Francia: Mélenchon, il candidato che con il digitale conquista e coinvolge gli elettori
8 min letturaUn piccolo Jean-Luc Mélenchon, rappresentazione virtuale del candidato della sinistra radicale alle presidenziali francesi, si muove a destra e sinistra dello schermo, mentre scuote – letteralmente – i denari dell’evasione fiscale dalle tasche di alcuni illustri cittadini francesi, accusati di aver goduto di pratiche contabili eticamente discutibili. All’improvviso s’illumina come un Super Sayan di Dragon Ball e abbatte tutti i nemici, rimediando in un sol colpo al deficit dello Stato francese. Stiamo parlando di “Fiscal Kombat”, un videogioco messo a punto da un gruppo di ragazzi in totale autonomia dalla campagna elettorale ufficiale di Mélenchon. Secondo i suoi creatori sono state circa 650mila le persone che hanno giocato al videogioco dalla data del lancio, il 7 aprile.
“Fiscal Kombat” è solo l’ultimo esempio dell’intenso rapporto sviluppato dalla campagna elettorale di Jean-Luc Mélenchon, La France Insoumise (letteralmente “La Francia non sottomessa”, o “ribelle”), con le tecnologie digitali. Tra canale Youtube, piattaforma di organizzazione dei comitati locali in linea, webradio e utilizzo dei social (oltre a Twitter e FB, anche Snapchat), La France Insoumise ha puntato decisamente sul digitale per aggirare i media mainstream e cercare il massimo livello di engagement possibile. «Le attuali frontiere del mondo digitale... non aspettano altro che di essere allargate dallo spirito umano», ha detto Alexis Corbière, portavoce di Mélenchon, il 5 Febbraio a Parigi durante un meeting.
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Qualche istante dopo Mélenchon, che nello stesso momento era a un altro incontro a Lione, gli è apparso di fianco in ologramma, tra gli applausi delle due folle riunite a più di 400 km di distanza. Utilizzando questa tecnologia, martedì 18 aprile il candidato della sinistra radicale francese, è stato “presente” in 6 luoghi diversi per tenere un comizio: a Digione, in carne e ossa, e contemporaneamente a Nantes, Clermont-Ferrand, Grenoble, Nancy, Port à la Reunion e Montpellier.
Una campagna certamente innovativa, che sembra per ora portare i suoi frutti: stando agli ultimi sondaggi, Jean-Luc Mélenchon godrebbe oggi del 20% circa delle preferenze, appena due punti percentuale dietro al favorito Emmanuel Macron e alla presidente del Front National, Marine Le Pen. Nella storia della Quinta Repubblica, non era mai successo che un candidato della sinistra non socialista arrivasse al primo turno delle elezioni accompagnato da un tale entusiasmo.
Les Insoumis, la “campagna elettorale” parallela creata on line da migliaia di cittadini
Oltre ai risultati nei sondaggi, la campagna de La France Insoumise ha innescato la creazione spontanea di tutta una serie di strumenti messi a punto su Internet, in particolare su Discord, piattaforma ideata per i gamers tramite la quale, come su Skype, si possono mantenere chat rooms e conversazioni audio in linea. Alcuni dei progetti più innovativi – come, appunto, Fiscal Kombat – sono nati in totale autonomia dalla campagna ufficiale sul canale Discord “Les Insoumis”, cioè una specie di chat dove gli utenti possono ritrovarsi per discutere, con la possibilità di creare molteplici sotto-canali e conversazioni audio o video. Nel canale degli Insoumis (a cui si può accedere liberamente) mentre scrivo, sono connesse più di 3500 persone.
Il server è stato creato il 3 dicembre 2016, spiega Miidnight, 21 anni, studente in specialistica di informatica, uno dei fondatori del gruppo. Assieme a due altri fondatori, Vyrrhus, 22 anni, studente di ingegneria aerospaziale e BriqueBleue, studente di 24 anni, hanno creato per l’occasione una chat apposita in cui farsi intervistare. All’inizio erano appena una trentina di persone, poi, gradualmente, la gente ha cominciato ad affluire fino all’esplosione, quando Mélenchon ha parlato di loro in uno dei suoi video diffusi su Youtube.
«In tutto calcoliamo che siano passate di qua circa 40mila persone, negli ultimi 4 mesi», afferma Miidnight. In tutto, secondo i tre fondatori, si contano circa 19000 utenti regolari, più o meno impegnati a seconda dei momenti. Tutti volontari, ovviamente. «In generale si tratta di persone comprese tra i 20 e i 35 anni, ma è un contesto molto vario, abbiamo anche dei pensionati che partecipano», dice Vyrrhus.
«C’è chi mette le proprie competenze al servizio degli altri, programmando o creando grafiche, sono quelli più impegnati», spiega ancora Vyrrhus, «ma è un contesto molto volatile, sono all’incirca 200 i più attivi, tuttavia i 200 di oggi non sono gli stessi di un mese fa». Per fortuna, aggiunge BriqueBleue, non ci sono molti troll, anche se esistono gerarchie di un certo tipo: vi sono moderatori e staff, il cui ruolo è principalmente, secondo lui, di gestire le riunioni e «soprattutto, di risolvere i problemi di reclutamento: spesso, a un gruppo che lavora su un progetto manca un redattore, o un programmatore, o un grafico, e noi cerchiamo semplicemente di reindirizzare la gente già presente sul Discord».
Il server del Discord “insoumis” è suddiviso in una miriade di categorie, dalla discussione generale alle notizie sui social network fino ai canali specifici per ogni progetto. «Ogni settimana c’è una riunione aperta a tutti i membri dello “staff”, ai moderatori e a chi è impegnato nei progetti», spiega Miidnight, «il che ammonta a circa 150 persone». E quando c’è da prendere una decisione che riguarda l’insieme del Discord, spiega Vyrrhus, «viene convocata una riunione con tutti quelli che sono impegnati, si dibatte e, se necessario, si vota». Un lavoraccio da organizzare, dice Miidnight: «mi capita spesso di passare anche 10 ore al giorno su questo Discord», mentre BriqueBleue lamenta la difficoltà di gestire «la parte dei dibattiti», lunga ed estenuante.
I creatori di “insoumis” si sono ispirati ai gruppi locali di sostegno alla candidatura di Mélenchon, pensati come strutture di base de La France Insoumise, la campagna del candidato. Cellule di taglia ridotta, strutturate a livello di quartiere o di paese, non oltre la dozzina di membri, pensate “per rinforzare la diffusione territoriale” del movimento. Un’iniziativa lanciata più di un anno fa e che, oggi, conta circa 3000 gruppi locali in Francia, più una ventina sparsi per l’Europa. «Ci siamo detti che mancava un gruppo di sostegno digitale», dice Vyrrhus, ed è così che è nato il Discord “insoumis”.
Lo spontaneismo è un tratto che distingue nettamente la campagna de La France Insoumise da quella degli altri candidati. «Mélenchon ha chiesto alle persone di impegnarsi autonomamente, senza bisogno di direttive, quindi mi sono sentito perfettamente a mio agio nel creare questo Discord», spiega Miidnight.
Ho preferito essere pro-attivo, senza chiedere al candidato alcuna autorizzazione. Se gli piace bene, se non gli piace amen, non abbiamo nessuna tessera di partito, e penso che sia una delle forze de La France Insoumise, che spiega anche come mai siamo così tanti
D’altronde, le iniziative del Discord “insoumis” hanno prodotto un’ottima pubblicità per Mélenchon, oltre ad aver fornito una serie di strumenti innovativi. Innanzitutto, tutta una serie di siti web dedicati al programma e/o al candidato, come laec.fr (L’Avenir en Commun, il titolo del programma de La France Insoumise), che permette di ricercare e condividere interi pezzi del programma elettorale sui social networks, o un efficace comparatore di programmi, o ancora analysons-macron.fr, sorta di “debunking” del programma di Emmanuel Macron.
Inoltre, dal Discord sono scaturiti canali Youtube satirici come Can’t Stenchon the Mélenchon, più tutta una serie di meme e articoli di satira (alcuni dei quali visibili a questo indirizzo: https://melenshack.fr/).
Alcuni progetti hanno reso il Discord una piccola fucina. Ad esempio, è nel canale degli Insoumis che è stato messo a punto il Melénphone, software in linea che permette, con qualche click, di connettersi alla rete telefonica messa a disposizione dalla campagna ufficiale e, grazie a una serie di formulari precompilati, di telefonare ai potenziali elettori indecisi, proprio come aveva fatto a suo tempo Bernie Sanders, uno dei candidati alle primarie dei Democratici per le ultime elezioni americane, vinte poi da Donald Trump.
L’ultimo prodotto del Discord, decisamente intrigante, è Fiscal Kombat (titolo ispirato a Mortal Kombat), un videogioco in stile arcade, un “beat ‘em all” in due dimensioni dalla grafica pixelata, di cui abbiamo parlato in apertura del pezzo. Nel videogioco, il Mélenchon virtuale deve sconfiggere alcuni personaggi illustri, tra cui Jerome Cahuzac, ex-ministro di Hollande condannato per frode fiscale, Christine Lagarde, presidente del Fondo monetario internazionale, coinvolta in un complesso scandalo finanziario, o ancora Nicolas Sarkozy, tra le altre cose implicato nello scandalo Bettencourt. Un modo quindi bidimensionale e accattivante per tracciare una frontiera tra il candidato e l’establishment.
🎮 Aujourd'hui sort Fiscal Kombat, le jeu vidéo de la France insoumise produit par le Discord insoumis ! #FiscalKombat pic.twitter.com/ZfbZwTERfe
— Jean-Luc Mélenchon (@JLMelenchon) 7 aprile 2017
«Abbiamo cominciato a lavorare a Fiscal Kombat a inizio gennaio» spiega Vyrrhus, «e l’abbiamo pubblicato il 7 aprile, per cui ci sono voluti 3 mesi per farlo». All’inizio non sarebbe stato possibile, perché, come dice Miidnight, «non eravamo abbastanza, non avevamo tutte le competenze del caso». Abilità che si sono acquisite con l’aumento dei partecipanti, nel giro di appena qualche mese. Persino Mélenchon, quello vero, non l’ologramma, si è concesso qualche minuto per giocarci.
Per tutte queste iniziative, assicura Miidnight, «non abbiamo nessun legame reale con la campagna ufficiale, e quest’ultima non ha nessun tipo di voce in capitolo su quello che succede nel Discord». Quando, dovendo diffondere il programma ufficiale, si è trattato di prendere contatto con l’organizzazione ufficiale de La France Insoumise, nessuno aveva realmente dato loro un peso, ricorda Miidnight. «Penso che da allora abbiano acquisito una certa fiducia nei nostri confronti», dice.
Nessuno dei tre creatori aveva mai militato seriamente per una causa politica, prima di attivarsi per La France Insoumise. Ispirati dal modello Sanders, come riconosce Vyrrhus, i tre creatori del Discord “insoumis” riflettono l’immagine di un gruppo sociale che ha incontrato la politica tramite internet, e per il quale l’impegno militante è prima di tutto telematico, ma non per questo monocolore.
«Ho cominciato a interessarmi a Mélenchon circa un anno fa, dopo aver visto un video di una sua apparizione televisiva», racconta Miidnight, che è stato colpito soprattutto dall’attenzione ai temi ecologici del candidato ex-Front de Gauche. Per BriqueBleue e Vyrrhus, invece, è soprattutto la sua visione dell’Europa ad averli convinti: «l’interesse è scattato un paio d’anni fa, quando vidi la conferenza sul piano B per l’Europa che fece assieme a Varoufakis e altri», dice Vyrrhus, «io mi sento più europeo che francese, e penso che la sua visione di come perpetuare la costruzione europea sia la cosa più importante».
Nel frattempo, il Discord “insoumis” è divenuto una «risorsa politica importante», che coinvolge migliaia di persone, riconosce Miidnight. Nonostante ciò, «non abbiamo grandi progetti a lungo termine» dice Vyrrhus. Secondo BriqueBleue «le persone vengono qui, fanno i progetti, li diffondono, ma non è che ci si ponga troppe domande sul futuro. La grande maggioranza del lavoro si svolge in un’ottica a breve termine». Intanto, dicono i tre, ci sono da superare le elezioni di domenica, poi il secondo turno – forse – e infine le legislative di giugno. «I risultati delle elezioni ci aiuteranno a vederci più chiaro», dice Miidnight, «ma la speranza è che il movimento innescato da La France Insoumise possa durare, al di là dei risultati elettorali».
Foto anteprima via Jean-Luc Mélenchon