Watch, “nel raro caso in cui la protezione venisse revocata, Israele dovrebbe fornire ai civili una possibilità significativa di evacuare. E, comunque, i civili che restano nell’ospedale dopo l'ordine di evacuazione, dovrebbero essere in ogni caso protetti dalle regole della proporzionalità”. 

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Intanto, in seguito a un’evacuazione che il direttore dell'ospedale ha detto essere stata ordinata dall'esercito israeliano, ma che l'esercito ha detto essere stata richiesta dal direttore, centinaia di persone, compresi alcuni pazienti, hanno lasciato al-Shifa sabato scorso. Almeno 40 persone, tra cui otto neonati prematuri, sono morte a causa della mancanza di elettricità per far funzionare apparecchiature salvavita come incubatrici e macchine per la dialisi, ha dichiarato l'ONU.

All’interno dell’ospedale sono rimasti 300 pazienti gravemente ammalati. Un team congiunto delle Nazioni Unite, guidato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha valutato l'ospedale per un'ora dopo la sua occupazione da parte dell'esercito israeliano e mentre alcuni pazienti e coloro che cercavano rifugio iniziavano ad evacuarlo, ha dichiarato di aver visto prove di bombardamenti e spari e di aver osservato una fossa comune all'ingresso dell'ospedale, contenente i resti di 80 persone. L'OMS ha aggiunto che sta cercando di organizzare l'evacuazione urgente dei pazienti e del personale rimasti in altre strutture di Gaza e ha ripetuto gli appelli per un cessate il fuoco.

Nel frattempo, il 24 novembre è iniziata la tregua con il rilascio dei primi 24 ostaggi da parte di Hamas in cambio della liberazione di 39 palestinesi.

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