Mps: la candidatura di Monaci e una domanda non fatta a @Pierferdinando Casini
1 min lettura«Dovete chiederlo a lui. Abbiamo diverse amministrazioni. Io sono candidato nella lista Monti al Senato, questo riguarda la Camera. È una scelta che hanno fatto loro». Con queste parole nei giorni scorsi il leader dell’Udc Pierferdinando Casini si è affrettato ad allontanare da sé ogni ipotesi di legame con la candidatura di Alfredo Monaci, ex consigliere di amministrazione Mps, al terzo posto della lista Toscana di Scelta Civica per Monti.
Una fretta probabilmente dettata da ragioni d’immagine e di opportunità politica, visto che Monaci non risulta coinvolto nelle disavventure finanziare della banca senese né tantomeno nelle inchieste giudiziarie ad esse collegate (il suo mandato nel board dell’istituto di credito è successivo ai fatti incriminati). Dunque Monaci ha pieno diritto ad essere candidato, così come certifica la “listing review” effettuata dal commissario Bondi per conto di Mario Monti.
Ma tant’è: Casini sembra aver voluto allontanare da sé anche gli ipotetici casini di una scelta politica discutibile. Purtroppo però in Italia non c’è l’abitudine di controbattere in diretta alle affermazioni di un politico quando esse stridono con la realtà. E’ quello che in gergo viene chiamato fact checking.
Ebbene, un breve fact checking su Google avrebbe consentito di porre a Pierferdinando almeno una domanda scomoda. L’uomo che lui ha rinnegato è infatti lo stesso Alfredo Monaci che nel gennaio 2011 è diventato presidente di Fabrica Immobiliare società della quale Mps è azionista diretto e della quale, guarda caso, è socio Francesco Gaetano Caltagirone, all’epoca vicepresidente di Mps e suocero dello stesso Casini.
Pochi mesi dopo Fabrica Immobiliare (quindi Caltagirone e Monaci) avvia un’importante operazione immobiliare proprio a Siena per la costruzione di alloggi universitari.
Difficile dunque ipotizzare che tra Monaci e Casini non ci sia una certa familiarità. Viceversa Mario Monti dice di non conoscere Monaci personalmente ma di averlo candidato su “segnalazione delle basi locali”.
Ma la domanda sugli (eventuali) rapporti personali con Monaci forse è stata fatta alla persona sbagliata e non invece al leader dell’Udc, quando si è presentata l’occasione. A questo potrebbe servire il fact checking: a porre le domande giuste, nel momento giusto.