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Mal di pancia in diretta, grillini Bloc Boc e vecchietti in carrozzella che inseguono i 5 Stelle

17 Febbraio 2013 3 min lettura

Mal di pancia in diretta, grillini Bloc Boc e vecchietti in carrozzella che inseguono i 5 Stelle

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Manca una settimana al voto e il delirio elettorale sta raggiungendo vette vertiginose - come il mio mal di testa in questo momento. Diciamo che è stato un fine settimana estremamente movimentato, e non solo per me.

Antonio Di Pietro, ad esempio, deve aver passato un sabato sera epocale - talmente devastante dall'aver evitato per un soffio l'evacuazione in diretta su Sky: «I peperoni la sera è meglio non mangiarli. Soprattutto se fritti, fanno male».

I postumi dei wild party si notano anche su B., che dal palco di Torino promette: «Se Monti, Fini e Casini restano fuori dalla Camera mi ubriaco». Non pago, accusa Grillo di essere «un pericolo per la democrazia» e sconvolge la platea spiegando la composizione politica del Movimento 5 Stelle: «I candidati per oltre l'80% vengono dagli ambienti dell'estrema sinistra [applausi sulla bufala, nda]. E sono soprattutto persone che stavano nei centri sociali [applausi: ma per cosa?, nda], nei comitati No Tav e nel BLOC BOC [l'ha detto sul serio, ve lo giuro. Nda], quelli che ha fatto Genova».

Afferro una bustina di Oki, la rovescio furiosamente in un bicchiere e bevo avidamente. Gli effetti balsamici vengono immediatamente annullati da una foto - scattata durante il comizio Pd in Piazza Duomo a Milano - che si colloca di prepotenza sulla cima dell'Everest della Tristezza.

Ed è sempre a Piazza Duomo che arriva il Momento Topico di queste elezioni, quello che si imprime nella memoria collettiva, l'immagine simbolo di una Nazione la cui salute mentale è in picchiata da troppi anni: la cacciata di un militante 5 Stelle ad opera di un agguerritissimo servizio d'ordine ottuagenario Pd-Sel.

Il video è già un clamoroso cult.

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Da notare gli occhi iniettati d'odio, l'aggressività e la perseveranza del vecchietto motorizzato nel ricacciare il militante «nella fogna» al grido di «farabutto» e «pluriomicida», il tutto contornato da minacce di percosse fisiche.

Dopo aver ammirato le gesta dei Tre Vecchi, un amico mi manda un link su Facebook. Sono riluttante ad aprirlo. Ho paura, tremo, forse ho un principio di febbre. Ma lui mi esorta esplicitamente: «Guardalo». Non posso far altro che obbedire.

Resto imbambolato per 5 minuti buoni e ho un rigurgito dell'amaro scolato ieri alle 3 di notte. Mi fiondo sotto le coperte, affondo il viso nel cuscino e spengo la luce con un unico desiderio: svegliarsi il 26 febbraio, quando tutto sarà finito.

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