OMS, i mercati di animali selvatici vanno sospesi per prevenire nuove malattie infettive
2 min letturaL'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha chiesto ai paesi di sospendere la vendita di animali vivi selvatici nei mercati alimentari per prevenire l'emergere di nuove malattie infettive come la COVID-19. L'invito è contenuto nella nuova guida pubblicata il 12 aprile e redatta in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) e il Programma delle Nazioni unite per l'ambiente (UNEP).
WHO, @OIEAnimalHealth and @UNEP have issued guidance to reduce the public health risks associated with the sale of live wild animals for food in traditional food markets.https://t.co/vKU5RdszBD
— World Health Organization (WHO) (@WHO) April 13, 2021
Nel documento si legge che anche se non ancora è chiara l'origine del virus, alcuni dei primi casi noti di nuovo coronavirus Sars-CoV-2 sono stati collegati a un mercato alimentare all'ingrosso situato a Wuhan, in Cina, e che molti dei primi pazienti sono stati proprio i proprietari di bancarelle, i dipendenti o i clienti regolari.
Le tre agenzie spiegano che "esiste un forte nesso tra la vendita di animali selvatici vivi nei mercati e l'emergere di nuovi patogeni zoonotici. Gli animali, in particolare quelli selvatici, sono la fonte di oltre il 70% di tutte le malattie infettive emergenti nell'uomo, molte delle quali sono causate da nuovi virus". Questi mercati, dove gli animali vivi vengono tenuti in gabbie e macellati, tra feci e altri rifiuti, rappresentano un rischio particolare per la trasmissione di agenti patogeni sia per i lavoratori che per i clienti, si legge ancora.
Globally, traditional markets play a central role in providing food and livelihoods for millions of people. Banning the sale of these live wild mammals can protect the health of market workers and shoppers.
▶️ https://t.co/vKU5RdszBD https://t.co/uLAlaOk1IK
— World Health Organization (WHO) (@WHO) April 13, 2021
Per questo motivo, OMS, OIE e UNEP forniscono una guida per la sicurezza alimentare, raccomandando diverse misure e azioni che i governi nazionali dovrebbero considerare per ridurre questo rischio potenziale e rendere questi luoghi, che svolgono un ruolo centrale nel fornire cibo e mezzi di sussistenza a molte persone, più sicuri. Ad esempio, si invita a rafforzare le normative per migliorare gli standard di igiene e dei servizi igienico-sanitari nei mercati alimentari tradizionali, si chiedono norme più severe per un controllo maggiore dell'allevamento e della vendita di animali selvatici utilizzati per il consumo umano.
Inoltre, le agenzie hanno dichiarato che gli ispettori alimentari e quelli veterinari dovrebbero essere adeguatamente formati per far rispettare le nuove normative e hanno chiesto sistemi più forti di sorveglianza sanitaria per tracciare in maniera più adeguata virus animali e prevenire i rischi per la salute umana. Viene poi richiesta l'implementazione delle campagne di informazione sulla sicurezza alimentare e sui rischi associati al consumo e commercio di fauna selvatica, per operatori di mercato, venditori ambulanti e consumatori. Le informazioni da diffondere devono riguardare anche l'importanza della biodiversità e la necessità di un utilizzo legale, sostenibile, sicuro e responsabile della fauna selvatica.
Questi regolamenti, specificano le tre agenzie, dovrebbero essere introdotti come parte di un strategia globale per incoraggiare un cambiamento per quanto riguarda la gestione dei mercati di animali selvatici vivi. «Questa non è una raccomandazione nuova, ma la COVID-19 ha portato nuova attenzione su questa minaccia data l'entità delle sue conseguenze», ha detto la portavoce dell'OMS Fadela Chaib. Reuters scrive che la Cina, lo scorso anno, ha vietato il commercio di fauna selvatica per il consumo umano, ma le scappatoie legali consentono l'allevamento di alcune specie a rischio di malattie, secondo diversi esperti locali.