Video di sorveglianza, bodycam e riprese dei testimoni: come il New York Times ha ricostruito la morte di Rayshard Brooks ucciso da un poliziotto
10 min letturaLa sera del 12 giugno, un agente di polizia di Atlanta ha sparato tre colpi alle spalle e ucciso un nero di 27 anni, Rayshard Brooks, nei pressi di un ristorante Wendy's, una catena di fast food americana.
La morte di Brooks – ripresa da video provenienti da più fonti, compreso il cellulare di un testimone – ha scatenato nuove manifestazioni contro la violenza della polizia che da settimane si stanno susseguendo in diverse parti del mondo dopo l'uccisione di George Floyd, e ha provocato le dimissioni del capo della polizia di Atlanta, Erika Shields, il licenziamento dell'ufficiale di polizia che ha ucciso l'uomo, Garrett Rolfe, da 7 anni impiegato presso il dipartimento di polizia, e il trasferimento a mansioni amministrative di Devin Brosnan, l'altro ufficiale coinvolto nella sparatoria, da meno di due anni ad Atlanta.
Quelle del capo della polizia di Atlanta sono le ultime di una serie di dimissioni in diversi dipartimenti di polizia in seguito alle proteste di queste settimane in tutti gli Stati Uniti. A Portland, in Oregon, il capo di polizia Jami Resch, bianca, si è dimessa dicendo che voleva un tenente nero per sostituirla. E all'inizio di giugno, il sindaco di Louisville ha rimosso il capo della polizia della città dopo che i suoi agenti avevano sparato contro il proprietario, nero, di un ristorante.
Il procuratore distrettuale della Contea di Fulton, Paul Howard, ha annunciato che Rolfe dovrà affrontare 11 accuse, incluso quella di omicidio volontario, e Brosnan tre accuse, tra le quali violenza aggravata. Secondo l'autopsia fatta dal medico legale della contea, si è trattato di un omicidio e Brooks è morto a causa dei danni agli organi e alla perdita di sangue. Rolfe, ha spiegato il procuratore, ha preso a calci la vittima mentre Brosnan si trovava sulle spalle dell'uomo ferito a morte: "Per 41 minuti e 17 secondi, ha seguito le loro istruzioni, ha risposto alle domande", ha dichiarato Howard, aggiungendo che Brooks non è stato informato che sarebbe stato arrestato per guida in stato d'ebbrezza, violando così le policy del Dipartimento di Polizia. L'agente Rolfe aveva già diversi precedenti per uso eccessivo della forza, ha subito dei richiami 12 volte (in nove casi sono stati archiviati), uno ha portato a una reprimenda scritta nel 2016, secondo i documenti rilasciati dal dipartimento di polizia di Atlanta, riporta il New York Times. Restano opache le circostanze di un conflitto a fuoco nel 2015. Rolfe era tra i tre agenti che spararono colpendo un polmone del sospettato, ma il rapporto della polizia sull'argomento non ha mai fatto menzione dei colpi di arma da fuoco. Il giudice di quel caso, Doris Downs, trovò quell'omissione bizzarra e scandalosa.
In una prima ricostruzione, il Georgia Bureau of Investigation (GBI) ha dichiarato inizialmente che secondo le testimonianze raccolte Rayshard Brooks era stato ucciso in una "lotta per il Taser". Il giorno successivo, il 13 giugno, dopo aver ottenuto i video delle telecamere di sorveglianza del fast food e aver esaminato alcuni video diffusi sui social media, il GBI ha cambiato versione, spiegando che gli agenti di polizia di Atlanta sono stati chiamati al drive-thru della catena di fast food intorno alle 22,30 dopo aver ricevuto la denuncia che un uomo stava dormendo nel suo veicolo bloccando così il passaggio delle altre auto, costrette a passarci intorno per poter procedere. Una volta giunti sul posto, Brooks è risultato positivo all'alcol test. Quando "gli agenti hanno tentato di arrestare l'uomo", è nata una colluttazione. Secondo le testimonianze e le immagini, "l'uomo avrebbe opposto resistenza agli ufficiali, avrebbe sottratto il Taser di uno dei due agenti e avrebbe iniziato a correre nel tentativo di sfuggire all'arresto". A quel punto, si legge nella nota del GBI, "gli agenti hanno inseguito Brooks a piedi. Questi si sarebbe voltato e avrebbe puntato il Taser nei confronti dell'ufficiale di polizia che ha estratto la pistola e ha sparato, colpendo Brooks". Il GBI ha spiegato che la prima versione “era basata solo sulle immagini della bodycam dell'agente di polizia messa poi fuori uso durante la colluttazione, impedendo così di avere le immagini di tutto l'accaduto".
Subito dopo la pubblicazione della nota del GBI e prima che fossero diffuse le immagini registrate da più fonti, l'avvocato della famiglia di Brooks, L. Chris Stewart, aveva messo in discussione la prima ricostruzione ufficiale sostenendo che, secondo testimonianze raccolte, non era vero che Brooks era stato sottoposto a un alcol test (ipotesi poi smentita dai diversi filmati circolati online), che all'inizio il confronto con gli agenti era stato "civile", che durante la perquisizione l'uomo era disarmato fino a quando non aveva sottratto uno dei Taser dei due ufficiali di polizia, ma che questo non metteva in pericolo di vita l'agente Rolfe al punto da dover sparare: "La sua vita non era in pericolo immediato quando ha sparato quel colpo alle spalle". Gli agenti avrebbero potuto bloccare Brooks e arrestarlo, invece di inseguirlo e sparargli, ha detto l'avvocato che ha aggiunto che i due ufficiali delle forze dell'ordine hanno indossato guanti di plastica e raccolto i bossoli prima di dare il primo soccorso a Rayshard Brooks, e non hanno controllato il polso per più di due minuti dopo avergli sparato.
Secondo Steven Gaynor, presidente del Cobb County Fraternal Order of Police, l'agente Rolfe non aveva altra scelta che sparare perché in pericolo di vita: "L'addestramento che facciamo da oltre 20 anni ci dice che se prendono il tuo bastone o il tuo Taser, questo può giustificare l'uso della forza letale perché quelle armi possono essere usate contro di te per metterti in difficoltà e poi poi prendere la tua arma". Non di questo avviso l'esperto di forze dell'ordine della CNN Charles Ramsey: "Gli agenti sapevano che Brooks era disarmato, avrebbero potuto inseguirlo o arrestarlo in seguito. Avevano la targa della macchina, la sua patente di guida, sapevano chi era e come riacciuffarlo", spiega.
Anche il sindaco di Atlanta, Keisha Lance Bottoms, ha dichiarato che si è trattato di un uso ingiustificato della forza letale. L'omicidio è particolarmente doloroso per una città definita a volte la Mecca nera americana per la sua importanza culturale ed economica per le vite degli afro-americani e per il grande attivismo del movimento per i diritti civili. Proprio nelle scorse settimane, il sindaco Bottoms, afro-americana, era stata molto elogiata per la sua risposta alle manifestazioni dopo le violenze delle forze dell'ordine negli USA, parlando appassionatamente del suo ruolo di madre nera e delle sue preoccupazioni per suo figlio nero. Atlanta stessa resta una città a maggioranza nera con una rappresentanza politica di origine afro-americana molto significativa e un gran numero di agenti di polizia neri che ha creato una complessa interazione tra manifestanti e autorità cittadine durante le proteste.
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Le dimissioni del capo della polizia, Chief Shields, sono arrivate proprio affinché "la città possa andare avanti con urgenza e ricostruire la fiducia di cui abbiamo disperatamente bisogno in tutte le nostre comunità", ha spiegato Bottoms nel corso di una conferenza stampa. Successivamente, il sindaco ha aggiunto che si rende sempre più necessario avviare un programma di riduzione dell'uso della forza da parte degli agenti. Altri ufficiali delle forze dell'ordine saranno "tenuti a intervenire" quando vedranno altri agenti spingere in usi irragionevoli della forza. Alle oltre 2000 forze dell'ordine della città verrà anche ordinato di usare solo la "quantità di forza obiettivamente ragionevole" per proteggere se stessi e gli altri in modo che possano effettuare un arresto o fermare un'eventuale azione criminale. "È chiaro che non abbiamo altro tempo, non un giorno, non un minuto, non un'ora di più", ha commentato Bottoms, che aveva già creato una task force incaricata di monitorare l'eventuale utilizzo della forza dagli agenti del dipartimento di polizia.
L'omicidio di Brooks è il 48esimo caso in cui è coinvolto un ufficiale delle forze dell'ordine sul quale il GBI è stato chiamato a indagare dall'inizio dell'anno.
Cosa mostrano i filmati
A fornire il quadro più completo su quanto avvenuto sono stati i filmati dei testimoni oculari, delle telecamere del corpo di polizia e di quelle di sorveglianza del fast food. Analizzando le immagini provenienti dalle diverse fonti, il New York Times è riuscito a ricostruire un racconto visivo dell'accaduto e a fare chiarezza sui diversi momenti della vicenda a meno di 36 ore dall'episodio in un articolo dal titolo "Come Rayshard Brooks è stato colpito a morte dalla polizia di Atlanta": da quando gli agenti di polizia sono arrivati sul posto e hanno verificato se Brook fosse sobrio o meno fino ai colpi di arma da fuoco che hanno colpito e ucciso l'uomo.
Le immagini della bodycam dei due agenti consentono di capire cosa è avvenuto nella parte iniziale dell'incontro. Si vede uno dei due agenti, Brosnan, bussare al finestrino dell'auto dove Brooks sta dormendo finché l'uomo non si sveglia e apre la porta. Brooks dice a Brosnan che non ha bisogno di cure mediche ed è solo stanco, l'agente gli consiglia di parcheggiare e continuare a dormire.
Brooks parcheggia l'auto in un'area di sosta. A quel punto, l'agente Brosnan, indeciso se andare via e lasciare l'uomo dormire in auto o intraprendere ulteriori azioni, chiede l'arrivo di un altro ufficiale di polizia. Pochi minuti dopo giunge sul posto l'agente Rolfe che, dopo essersi consultato con il suo collega, interroga Brooks che racconta di non essere andato nel ristorante ma di essere stato lasciato là davanti. Brooks è rispettoso e amichevole con gli agenti di polizia e dichiara di non essere troppo ubriaco per guidare. Rolfe non si accontenta delle risposte ricevute, perquisisce l'uomo verificando che non era armato e gli chiede di fare un alcol test.
Brooks ammette di aver bevuto e accetta di sottoporsi al test, rispondendo: "Non voglio oppormi a nulla". Inoltre, chiede agli agenti se può lasciare l'auto sotto la loro sorveglianza e andare a piedi da sua sorella che abitava lì vicino: "Posso solo andare a casa", chiede.
Il test rivela un livello di alcol nel sangue superiore di circa 0,02 oltre il limite consentito per legge, secondo quanto riportato dall'Atlanta Journal-Constitution.
Dopo aver esaminato i risultati del test, l'agente Rolfe dice a Brooks che "ha bevuto troppo per guidare" e inizia ad ammanettarlo. Meno di un minuto dopo, l'uomo sarà ucciso con due colpi alle spalle (l'agente sparerà tre colpi, uno colpirà un auto lì vicino).
È difficile capire cosa accade effettivamente utilizzando solo i filmati del corpo di polizia. Ma le riprese di una testimone, Tiachelle Brown, consentono di avere un quadro chiaro dell'accaduto. Le immagini mostrano Brooks messo a terra dai due agenti, si sente l'agente Rolfe dire: “Smettila. Smetti di combattere, smetti di combattere", e l'ufficiale Brosnan gridare: "Stai per essere colpito con il Taser". A quel punto Brooks riesce a prendere il Taser dall'agente Brosnan, si rialza e colpisce con un pugno l'agente Rolfe che colpisce a sua volte l'uomo con il suo Taser nel tentativo di stordirlo. Brook scappa, impugnando il Taser dell'agente Brosnan, Rolfe lo insegue tentando di provare a stordirlo.
Le riprese della telecamera di sicurezza del fast food consentono di ricostruire cosa avviene subito dopo. Si vede l'agente Rolfe inseguire Brooks, passare il Taser dalla mano destra a quella sinistra e impugnare una pistola. Mentre corre, Brooks si gira, si guarda alle spalle e spara col Taser senza mirare in direzione di Rolfe, mancandolo. L'agente Rolfe estrae la pistola e spara tre colpi alle spalle di Brooks che cade a terra. Da un video è emerso che due colpi hanno preso Brooks e un terzo ha colpito un veicolo parcheggiato lì vicino con una persona all'interno dell'abitacolo.
I due agenti, poi, si fermano vicino a Brooks, ferito, senza però fornirgli alcuna assistenza. Arriva un'altra auto della polizia. Solo dopo due minuti, uno degli agenti cerca di prestare soccorso, l'agente Rolfe sembra srotolare una benda e posizionarla sul busto di Brooks. Dopo circa 10 minuti arriva un'ambulanza. Brooks morirà in ospedale dopo un intervento chirurgico, secondo quanto riferito dal GBI.
Come ha lavorato il New York Times
Come detto, il New York Times è riuscito a realizzare la ricostruzione video dell'accaduto a sole 36 ore dall'uccisione di Rayshard Brooks. Alla ricostruzione hanno lavorato quattro giornalisti del Team Visual Investigation: Malachy Browne, Barbara Marcolini, Muyi Xiao e e Nicholas Bogel-Burroughs.
Il team di Visual Investigations si è messo al lavoro mezz'ora dopo che il GBI aveva pubblicato le riprese della telecamera di sicurezza del fast food, alle 17,19 del 13 giugno. Dopo 12 ore, quando il pezzo era pronto per la pubblicazione, sono arrivati i video provenienti da alcuni testimoni oculari e dalle bodycam degli agenti di polizia, spiega Malachy Browne in un'intervista a Poynter.
Il lavoro da fare coi video, prosegue Browne, è identico a quello di un'inchiesta giornalistica sul campo. Si raccolgono gli indizi seminati sul campo, li si analizza e si cerca di diradare la nebbia che circonda eventi caotici o sui quali c'è confusione. E così è stato in questo caso. "Guarda tutti gli indizi nelle prove visive: rallenta i video, ingrandisci le immagini, cambia il contrasto dei frammenti video, correggi i colori per scoprire nuovi dettagli. Sincronizza e sovrapponi altre prove per fornire un contesto più completo: le chiamate al 911, filmati che mostrano un'altra prospettiva, cosa hanno detto i testimoni sui social". Contemporaneamente, "alzi il telefono e parli con le vittime, le famiglie, i testimoni e gli esperti in materia. Cerca i documenti ufficiali, se puoi vai sulla scena". Infine, c'è la prova del nove finale: "Rispondi alle domande giornalistiche fondamentali e affronta i dettagli salienti della tua narrazione".
Fare questo tipo di ricostruzioni, conclude Browne, è fondamentale perché consentono di rivelare nuovi dettagli che portano poi ad accertare la verità su ciò che è accaduto e a individuare anche i responsabili: "La ricostruzione dell'omicidio di Ahmaud Arbery attraverso le chiamate al 911, i video e i rapporti della polizia hanno rivelato che era stato inseguito da tre uomini in due veicoli per quasi quattro minuti prima che di essere ucciso (smentendo così l'ipotesi dell'autodifesa precedentemente sostenuta dal procuratore). L'analisi dei video dell'uccisione di David McAtee a Louisville ha evidenziato che l'uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco due minuti dopo l'arrivo delle forze dell'ordine e che la polizia non ha seguito le linee guida del proprio dipartimento. L'esame dei video della morte di George Floyd insieme a esperti in materia ha consentito di concentrare l'attenzione sulle azioni dei tre ufficiali di polizia che lavorano a fianco di Derek Chauvin, successivamente arrestati con l'accusa di favoreggiamento in omicidio di secondo grado.
Immagine in anteprima: Atlanta Police Department via AP