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Non compro più i giornali

10 Agosto 2012 5 min lettura

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Non compro più i giornali

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Dino Amenduni @doonie
@valigiablu - riproduzione consigliata

Faccio due premesse:

1. I giornali, come tutte le aziende che vivono di profitto, devono mantenere i conti in ordine. I giornali sono fatti per 'vendere' attraverso l'informazione, che è diverso da dire che i giornali sono fatti per informare.

2. Non ho alcun pregiudizio contro la carta stampata. Non ritengo che l'informazione su carta stampata sia 'peggiore' di quella sul web. Il giornalismo di qualità dovrebbe prescindere dal mezzo di diffusione.

Detto questo, vado al punto: è la prima estate in cui non compro i quotidiani. Ho progressivamente ridotto l'acquisto dei giornali in questi anni, pur leggendo molte più notizie rispetto a cinque o sei anni fa. La rassegna stampa al bar è un lontano ricordo, così come la gita al mare con la mazzetta con tutti i giornali principali. Nel weekend, a gennaio come ad agosto, l'acquisto e la lettura dei giornali era 'inevitabile'. Poi ci si è ridotti ai weekend estivi.

Oggi i giornali non ci sono più. Mi mancano, mi mancano fisicamente, come mi manca il caffè al mattino quando non lo bevo. Ma al momento la decisione è questa ed è stata presa dopo il progressivo allontanamento di cui vi parlavo prima. Non ci sono per tante ragioni, ma per un motivo in particolare: mi fido sempre meno dell'informazione in Italia, dunque ritengo insostenibile spendere denaro per qualcosa di cui mi fido sempre meno.

Negli ultimi giorni ho letto tre notizie che, per motivi diversi, hanno rinforzato la mia sfiducia e mi hanno motivato a scriverne.

A. 2 agosto, Sole 24 Ore: Inchiesta Unipol-Fonsai, indagato Nagel 

L'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, è indagato dalla procura di Milano in concorso con Salvatore Ligresti in relazione al presunto patto occulto che avrebbe garantito una buonuscita milionaria all'ingegnere di Paternò in cambio del suo assenso all'aumento di capitale Premafin e all'operazione Unipol-Fonsai.

B. 4 agosto, Corriere del Mezzogiorno: Intecettazioni Ilva: "Paghiamo tutti i giornali"

Dall'Ilva soldi per tacitare i media. È quanto sembrerebbe emergere dalle indiscrezioni depositate al Tribunale del Riesame nel procedimento contro il management dell'impianto siderurgico pugliese. Negli atti citati dalla Stampa un dirigente dice a un altro: «La stampa dobbiamo pagarla tutta». L'ordine dei Giornalisti pugliesi ha già fatto sapere che intende fare luce sulla vicenda: «In relazione a notizie pubblicate oggi da vari organi di informazione sull'inchiesta Ilva l'Ordine dei giornalisti della Puglia annuncia che chiederà formalmente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto l'invio degli atti dai quali emergano eventuali coinvolgimenti di colleghi in comportamenti illeciti», ha scritto in una nota la presidente Paola Laforgia

C. 6 agosto, Brindisimagazine.itRinvio a giudizio per i dirigenti Enel 

Giungono al termine le indagini del Pubblico Ministero Dott. Giuseppe De Nozza relative alla dispersione di polveri di carbone intorno al nastro trasportatore e al carbonile scoperto della Centrale Enel di Cerano. Indagini che si concludono con ben 15 rinvii a giudizio nei confronti di importanti dirigenti Enel, tra cui Antonino Ascione l’attuale responsabile dell’unità di Business di Brindisi di Enel Produzione. Costoro sono imputati per aver, in concorso tra loro, dal 2000 sino ad Agosto 2011, ognuno per la propria funzione, ad un medesimo disegno criminoso, avendo scaricato, trasportato e stoccato milioni di tonnellate di carbone in un carbonile scoperto di 125.000 mq, omettendo di adottare e comunque proporre soluzioni per scongiurare la ripetuta diffusione di polveri di carbone oltre il recinto aziendale. Soluzioni quali la copertura del parco carbone, la stabile chiusura del nastro trasportatore ed altri accorgimenti che potevano ridurre le dispersioni.

Con tale comportamento le polveri hanno invaso le aree agricole e residenziali circostanti, con danno alle attività agricole, imbrattamento e molestia alle persone fisiche ivi residenti. Sempre nel dispositivo del magistrato si apprende che sono 38 le Parti Offese. Oltre agli agricoltori sono Parti Offese anche il Comune e la Provincia di Brindisi nelle persone del Sindaco e Presidente pro-tempore.

La prima udienza è prevista per il 12 dicembre 2012 alle ore 9.00.

Di queste tre storie, in verità, si parlava da tempo. Il rischio di indagine per Nagel, i rapporti non proprio trasparenti tra l'ILVA e i più grandi stakeholders dell'area di Taranto, i rischi ambientali di ciò che accadeva a Cerano (come testimoniato dalla campagna di Greenpeace) sono questioni che non sono apparse improvvisamente nella scena pubblica. Bastava leggere i commenti online di cittadini o di attivisti ambientali della zona (specie per ILVA o Cerano), o di altri portatori di interessi (vedi la campagna di Dagospia su Nagel nelle due settimane precedenti alla notizia dell'indagine) per capire che ci fosse bisogno di una maggiore attenzione giornalistica.

Il giornalismo, è del tutto evidente non può essere fatto a colpi di 'si dice' o di gossip senza verifiche, ma l'informazione dovrebbe servire proprio a verificare questi 'si dice', soprattutto in tempi, come gli attuali, in cui non è troppo difficile confezionare bufale dall'alto tasso di viralità e in cui dunque c'è più bisogno di giornalismo, non meno.

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La mancanza di fiducia però non dipende solamente dalla relativa poca qualità dell'informazione (a mio avviso insufficiente) su queste storie nello specifico, ma piuttosto da problemi di tipo sistemico: gli intrecci tra media e politica, tra media ed affari, tra editori non puri e interessi privati, mi portano a pensare che la mancanza di informazione (su certi argomenti e in certi contesti) sia un fatto sistematico e non episodico.

Per il momento la scelta è questa: preferisco leggere gratis le notizie online che comprarmi i quotidiani di carta, sarei ben disposto a spendere per un'informazione di qualità, attendibile, trasparente con modelli editoriali nuovi e sono anche consapevole che la qualità costa.

Sono consapevole dei rischi che corro, so che forse sarò informato meno del passato, sono pronto a ricredermi e a ricominciare da domani. Datemi però delle buone ragioni per farlo.

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