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Nicaragua, ucciso un giornalista mentre documentava su Facebook live le proteste antigovernative

23 Aprile 2018 2 min lettura

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Nicaragua, ucciso un giornalista mentre documentava su Facebook live le proteste antigovernative

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Un colpo di arma da fuoco e il giornalista Ángel Gahona crolla a terra senza vita sul marciapiede, mentre si sente qualcuno invocare il suo nome e altri che cercano di fermare con un pezzo di stoffa il flusso di sangue che fuoriusciva dalla sua testa, racconta il Guardian. Quando è stato ucciso, sabato 21 aprile, Gahona stava documentando nella città di Bluefields, tramite una diretta Facebook, le proteste antigovernative che per cinque giorni hanno sconvolto il Nicaragua.

Dal 18 aprile, migliaia di persone hanno manifestato in diverse parti del Paese sudamericano contro le riforme del governo dell'FSLN del presidente Daniel Ortega (Fronte sandinista di liberazione nazionale) che prevedono un aumento della tassa sulle pensione di anzianità e invalidità e dei contributi che devono versare sia gli impiegati che i datori di lavoro per fornire una stabilità finanziaria al sistema pensionistico statale.

Secondo il Centro nicaraguense per i diritti umani, finora, sarebbero più di 20 le persone morte durante i disordini e violenti scontri (durante i quali ci sono stati registrati anche saccheggi a negozi) creatisi tra manifestanti e forze di sicurezza, con la polizia che è stata accusata di usare veri proiettili (e non a salve). Per il governo, invece, il bilancio delle vittime è di 10 persone. Secondo quanto riporta AFP, durante le proteste, diversi giornalisti locali hanno riferito di essere stati temporaneamente detenuti e di aver subito il furto delle loro attrezzature.

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Domenica 22 aprile, il presidente Ortega ha annunciato il ritiro delle riforme approvate la scorsa settimana, chiedendo «al popolo nicaraguense di cessare gli atti di violenza» e il dialogo per una nuova riforma. Tuttavia, il Cosep, associazione delle imprese private del Nicaragua, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che non parteciperà ai colloqui con il governo fino a quando non cesserà la violenza della polizia e la libertà di parola verrà ripristinata, riporta la BBC.

Lo stesso giorno, Papa Francesco, durante l'Angelus della mattina in piazza San Pietro a Roma, aveva chiesto la cessazione di ogni violenza in Nicaragua, per evitare un «inutile spargimento di sangue» e che «le questioni aperte siano risolte pacificamente e con senso di responsabilità». Pochi giorni prima, la portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Liz Throssell, aveva esortato il governo nicaraguense “ad agire per prevenire ulteriori attacchi ai manifestanti e ai media” e a consentire “l’esercizio della libertà di espressione e di riunione e associazione pacifica” e aveva invitato anche gli oppositori “a manifestare pacificamente”.

Foto in anteprima via Prensa.com.

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