Mindfulness, gli interventi a scuola sono realmente efficaci? I risultati del Progetto Myriad
8 min letturaLa raccolta sistematica di dati sull’efficacia di azioni rivolte alla salute mentale è essenziale per orientare le decisioni politiche e per guidare le scelte sugli interventi universali che possono essere attuati al di fuori dei contesti sanitari, nei luoghi della comunità come, ad esempio, nelle scuole. L’analisi dei costi e dei benefici a partire da tali dati permette di destinare oculatamente e senza sprechi le risorse disponibili.
Negli ultimi anni molti progetti su tematiche psicologiche sono stati condotti da enti privati nelle scuole pubbliche e private senza che vi fossero sufficienti evidenze della loro efficacia, come è il caso dei progetti di meditazione e di mindfulness in classe, o nonostante i presupposti teorici fossero stati addirittura smentiti alla prova sperimentale, come nel caso dei progetti sulla valorizzazione delle intelligenze multiple e degli stili di apprendimento, sul potenziamento dell’empatia attraverso i neuroni specchio, sul contrasto generalizzato alle presunte dipendenze da tecnologie.
Se aggiungiamo a tale quadro l’impatto dei toni allarmistici della copertura mediatica sulla salute mentale nei più giovani, che sono stati amplificati in modo scriteriato negli ultimi ormai tre anni di pandemia, il rischio concreto di compiere scelte affrettate e indiscriminate sugli interventi da attuare nelle scuole risulta notevolmente incrementato.
Occorre quindi cercare indicazioni affidabili affinché non solo non si sprechino risorse economiche ma siano scongiurati effetti collaterali a studenti e a studentesse e all’integrità delle informazioni disseminate. Proprio recentemente è stata pubblicata una serie di studi sugli interventi universali di mindfulness a scuola, come risultato di otto anni di lavoro coordinati da un gruppo di ricerca britannico, nell’ambito del Progetto Myriad (My Resilience in Adolescence – La mia resilienza in adolescenza) rivolto a comprendere come promuovere la salute mentale e il benessere di adolescenti. Il progetto, finanziato da Wellcome Trust, ha coinvolto complessivamente 85 scuole del Regno Unito, con oltre 650 insegnanti e un campione rappresentativo di oltre 8.000 ragazze e ragazzi di età compresa tra 11 e 16 anni.
I risultati del progetto sono stati analizzati e commentati in sette articoli scientifici pubblicati il 12 luglio sulla rivista scientifica British Medical Journal – Evidence Based Mental Health.
Gli studi sono stati articolati in modo da esaminare: a) il confronto tra gli effetti di un intervento di mindfulness in classe e la programmazione usuale comprendente lezioni su temi psicologici; b) l’impatto a un anno dall’intervento sul benessere psicologico, includendo aspetti emotivi e cognitivi; c) gli effetti differenziati nei sottogruppi (insegnanti, adolescenti in buona salute psicologica e adolescenti con difficoltà psicologiche clinicamente rilevanti) e il ruolo di altri mediatori; d) un eventuale beneficio differenziale dell’intervento durante la pandemia.
Lo sviluppo, l’applicazione, la raccolta dei dati e l’analisi dei risultati delle ricerche sono stati guidati da Willem Kuyken, direttore del centro di ricerca sulla Mindfulness dell’Università di Oxford, Mark Williams, professore emerito di psicologia clinica dell’Università di Oxford e Dipartimento di Psichiatria dell’Ospedale Warneford, Sarah-Jayne Blakemore, docente esperta di adolescenza all’Università di Cambridge e all’Istituto di Neuroscienze Cognitive UCL di Londra e Tim Dalgleish, psicologo clinico dell’Università di Cambridge.
I contenuti delle sessioni di mindfulness adottati nel Progetto Myriad erano quelli strutturati nell’ambito del Progetto Mindfulness a Scuola (Mindfulness in Schools Project, MiSP), un’aggregazione di insegnanti dedicata a tale formazione nelle scuole del Regno Unito.
Intervento di Mindfulness e programmazione usuale nel Progetto Myriad
La Mindfulness è una pratica basata sulla meditazione che insegna a concentrare attivamente l’attenzione sul momento presente e ad aprirsi alla consapevolezza di sé, delle esperienze interne (sensazioni, emozioni, pensieri) ed esterne (interazioni con i contesti relazionali e ambientali), sviluppando la capacità di accettazione.
Applicato alle scuole, il programma di Mindfulness del progetto Myriad è stato rivolto all’insegnamento della consapevolezza, dell’accettazione di sé e della resilienza attraverso una serie di sessioni psicoeducative tenute in classe e di esercizi da praticare a casa. I contenuti sono stati adattati in modo da affrontare l’adolescenza nella sua evoluzione tipica e nella psicopatologia. L’obiettivo era di introdurre ragazze e ragazzi ad abilità di controllo dell’attenzione e di autoregolazione emotiva, cognitiva e comportamentale, attraverso indicazioni da applicare nella vita quotidiana. Le sessioni in classe, condotte da propri insegnanti, erano 10 della durata di 30-50 minuti, basate su materiali strutturati (opuscoli e dispense per insegnanti, istruzioni ed esercizi online per studenti e studentesse) e integrate nel programma di un semestre. La formazione degli insegnanti selezionati per il programma era stata accertata nella prima fase del progetto e durante la sua applicazione erano disponibili sessioni di supervisione a loro dirette. Il programma di Mindfulness è stato proposto per fornire un valore aggiuntivo rispetto all’educazione socio-emotiva già prevista nei programmi di molte scuole secondarie del Regno Unito.
L’educazione socio-emotiva (Social-Emotional Learning) mira a fornire a studenti e studentesse le conoscenze e le abilità per gestire la propria vita e include temi come le relazioni interpersonali, l’educazione sessuale, l’educazione alla salute fisica e mentale. I contenuti e la strutturazione delle lezioni erano stati accertati nella fase iniziale del progetto.
I risultati del Progetto Myriad
L’efficacia dell’intervento di Mindfuness è stata valutata confrontando diverse variabili misurate attraverso una serie di questionari per adolescenti e per insegnanti, completati nelle diverse fasi di indagine. Il disegno sperimentale randomizzato controllato, l’ampio numero di soggetti e le valutazioni prima, dopo e a distanza dall’intervento hanno fornito potenza statistica e solidità di interpretazione.
Nel primo studio, sono state inserite 84 scuole (con assegnazione 1:1 all’intervento di Mindfulness o al programma usuale) e sono stati reclutati 8376 studenti e studentesse dagli 11 ai 13 anni. I tre effetti primari in esame erano il rischio di depressione, il funzionamento socio-emotivo-comportamentale e il benessere psicologico. I risultati non hanno dimostrato una superiorità di benefici dell’intervento di Mindfulness rispetto alla programmazione usuale al termine della sperimentazione né a un anno di distanza. La Mindfulness ha lievemente incrementato il rischio di depressione negli studenti e nelle studentesse con disturbi psicpatologici sia dopo l'intervento che a distanza di un anno. L’implicazione clinica è, dunque, che un intervento universale di Mindfulness è controindicato nella prima adolescenza.
Il costo dell’intervento di Mindfulness è stato di circa 70 sterline a studente, con un costo totale medio di 1333 sterline mentre il costo totale medio dei programmi di educazione socio-emotiva è stato di 1290 sterline. Sebbene non vi siano differenze sostanziali tra i costi dei due interventi, è da considerare che la Mindfulness è stata introdotta come intervento aggiuntivo nel 53% delle classi, sostitutivo nel 23% delle classi, parzialmente additivo/sostitutivo nel 19% delle classi e non determinato nelle restanti. Pertanto, solo nel 23% delle classi non sono stati sostenuti costi aggiuntivi per la Mindfulness, dal momento che andava a sostituire il programma usuale di educazione socio-emotiva. L’analisi costo-efficacia non ha evidenziato un vantaggio economico dell’intervento di Mindfulness. L’implicazione clinica è che occorre riflettere prima di implementare ulteriori interventi di questo tipo.
Un ulteriore studio ha valutato l’impatto dell’applicazione dell’intervento di Mindfulness sulla salute mentale degli insegnanti e sul clima scolastico. Dei 672 insegnanti che hanno completato le fasi di valutazione, 362 avevano ricevuto l’addestramento per applicare la Mindfulness in classe e 310 erano nel gruppo della programmazione usuale. I risultati hanno dimostrato una riduzione a breve termine dei livelli di burnout e un miglioramento del clima scolastico percepito dagli insegnanti inseriti nel programma basato sulla Mindfulness rispetto al programma usuale. L’implicazione clinica è che i programmi di Mindfulness possono avere un beneficio sul benessere degli insegnanti anche se di durata limitata.
L’ultimo studio sperimentale del Progetto Myriad è iniziato prima della pandemia ma è stato poi esteso proprio per verificare l’impatto dell’intervento nella tragica situazione causata dalla COVID-19. Si tratta di uno studio randomizzato controllato che ha coinvolto 460 studenti e studentesse di età compresa tra 11 e 16 anni, di cui 235 assegnati al gruppo Mindfulness (con sessioni di gruppo svolte in classe) e 225 assegnati al gruppo Psicoeducativo (un programma orientato alle abilità cognitive, sociali e all’autoregolazione). I risultati non hanno evidenziato differenze tra i due gruppi alla fine dell’intervento. Le misure di salute mentale relative al campione totale di studenti e studentesse hanno rilevato difficoltà a metà pandemia, rispetto alla valutazione pre-pandemica, e a quella post-intervento. Non è stata osservata alcuna differenza tra il gruppo assegnato all’intervento di Mindfulness e il gruppo assegnato all’intervento psicoeducativo a metà pandemia, ad eccezione di un effetto secondario migliore nel gruppo psicoeducativo, riguardante disturbi di condotta. Inoltre, non sono state osservate differenze tra i due gruppi su abilità cognitive ed emotive che avrebbero dimostrato un beneficio delle sessioni di Mindfulness sul controllo esecutivo-emotivo. In conclusione, la Mindfulness non ha avuto un effetto protettivo e non ha avuto una maggiore efficacia in situazioni di disagio psicologico da stress.
Per inserire gli attuali risultati nel contesto della letteratura scientifica relativa agli interventi basati sulla mindfulness, il gruppo di lavoro del Progetto Myriad ha aggiornato la precedente metanalisi degli studi randomizzati controllati condotti su adolescenti. Finora molti degli studi pubblicati presentavano delle debolezze metodologiche tali da condizionarne i risultati. L’inserimento nella metanalisi aggiornata di tutti gli studi più rigorosi finora pubblicati per questa fascia di età, alcuni dei quali hanno incluso anche una valutazione a distanza degli effetti dell’intervento, ha permesso ai ricercatori e alle ricercatrici di fare un punto sull’efficacia della mindfulness nei più giovani. La presenza di un gruppo di controllo passivo (non assegnato ad altri interventi) o attivo (assegnato ad altri interventi) modula gli effetti positivi generati da un intervento di mindfulness. Difatti, se il gruppo di controllo è passivo si osservano benefici nell’attenzione, nel funzionamento esecutivo, nelle abilità sociali e nell’adattamento allo stress, se è attivo si osservano benefici nella consapevolezza e nella gestione dello stress. Inoltre, al crescere dell’età, i benefici sembrano aumentare. Si tratta nel loro complesso di miglioramenti di lieve entità. In sintesi, i risultati della metanalisi dimostrano che nei più giovani i programmi di mindfulness possono essere efficaci per migliorare la salute mentale e le funzioni esecutive mentre hanno limitati i benefici sui sintomi depressivi. Tali benefici tendono ad essere a breve termine e non si mantengono nelle valutazioni successive. L’implicazione clinica è che è necessario esaminare con cautela gli interventi mirati alla salute mentale di bambini e adolescenti in relazione all’efficacia dimostrata, all’età, al contesto di vita e di applicazione dell’intervento.
Le conclusioni generali che si possono trarre dal complesso dei risultati prodotti dal Progetto Myriad sugli interventi di mindfulness sono che: a) hanno potenzialmente dei benefici per alcune fasce di età adolescenziale ma non per la prima adolescenza; 2) possono portare a benefici cognitivi ed emotivi; 3) hanno un’efficacia di breve durata; 4) hanno un effetto iatrogeno negli adolescenti con disturbi psicopatologici e quindi sono controindicati per questi ragazzi e ragazze.
Questo sguardo all’esperienza inglese insegna anche il ruolo protettivo di una programmazione didattica che includa 8-10 lezioni strutturate secondo indicazioni unitarie attraverso le quali ragazzi e ragazze, specialmente a partire dalla scuola secondaria di primo grado, possono ricevere dai propri docenti opportunamente formati una psicoeducazione alle emozioni, alla sessualità, alle interazioni sociali, ai comportamenti a rischio.
I risultati nulli sono scienza
La serie di studi in cui si è articolato il progetto Myriad è straordinaria per il rigore di applicazione del metodo scientifico, per le prospettive e fasi di osservazione, per la complessità di analisi e per la dimostrazione che pubblicare risultati nulli è scienza.
Siamo abituati a leggere quasi esclusivamente di ricerche scientifiche che hanno successo nello scoprire questo e quel particolare strepitoso effetto. Vista così, la scienza sembra offrire una vita da sogno e le carriere scientifiche appaiono come percorsi ricchi di prodigi e prestigio. Eppure, niente è più lontano dalla realtà. Mancano, difatti, sistematicamente le informazioni sul successo o sul fallimento nella replica di quel particolare “studio sorprendente” e proprio non arrivano a diventare notizie le ricerche che, pur dopo diversi anni di lavoro, non hanno prodotto i risultati attesi.
Questo vizio origina dalle riviste scientifiche che selezionano preferenzialmente quei manoscritti attestanti un qualche risultato autoriferito come “innovativo”, in modo che la pubblicazione possa risultare più accattivante per chi finanzia la comunità scientifica, più appetibile per i media e più seduttiva per il grande pubblico, portando così più profitto (solo) all’editore.
Come dimostrano gli studi del Progetto Myriad pubblicare risultati nulli è fondamentale, soprattutto se riguardano l’applicazione sperimentale di interventi che possono causare potenziali danni alle persone coinvolte.
È, inoltre, una esemplare dimostrazione che l’interesse della scienza prevale su ogni interesse di parte.
Occuparsi della salute mentale in adolescenza è una priorità per la sanità pubblica e per la prevenzione delle manifestazioni psicopatologiche in età adulta ma occorre farlo tenendo conto delle evidenze attuali oppure avviando nuove sperimentazioni ma senza precipitarsi in soluzioni indiscriminate, siano esse scelte in buona fede o, peggio, guidate solo da interessi personali.
Immagine in anteprima via oxfordmindfulness.org