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I botti di inizio anno – Viaggio nella politica italiana #11 [podcast]

6 Gennaio 2024 3 min lettura

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I botti di inizio anno – Viaggio nella politica italiana #11 [podcast]

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Il 2024 si preannuncia come un anno particolarmente travagliato per la politica italiana, in cui nessun partito o leader sembra poter godere di una qualche spinta propulsiva.

La conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni, rimandata a inizio 2024 per problemi di salute della presidente del Consiglio, ha restituito un'immagine a cui l'opinione pubblica inizia ad abituarsi: grande efficacia comunicativa, soprattutto nella dialettica con le opposizioni, e praticamente nulla dal punto di vista dei contenuti e della visione di medio-lungo periodo.

Meloni di governo e vittimismo

La sensazione generale di una 'navigazione a vista' è certamente amplificata dall'avvicinamento alle elezioni europee del 9 giugno, che rappresenteranno (come di consueto in Italia) una sorta di 'elezione di metà mandato' e che quindi potranno modificare, anche profondamente, i rapporti di forza sia nella maggioranza sia nelle opposizioni. Al momento Meloni, un po' come fu per Renzi prima del tracollo post-referendum del 2016, sembra più interessata al consenso personale che al governo del paese.

La sensazione di assoluta precarietà del quadro politico diventa una certezza se (come vi avevamo anticipato nella scorsa puntata del nostro 'Viaggio nella Politica Italiana') ci soffermiamo sulle vicende locali. Un caso davvero eclatante è quello della Sardegna: mancano meno di 50 giorni alle elezioni regionali e il presidente in carica, Christian Solinas della Lega, non sa ancora se sarà supportato dalla maggioranza di centrodestra che ha contribuito al suo successo cinque anni fa; a sinistra, invece, ci si presenta in ordine sparso (e non è certo una novità).

Giorgia Meloni prova dunque a rispondere a questa confusione con una proposta emotiva, pre-politica, superficiale: l'autopromozione di sé stessa.

Lascia intendere che potrebbe candidarsi alle Europee come nome-civetta per portare più voti a Fratelli d'Italia (una pessima consuetudine della politica italiana), propone a Elly Schlein un confronto televisivo a due (una mossa ricca di contraddizioni, che denota in primo luogo ciò che Meloni pensa realmente della leader dell'opposizione, e cioè che è sufficientemente debole da non farle correre alcun rischio, anche se teoricamente chi governa avrebbe solo da rimetterci in una situazione del genere) e forse, per la prima volta e a denti stretti, è costretta ad ammettere che il suo gruppo dirigente non è all'altezza della sfida: lo sciagurato capodanno del deputato di Fratelli d'Italia, Emanuele Pozzolo (in questo articolo spieghiamo perché si tratta di un caso politico, nonostante i tentativi di sminuire la vicenda da parte della maggioranza), che si è presentato armato a una festa e con tutta probabilità ha fatto partire un colpo di pistola che ha colpito Luca Campana, un operaio di 31 anni, ha obbligato la premier a chiedere ai suoi "maggiore senso di responsabilità". Con queste seconde linee così inaffidabili, il continuo personal branding di Meloni è una scelta obbligata quanto azzardata.

Le opposizioni, nel frattempo, si organizzano per una seconda proposta di legge unitaria, dopo il fallimento del tentativo sul salario minimo: la parificazione temporale del congedo di paternità a quello di maternità. Idea sacrosanta, ma ancora troppo poco per mettere in difficoltà la maggioranza, anche se la ricerca di un metodo condiviso per stare all'opposizione è certamente l'unica strada possibile per il proseguo della legislatura.

Sarà un anno difficile per i politici italiani, e a mettere nero su bianco questa consapevolezza è stato proprio Luca Campana, ferito dalla arma di proprietà di Pozzolo, spiegando il perché del ritardo della sua denuncia: "Io sono un operaio, lui è un politico".

Chi pensa che il (relativo) declino del Movimento 5 Stelle coincida con il ritorno alla fiducia nella "politica tradizionale" si sbaglia di grosso.

Prima tappa di questo nuovo anno del nostro viaggio nella politica italiana con Dino Amenduni, socio e consulente politico dell'agenzia di comunicazione Proforma e docente nei laboratori di comunicazione politica ed elettorale all'Università di Perugia.

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