No bavaglio: le iniziative, gli appelli e gli articoli della stampa straniera
3 min letturaEcco quali sono le campagne in rete per tenere al centro dell'agenda politica il problema del ddl intercettazioni, anche dopo la manifestazione di giovedì
Le tante manifestazioni in programma per il primo luglio non esauriranno la protesta e le mobilitazioni che in questi mesi si sono sviluppate online. Le petizioni su internet e i gruppi nati in questi giorni su Facebook hanno infatti avuto il merito di tenere costantemente al centro dell'agenda pubblica il problema della legge Bavaglio, contribuendo ad aggiornare migliaia di utenti sulle evoluzioni dell'iter parlamentare del ddl.
Una delle ultime campagne nate contro la legge Bavaglio è l'iniziativa "Balconi allo sbavaglio": se in giro per la città trovate bandiere italiane listate a lutto esposte dalle finestre, sappiate che non è per la delusione dell'uscita della nazionale dai mondiali sudafricani. Si tratta infatti di una campagna nata su Facebook per promuovere la manifestazione del primo luglio e che ha raccolto già tremila simpatizzanti, oltre a diverse decine di balconi "allestiti" per l'occasione. Basta una bandiera italiana (e in questo periodo non è difficile trovarne) e un cartello "No bavaglio" per partecipare.
Tre esponenti del Partito Democratico (Civati, Gentiloni e Orfini) hanno invece lanciato una campagna "salva blog" contro uno specifico comma della legge Bavaglio. "Il comma 29 dell'art. 1 – si legge nell'appello - prevede che la disciplina in materia di obbligo di rettifica prevista nella vecchia legge sulla stampa del 1948 si applichi anche ai "i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica"! I blogger all'entrata in vigore della nuova legge anti-intercettazioni, dovranno provvedere a dar corso ad ogni richiesta di rettifica ricevuta, entro 48 ore, a pena, in caso contrario, di vedersi irrogare una sanzione fino a 12.500 euro. Ma un blog non è un giornale, il blogger non è un redattore, spesso gli aggiornamenti sono saltuari. Si può rischiare una maximulta perché magari si è in vacanza o non si controlla la posta? Ciò significa rendere la vita impossibile a migliaia di siti e di blog, ben diversi dalle testate giornalistiche. Lo fanno dimenticando che la rete è proprio un'altra cosa". Sul sito del Partito Democratico è possibile firmare l'appello o esporre il widget della campagna sul proprio blog.
Oltre alle iniziative degli ultimi giorni, online è possibile aderire anche alle mobilitazioni nate mesi fa, che tutt'oggi continuano a crescere e ad informare chi vi ha aderito sull'evoluzione della protesta. La petizione di No Bavaglio, lanciata tra gli altri dal costituzionalista Stefano Rodotà, ha raggiunto le 240 mila firme e il relativo gruppo su Facebook ha 80 mila utenti. La campagna dei post-it lanciata da Repubblica e ValigiaBlu ha superato le 1.200 foto e, sempre sul sito di Repubblica è possibile ascoltare i video-appelli di personalità della cultura e dello spettacolo contro il ddl interecettazioni. La pagina "Italy's democracy at risk" raccoglie invece gli articoli della stampa internazionale, con il doppio intento di favorire la diffusione tra chi non parla italiano e fornire agli italiani il punto di vista della stampa estera sulla vicenda. Nella pagina "discussioni" di questo gruppo è possibile leggere gli articoli scegliendoli in base alla lingua in cui sono scritti: spagnolo, tedesco, francese e inglese.
Non accenna a diminuire neppure il numero di utenti che hanno deciso di "togliere la faccia" per questa protesta e che su Facebook espongono come foto del profilo non uno scatto personale ma immagini legate alla legge Bavaglio: bandiere italiane listate a lutto, manichini imbavagliati, i cartelli della ValigiaBlu, la prima pagina bianca de La Repubblica e soprattutto Post-it con messaggi come "Non ci faremo mettere il bavaglio", "La legge Bavaglio impedisce ai cittadini di essere infornati" e annunci della manifestazione del primo luglio.
Sul sito di microblogging Twitter è stata lanciata una campagna parallela: attraverso il servizio Twibbon centinaia di avatar espongono adesso un triangolino giallo in segno di protesta. La causa No Bavaglio ha già raccolto su Twitter oltre duemila persone. Per seguire la protesta "cinguettante" ci sono le hashtag #noalbavaglio e #freeitaly che rimbalzano in questi giorni online.