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Messico, sparite oltre 100mila persone. ONU: “Una tragedia umana di proporzioni enormi”

19 Maggio 2022 5 min lettura

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Messico, sparite oltre 100mila persone. ONU: “Una tragedia umana di proporzioni enormi”

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Il numero delle persone scomparse in Messico ha superato le 100.000 unità. È la prima volta da quando nel 1964 il ministero degli Interni ha iniziato a compilare un registro dei “desaparecidos”, aggiornato periodicamente. 

Le sparizioni sono aumentate dopo il 2007, quando l'allora presidente Felipe Calderón ha lanciato la sua “guerra alla droga”. Negli ultimi due anni, c’è stato un ulteriore incremento, passando dalle 73.000 persone scomparse del 2019 alle oltre 100mila attuali. Tre quarti delle persone scomparse sono uomini e un quinto aveva meno di 18 anni al momento della scomparsa. Le Nazioni Unite l'hanno definita “una tragedia umana di proporzioni enormi”.

Molti desaparecidos sono vittime della criminalità organizzata, in larga parte non si riesce a risalire ai responsabili delle sparizioni. Secondo le Nazioni Unite, solo 35 delle sparizioni registrate hanno portato alla condanna dei responsabili. Molto poco considerato che dall’inizio della guerra alla droga oltre 350.000 persone sono state uccise in Messico, con una media di 94 omicidi al giorno. Lo Stato con il maggior numero di sparizioni è Jalisco, dove il cartello Jalisco New Generation ha il suo centro di potere.

Il “tasso sconcertante di impunità” è dovuto principalmente alla mancanza di indagini efficaci. “Questo lascia le famiglie delle vittime, già profondamente colpite dalla scomparsa dei loro cari, a dover affrontare da sole l'ulteriore onere di cercare di accertare cosa sia successo loro”, ha dichiarato l'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani in un comunicato.

“È incredibile che le sparizioni siano ancora in aumento”, ha commentato all'agenzia di stampa Reuters Virginia Garay, il cui figlio è scomparso nel 2018 nello Stato di Nayarit.

Le organizzazioni per i diritti umani e i parenti degli scomparsi hanno chiesto al governo di intensificare le indagini e di condurre le ricerche in modo più efficace. “Il governo non sta facendo abbastanza per trovarli”, ha detto Garay, che lavora in un gruppo chiamato “Warriors Searching for Our Treasures” (“Guerrieri alla ricerca dei nostri tesori”) che cerca di localizzare i propri cari scomparsi. Molti familiari di persone scomparse hanno iniziato a scavare lì dove immaginano ci siano tombe non segnate nella speranza di trovare i resti dei loro cari, riporta BBC.

Il 10 maggio, giorno in cui i messicani hanno celebrato la festa della mamma, centinaia di donne sono scese in piazza per chiedere alle autorità di fare di più per localizzare le persone scomparse e punire i responsabili delle sparizioni forzate.

Il timore è che il numero reale degli scomparsi sia molto più alto. Molte delle famiglie non denunciano le sparizioni perché non hanno fiducia nelle autorità, spiegano diversi gruppi simili a “Warriors Searching for Our Treasures”.

“La criminalità organizzata è diventata la responsabile principale delle sparizioni in Messico, con vari gradi di partecipazione, omissione o acquiescenza da parte dei funzionari pubblici”, si legge in un rapporto del Comitato delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate, pubblicato ad aprile.

“Quante altre persone devono sparire perché il governo elabori delle politiche per prevenire ed evitare le sparizioni?”, ha chiesto su Twitter il gruppo per i diritti Centro Prodh.

L’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Michelle Bachelet ha chiesto al Messico di intensificare gli sforzi per la ricerca di giustizia e verità per le vittime delle sparizioni e ha invitato le autorità messicane a mettere al centro della propria azione le famiglie, a mettere a disposizione le risorse necessarie affinché le indagini e le ricerche siano efficaci, ad attuare tutte le raccomandazioni previste dal Comitato sulle sparizioni forzate, nonché tutte le disposizioni della Legge generale sulle sparizioni, anche attraverso la creazione della Banca nazionale dei dati forensi e del Programma nazionale di esumazioni e identificazione forense.

Bachelet ha ricordato lo sforzo di Rosario Ibarra de Piedra (padre di Jesús Piedra Ibarra, scomparso con la forza nel 1975), deceduto nell'aprile di quest'anno, che quando era in vita ha contribuito a localizzare circa 150 persone scomparse e a restituirle alle loro famiglie.

"Durante la mia visita in Messico nel 2019, ho potuto constatare in prima persona il coraggio delle famiglie delle vittime, che sono state protagoniste nell'organizzare e proporre soluzioni e nel realizzare progressi legali e istituzionali per riconoscere la portata di questo problema in Messico", ha dichiarato l'Alta Commissaria. Tra questi, l'adozione della Legge generale sulle sparizioni, la creazione di comitati di ricerca in tutti gli Stati e il Meccanismo straordinario di identificazione forense, ricordano le Nazioni Unite. Sono stati inoltre aperti un Centro nazionale per l'identificazione delle persone e commissioni per esaminare le gravi violazioni dei diritti umani avvenute tra il 1965 e il 1990, oltre alla sparizione nel 2014 di 43 studenti di un collegio di insegnanti rurali a Ayotzinapa.

Negli ultimi anni, gli immigrati sono stati sempre più spesso tra le persone di cui è stata denunciata la scomparsa. L'anno scorso sono state denunciate 349 sparizioni di cittadini stranieri, rispetto alle 89 dell'anno precedente, secondo un rapporto del Programma di ricerca dei migranti scomparsi dei gesuiti (SJM).

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Tra le persone scomparse ci sono anche difensori dei diritti umani proprio per il loro impegno nella lotta contro le sparizioni e giornalisti. Secondo il Comitato delle Nazioni Unite, tra il 2003 e il 2021 ne sono scomparsi oltre trenta. Il Messico è il paese più pericoloso del mondo per chi fa informazione. Il numero accertato di giornalisti morti dal 2000 a oggi è nell'ordine delle centinaia, con un incremento degli omicidi negli ultimi 10 anni. Una vera e propria mattanza. Il 10 maggio sono state uccise due reporter nello Stato di Veracruz: Yessenia Mollinedo e Sheila Johana Garcia, direttrice e redattrice del sito di notizie online ‘El Veraz‘. Con loro il bilancio dei giornalisti assassinati in Messico dall'inizio del 2022 sale a undici. Non è esagerato dunque parlare di 'guerra ai giornalisti' in Messico. Solo il 3 maggio scorso, nella Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, la ONG Reporters Sans Frontières nel suo report annuale sui paesi più virtuosi per l'informazione, si è soffermata sul paese guidato dal premier Obrador e sulle politiche inesistenti del governo a tutela della libertà di stampa e per la sicurezza della categoria professionale.

Immagine in anteprima via United Nations

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