Mattarella Presidente, il nuovo Papa Francesco
4 min letturaIl primo scoglio difficilissimo è stato superato: con una mossa da stratega geniale, Renzi è riuscito a far eleggere come Presidente della Repubblica un ex democristiano. Cosa niente affatto facile, come si immagina, in un paese quasi del tutto cattolico, dove gli ex democristiani ancora tengono la maggior parte delle leve del potere e sono comunque infilati dappertutto, i laici vivono con un constate complesso di inferiorità e per giunta il Vaticano sorveglia da sempre la situazione come un convitato di pietra.
Dopo questo clamoroso successo, che viene salutato dai suoi con ole e trenini e da tutti gli altri con ululi di gioia, manco a Montecitorio si fosse materializzato in persona un redivivo Richelieu, la seconda fase prevede la costruzione del profilo presidenziale. Anche questa operazione è stata pianificata dagli strateghi politici con attenzione, perché si tratta di un passaggio delicatissimo. I tre giorni di votazioni con scheda bianca, oltre a creare quella giusta tensione del paese che fa tanto House of Cards, nonché servire da esperimento scientifico volto a capire per quante ore si possa sopportare la voce della Boldrini, sono stati fondamentali anche per permettere agli Italiani di andare a spulciare su Wikipedia la biografia del futuro presidente, per rispondere all'angosciosa domanda che tormentava tutti: «Mattarella, e chi diavolo è?».
Una volta appurato che trattasi di figlio di e fratello di, cosa che in Italia è sempre rassicurante perché certifica l'appartenenza del nuovo Presidente alla classe di chi ha sempre comandato, giornalisti e spin doctor hanno cercato notizie e dichiarazioni per costruire il personaggio. C'era di che cadere nello sconforto, dato che il personaggio ha sempre parlato pochissimo e dal 2008 non ha proprio più fiatato, limitandosi a fare il serio Giudice Costituzionale. Ma questo apparente handicap è stato immediatamente rivoltato in una caratteristica vincente: per Mattarella si è deciso quindi di costruire una specie di “Effetto Bergoglio”. Se il pressoché sconosciuto cardinale argentino è potuto assurgere al soglio e diventare simpatico alle masse dicendo semplicemente “buonaseeeera”, Mattarella, come Presidente eletto, si è subito distinto per un discorso lampo chiusosi con un laconico “è sufficiente questo” e poi è sgommato via con l'equivalente del pulmino usato da Bergoglio: la Panda presidenziale.
Gli esperti di Social Network hanno esultato: se i discorsi del neoeletto rimarranno fedeli a questa lunghezza, twittarli in diretta sarà una vera pacchia: in pratica rubare lo stipendio. Altrettanto felici i marketing manager della ex Fiat: la scelta di Mattarella di una macchinetta che da sempre contende alla mitica Duna il sigillo della più sfigata automobile mai concepita da mente umana è un colpo gobbo che risolleva le vendite del modello, tragicamente incrinatesi da quando si era scoperto che era l'auto usata da Ignazio Marino. Certo, le difficoltà non sono mancate: ma se la pubblicità è l'anima del commercio, il colpo di culo è da sempre l'anima della pubblicità. Ad aiutare la campagna simpatia a favore del nuovo Presidente non poteva mancare la gaffe dei Grillini, che hanno postato immediatamente un articolo in cui si accusava Mattarella, all'epoca ministro, di aver occultato o negato gli effetti potenzialmente pericolosi sulle nostre truppe dei proiettili all'uranio impoverito.
L'articolo, naturalmente, è stato sbugiardato in poche ore, facendo rifulgere l'onestà del neopresidente e l'incredibile capacità dei grillini di fare figure da chiodi.
Poiché una campagna presidenziale deve essere onnicomprensiva, bisognava coprire tutte le fasce di pubblico, dai bigotti ai complottisti. Ecco allora immediatamente apparire le notizie relative alla condanna da parte di Mattarella dello show trasgressivo di Madonna negli anni '90 e contro l'uso delle minigonne a scuola, buone a far gioire l'elettorato cattolico più retrivo, già in fermento per l'elezione di un cattolico di sinistra più ancora che per l'uscita in edicola della Croce di Adinolfi; per le frange new age, invece, i media hanno ripescato l'imprescindibile parere del numerologo esperto di Nostradamus, che ha riscontrato il fausto presagio dell'elezione alle 13.31, ora palindroma. Cosa c'entri Nostradamus con i palindromi non è del tutto chiaro, ma non si può escludere che fosse un fan della Settimana Enigmistica.
Ma la gente abbisogna di qualcosa di più succoso, e siccome del Mattarella pubblico non ci sono molte tracce, ecco che bisogna ripiegare su quello privato. Inesistente quanto il primo, visto che la vita privata del neopresidente è totalmente sconosciuta, tanto da far dubitare che esista.
I segugi della stampa nostrana, però, temprati da anni di Verissimo e Domeniche di Barbara d'Urso, non si sono lasciati scoraggiare: torme di inviati hanno raggiunto Palermo per intervistare vicini di casa e negozianti di quartiere, onde conoscere particolari sostanziali sulle abitudini del neopresidente.
Abbiamo appreso così che ama gli arancini (con doverosa apertura di querelle filologica da parte della stampa: si dice arancini o arancine?), che appena nominato ha ricevuto le telefonate di auguri di amici e parenti (con altrettanto doveroso servizio a casa dell'unico che non è riuscito a beccare la linea ed intervista alla moglie di quest'ultimo, affranta e preoccupata) ed infine abbiamo avuto la notizia fondamentale per capire il carattere dell'uomo: in tanti anni, assicura un vicino di pianerottolo, ha presenziato regolarmente a tutte le assemblee di condominio.
Ora, diciamocelo: che sia stato ex ministro, ordinario di Diritto e Giudice Costituzionale a questo punto conta poco. Se uno per sessant'anni riesce a presenziare a tutte le riunioni del suo condominio senza uccidere nessuno è evidente che è in grado di gestire perfettamente uno Stato in queste circostanze burrascose.